Essere gioiosi ai funerali e tristi ai matrimoni: è la bizzarra (ma pensandoci bene, mica tanto) filosofia di vita del popolo Tujia, uno dei 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti dalla Repubblica popolare cinese, circa 8 milioni di persone che vivono nelle province di Hunan e Hubei. Secondo gli studiosi questa filosofia risalirebbe addirittura ai tempi della dinastia Qing che governò il paese tra il 1644 e il 1911, quella dunque a cui apparteneva il cosiddetto “ultimo imperatore”, deposto dai giapponesi. La tradizione voleva che ai funerali partecipassero attori e intrattenitori a pagamento che recitavano scenette divertenti in modo tale che il maggior numero di persone possibili prendesse parte al funerale, fingendo così di essere molto amati dalla popolazione (un po’ come nei paesi del sud Italia dove fino a poco tempo fa venivano pagate appositamente donne che piangessero per far vedere quanto il caro estinto era stato amato anche se era vero il contrario). Con il passare dei secoli e giungendo ai giorni nostri al popolo Tujia è sfuggita un po’ la mano e invece di attori e cantanti si è cominciato a invitare ai funerali spogliarelliste e cantanti di canzoni erotiche a sfondo sessuale, le cosiddette “shibamo”, appartenenti al patrimonio popolare.



INTERVIENE IL GOVERNO

Secondo Huang Jianxing, docente di sociologia presso la Fujian Normal University, “in alcune culture locali, la danza abbinata a elementi erotici può essere impiegata per trasmettere la volontà del defunto di ricevere la benedizione con la nascita di molti eredi”. Ma certamente conta anche il fatto, come nell’antichità, di attrarre più persone possibili per far pesare uno status sociale in realtà inesistente. Altri studiosi sostengono che la perdita di ogni identità spirituale imposta dal regime ateo comunista ha portato questa popolazione a cercare di riempire il vuoto con fenomeni pornografici e strip-tease. Ed ecco che adesso è intervenuto il ministero della cultura vietando ogni tipo di manifestazione erotica ai funerali, installando una apposita hotline per avvertire la polizia qualora se ne vedesse uno e venendo ricompensati con denaro per aver fatto la spia. Qualche anno fa era peggio: chi organizzava funerali porno poteva essere punito anche con la pena di morte. “Tenere performance erotiche ai funerali mette in risalto le trappole della vita moderna in Cina, dove vanità e snobismo prevalgono sulle tradizioni” ha commentato l’agenzia di stampa statale Xinhua.

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