Tuona il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, uomo fidato di Vladimir Putin, che in un’intervista ad una radio pubblica del Kazakistan dichiara:”Mikhail Bulgakov scriveva: ‘Non leggete i giornali sovietici del mattino’. Ora viviamo in un mondo dove non serve leggere i giornali occidentali. Viene tutto schematizzato in un modo propagandistico rozzo. Si manipola l’opinione pubblica”. Secondo il capo della diplomazia di Mosca, queste valutazioni sono confermate da alcuni episodi dell’agenda politica di questi giorni, “che si tratti della Ghouta Orientale o di qualsiasi azione assolutamente inimmaginabile relativa all’avvelenamento a Londra di un’altra persona insieme a sua figlia”. Lavrov ha aggiunto:”La propaganda occidentale, purtroppo, da un lato è più rozza, dall’altro è più insolente. La persona comune viene martellata con frasi ripetitive e pregiudizi, senza analisi”. (agg. di Dario D’Angelo)
MAY, “VALUTIAMO PROSSIMI PASSI”
Cresce la tensione sull’onda della dura polemica tra Gran Bretagna e Russia per l’avvelenamento dell’ex spia Sergei Skripal e della figlia Yulia con sospetto gas nervino. La reazione di Mosca ha irritato Londra: «Valutiamo i prossimi passi con gli alleati», ha fatto sapere la premier britannica Theresa May a un Forum del partito conservatore. Poi ha alzato ulteriormente i toni: «Il Regno Unito non tollererà mai alcuna minaccia ai cittadini britannici o di altri Paesi sul suo territorio da parte del governo russo». May, stando a quanto riportato dai media britannici, ha aggiunto che «Mosca ha palesemente violato la legge internazionale e la Convenzione sulle armi chimiche». In merito all’annuncio da parte di Mosca che 23 diplomatici britannici non sono graditi e che quindi dovranno lasciare il paese entro una settimana, la premier britannica ha spiegato che «la reazione della Russia non cambia la sostanza della questione. Gli atti aggressivi della Russia sono l’antitesi dei valori liberali e democratici che caratterizzano il Regno Unito». (agg. di Silvana Palazzo)
“IL GAS CHE L’HA UCCISO È BRITANNICO O AMERICANO”
Proseguono gli attacchi a distanza fra la Gran Bretagna e la Russia, in seguito all’uccisione dell’ex ufficiale dell’intelligence Serghei Skripal a Salisbury. Come vi abbiamo già spiegato, l’Inghilterra ha espulso 23 diplomatici russi e a sua volta ha fatto la nazione di Putin, rimandando a casa 23 componenti del corpo diplomatico della Gran Bretagna. La Russia non si è fermata qui, perché ha deciso di chiudere il British Council, l’organizzazione culturale britannica, e poco fa sono giunte le parole di Alexander Shulgin. L’inviato russo presso l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha parlato così della sostanza che ha ucciso Skripal: «È molto probabile che il componente chimico utilizzato a Salisbury provenga da alcuni laboratori dei Paesi occidentali, dove sono state sviluppate con successo le ricerche su tali sostanze, come dimostrato da pubblicazioni liberamente accessibili». Shulgin ha quindi concluso, mandando gravi accuse all’occidente: «Nominerò direttamente quei Paesi: sono, prima di tutto, la stessa Gran Bretagna e gli Stati Uniti». Si rischia davvero una nuova Guerra Fredda? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CLIMA DA GUERRA FREDDA
Clima da Guerra Fredda, anzi glaciale, quello che si respira da ormai diverse ora sull’asse Londra-Mosca. Il culmine dell’astio si è registrato nella giornata di ieri, quando il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha definito “assolutamente probabile” che a dare l’ordine di avvelenare l’ex spia russa doppiogiochista Sergiei Skripal e la figlia Julia con il gas nervino sia stato Vladimir Putin in persona. Dalla Russia queste accuse sono state immediatamente respinte al mittente, ma è chiaro che Mosca da un punto di vista strettamente politico non avrebbe potuto limitarsi ad una difesa debole e senza ritorsioni. Si spiega così la decisione di espellere dal territorio russo 23 diplomatici britannici (lo stesso numero dei diplomatici russi espulsi dalla Gb qualche giorno fa), definiti “persone non grate” e costretti a fare i bagagli entro una settimana. A riferirlo è l’agenzia Itar-Tass, secondo cui Mosca si riserverebbe la possibilità di intraprendere altre misure restrittive nel caso in cui Londra muovesse nuovi passi ritenuti “ostili” nei suoi confronti.
CHIUSO IL BRITISH COUNCIL A MOSCA
Ma la reazione della Russia alle accuse della Gb al presidente Putin è stata veemente e non si è limitata all’espulsione di 23 diplomatici britannici. Come riportato da Repubblica, infatti, Mosca ha ritirato il suo consenso all’apertura del consolato generale britannico a San Pietroburgo, ma soprattutto ha deciso di interrompere le attività del British Council, l’organizzazione culturale britannica, definita “irregolare”. Adesso bisognerà capire quale sarà la reazione di Londra alle contromisure intraprese da Mosca. Nel frattempo domani si vota per le presidenziali russe 2018: il successo di Vladimir Putin è dato per scontato l’inquilino del Cremlino ambisce ad una legittimazione popolare oltre che in termini di consenso anche in fatto di affluenza alle urne. L’assedio dell’Occidente nei confronti della Russia potrebbe spingere anche i cittadini meno coinvolti dalla politica a recarsi ai seggi per manifestare la propria vicinanza al proprio presidente.