Putin mostra i muscoli. All’annuale discorso al Parlamento il presidente russo annuncia un nuovo arsenale di “armi da fantascienza” come le ha definite lui stesso e allo stesso tempo ricorda “a chi si fosse dimenticato che la Russia era ed è ancora una potenza nucleare”. Minacce o propaganda? Secondo il generale Carlo Jean “Putin ha solo annunciato al mondo di aver di nuovo raggiunto gli Stati Uniti a livello nucleare”, paese che dai tempi di Obama è impegnato in un colossale ammodernamento dell’arsenale nucleare. “Le armi nucleari” spiega ancora Jean “restano e resteranno sempre un’arma di dissuasione e non di guerra, è ancora valido l’assunto dei tempi della Guerra fredda, la Mutual assured destruction“. Cioè: con la guerra nucleare non vince nessuno.
Jean, Putin presenta al mondo nuove armi nucleari, è una minaccia? E se sì, a chi si rivolge soprattutto?
Il significato del suo discorso è essenzialmente riaffermare la potenza del suo paese, potenza che lui ha creato da uno Stato che era ridotto a pezzi. Abbiamo visto come ha fatto risorgere la potenza militare russa in Medio Oriente, in Ucraina, in Crimea. Dal punto di vista tecnico-militare invece qualunque affermazione di aumento dell’arsenale nucleare delle due superpotenze non cambia assolutamente nulla dello status quo.
Cioè?
Quello che vale ancora è il Mutual assured destruction, la constatazione che l’utilizzo di ordigni nucleari da parte di uno schieramento comporterebbe la distruzione sia dell’attaccato che dell’attaccante. E’ la dissuasione reciproca che ha tenuto il mondo al sicuro durante la Guerra fredda e che è valida ancora oggi.
Però Putin ha citato il piazzamento dei sistemi antimissile americani in Europa, dicendo che si tratta di misure prese contro questa situazione.
Il problema è che la Russia si è trovata davanti un ammodernamento dell’arsenale americano notevole, in corso già dai tempi di Obama, lanciato proprio da lui nonostante il premio Nobel per la pace che gli fu dato per la promessa di smantellare l’arsenale nucleare. Un piano del valore di circa 1200 miliardi di dollari in 30 anni, di cui quest’anno ne sono stati investiti 40.
Dunque esiste una minaccia americana?
Assolutamente no. Si tratta di un programma di ammodernamento al fine di consentire alle armi di durare nel tempo, di essere sempre efficienti. Non c’è nessuna minaccia americana, nessuno impiegherebbe armi nucleari con un altro paese che ha un arsenale nucleare. La dissuasione garantita è la base dei rapporti internazionali anche con potenze meno forti, non solo tra russi e americani.
Ad esempio?
La Cina ha 400 testate nucleari, la Russia ne ha 1500 strategiche e circa 6mila tattiche: ma questo numero non si traduce in un vantaggio strategico politico preciso.
In che senso?
Nel senso che non c’è bisogno di avere mille missili nucleari per arrecare danni insostenibili all’avversario, basta che riescano a passare cento missili e cento città sono polverizzate. I danni che possono causare sono enormi. Tra le grandi potenze esiste una sostanziale parità strategica, nessuno può usare le armi senza pensare che l’altro non risponda.
Putin ha comunque annunciato armi “fantascientifiche”: un nuovo missile da crociera con un sistema di propulsione nucleare e droni sottomarini che si spostano nei sottofondi marini a distanze intercontinentali. I russi confermano di aver sviluppato una grande capacità tecnologica militare?
I russi non hanno sviluppato una capacità tecnologico militare, hanno mantenuto quella che possedevano ai tempi dell’Unione sovietica. Questo grazie al fatto che la Russia è la seconda esportatrice di armi al mondo: 15-20 miliardi di dollari all’anno.
Alla fine del suo discorso Putin rimanda alla necessità di un dialogo internazionale, che significato invece hanno queste parole?
Riguardano essenzialmente il Medio Oriente, dove Putin si è infangato in una situazione da cui non riesce a tirarsi fuori. Ma il pericolo maggiore è la Cina che gli sta portando via quasi tutta l’Asia centrale.
Intende dal punto di vista economico?
Esattamente e non solo le ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, c’è ad esempio una competizione fra Cina e India per il dominio sull’Afghanistan, una zona che i russi pensavano di loro proprietà. E’ in atto una erosione del vecchio impero zarista e dell’Urss.