E’ in attesa del via libera da parte della giustizia statunitense per poi poter procedere alla liquidazione dell’inventario dei suoi 735 negozi solo negli Stati Uniti. Toys’R’Us, infatti, è ormai giunta all’epilogo della sua esperienza americana (almeno in parte) dopo la dichiarazione di bancarotta. Nulla però è ancora perduto e così tutte le sue forze la compagnia le sta mettendo tentando di salvare la sua attività in Canada. Intanto l’attività proseguirà per i prossimi 60 giorni, in attesa dunque di poter procedere con la liquidazione nella speranza di poter ridurre al massimo i rischi sui mercati canadesu ed esteri, come ha fatto sapere lo stesso Dave Brandon, direttore generale del marchio. Il Canada rappresenta per il colosso di giocattoli un Paese molto importanti poichè il primo all’estero in cui fu aperto un negozio. Solo nel 1998 fu lanciato anche il sito online firmando nel 2000 una partnership con Amazon, colosso americano dell’e-commerce, lo stesso sito che oggi, paradossalmente ha contribuito, insieme ad altri, ad indebolire sempre di più il marchio. Stando alle stime emerse dall’istituto mercato IbisWorld, Toys’R’Us ha rappresentato il 13,6% del mercato dei giocattoli negli Stati Uniti nel 2016, contro il l 29,4% di Walmart, il 16,3% ad Amazon e il 13,9% di GameStop, i suoi maggiori competitor. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



INDEBOLITO DA CONCORRENZA ONLINE

La celebre catena di negozi di giocattoli, Toys ‘R’ Us, ha annunciato nella giornata di ieri la sua liquidazione negli Stati Uniti, segnando con la sua chiusura la fine di una vera e propria era. In 33 mila (dei 65 mila dipendenti in tutto il mondo) sono stato così licenziati. Ad avere la meglio sul colosso dei giocattoli, come spiega Huffingtonpost è stato internet: saranno ben 735 i negozi che spariranno dagli Stati Uniti. In una nota l’azienda ha spiegato: “Non abbiamo più il sostegno finanziario per continuare le nostre attività americane”, parlando poi di una “giornata profondamente triste per noi e per i milioni di bambini e famiglie che abbiamo servito negli ultimi 70 anni”. Toys’R’ tuttavia cercherà di salvare il salvabile in Canada ma è possibile che anche alcuni negozi negli Usa potrebbero restare aperti. Nella nota ufficiale, tuttavia, non si fa accenno al licenziamento degli oltre 30mila dipendenti e non si esclude che il gruppo stia studiando ulteriori soluzioni e potenziali processi di vendita per le sue operazioni in Francia, dove il marchio fu introdotto dal 1989 così come in altri Paesi come Australia, Polonia, Portogallo e Spagna. Ad indebolire però il settore dei giocattoli, sul piano dei negozi fisici sarebbero stati store online come Amazon o Cdiscount. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



BANCAROTTA PER IL COLOSSO AMERICANO DEI GIOCATTOLI

Toys ”R” Us aveva fatto ricorso alla bancarotta lo scorso settembre, ora però è sicuro il fallimento. La catena di giocattoli per l’infanzia infatti chiuderà, la comunicazione è arrivata a tutti i dipendenti che sono all’incirca 33mila. Da qualche giorno già si parlava di questa possibilità anche perché il piano di rilancio non sembrava in grado di risollevare le sue sorti. L’azienda quindi ha deciso di diffondere la notizia del fallimento tramite una nota ufficiale. Arrivano notizie dal Wall Street Journal che sottolinea come dovrebbe essere presentata richiesta di messa in liquidazione giovedì, citando fonti anonime. Tra i motivi principali ci sarebbero oltre al debito di 7 miliardi di dollari anche la difficoltà a competere con i competitor online che hanno meno spese e per questo propongono prezzi molto più agevoli. Non è da escludere però che alcuni punti commerciali potrebbero rimanere aperti in seguito alla richiesta di liquidazione stessa.



LA STORIA DELLA CATENA DI GIOCATTOLI

Toys ”R” Us è una catena di negozi di giocattoli americana aperta nel 1948 nel Maryland precisamente a Rockville. Fondata da Charles Lazarus originariamente portava il nome di Children’s Supermart. Il cambio di nome del gruppo avviene nel 1957 quando si decide anche di specializzarsi proprio sui giocattoli per l’infanzia. A oggi l’azienda in questione gestisce 875 negozi negli Stati Uniti considerando anche i Babies ‘R’ Us sorti in seguito. Inoltre ci sono 600 negozi sparsi in giro per il mondo e 140 che invece sono in franchising in 35 paesi. Un colosso economico che crolla e getta nella disperazione i tantissimi dipendenti che da molti anni ne facevano parte. E pensare che appena nel 2007 la fatturazione di Toys ‘R’ Us superava i tredici miliardi di dollari. Anche nel nostro paese erano presenti diversi negozi della catena, ma c’è da dire che negli Stati Uniti Toys ”R” Us rappresentava una vera e propria istituzione.