La perquisizione effettuata ieri sera negli uffici di Londra della Cambridge Analytica, è durata diverse ore, ed ha portato a delle novità, o meglio, a delle conferme, per certi versi sconcertanti. Ben diciotto membri dell’Ico, l’Information Commissioners Office, hanno perquisito la sede londinese della società accusata di aver sfruttato in maniera fraudolenta i dati di 50 milioni di utenti iscritti a Facebook, per scopi politici. Un portavoce di Ico, a riguardo, ha ammesso: «Questa è solo una parte di un’indagine più ampia sull’uso dei dati personali per scopi politici. Ora dovremo raccogliere, valutare e rivedere le prove prima di trarre conclusioni». Analizzati computer, server, documenti e dati di ogni tipo, in grado di confermare le accuse di cui sopra nei confronti della società. Intanto, nelle ultime ore, è spuntato anche il nome di John Bolton, il neo-consigliere per la sicurezza di Donald Trump, che sarebbe stato in passato uno dei primi clienti proprio di C.A. Lo stesso uomo politico avrebbe richiesto l’elaborazione di profili psicologici degli elettori, spendendo più di un milione di dollari. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PERQUISITI LA SEDE DI CAMBRIDGE ANALYTICA

La protesta contro Facebook sta assumendo dimensioni fino a pochi giorni fa impensabili. Nelle scorse ore, come vi abbiamo già raccontato, il visionario Elon Musk, ha cancellato le proprie pagine Tesla e SpaceX dal social network di Zuckerberg, in risposta appunto allo scandalo scoppiato negli scorsi giorni. Attraverso un semplice post su Twitter, il genio che ha lanciato una sua auto in orbita, ha scritto: «Cos’è Facebook?». Proseguono quindi i guai per il numero uno di Facebook, finito improvvisamente nell’occhio del ciclone per via dell’utilizzo dei dati di 50 milioni di utenti da parte della società esterna Cambridge Analytica. E proprio la sede di quest’ultima, a Londra, è stata perquisita nella giornata di ieri, con il giudice Leonard che ha autorizzato l’authority britannica per la protezione dei dati personali, a spiare fra i computer e documenti vari della stessa società. Ben 18 membri dell’Information commissioner’s office (Ico), erano presenti all’interno della sede nella serata di ieri. La situazione è in continua evoluzione, e non sono da escludere altre novità scottanti da qui a breve. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MUSK CANCELLA TESLA E SPACEX DA FACEBOOK

Nuova pagina dello scandalo Facebook con Elon Musk che ha deciso di cancellare le pagine ufficiali e verificate delle sue aziende Tesla e SpaceX, sostenendo la campagna di Brian Acton #deleteFacebook. Non è di certo la prima occasione che Elon Musk, noto anche come Mr.Tesla, si è scontrato con le nuove tecnologie, l’anno passato ad esempio puntò il dito in maniera rigida contro l’intelligenza artificiale che secondo lui avrebbe portato alla Terza Guerra Mondiale. Le pagine Facebook di Tesla e SpaceX erano da oltre due milioni e mezzo di fan, sicuramente una cifra importante e in grado di influenzare l’opinione pubblica. Un click e tutto è sparito per sempre, con l’obiettivo di ignorare quelle che potrebbero essere le novità legate a Facebook. Al Corriere della Sera poi Elon Musk ha parlato sottolineando che terrà invece Instagram, social che al momento rimane collegato al portale ideato da Mark Zuckerberg.



LA CAMPAGNA #DELETEFACEBOOK

La campagna #DeleteFacebook ha preso il via negli ultimi giorni in seguito allo scandalo Cambridge Analytica che ha travolto il noto social network che per alcuni rischia ora addirittura la chiusura. A lanciarla è stato Brian Acton, co-fondatore di Whatsapp, che ha aperto queste travolgenti polemiche lasciando un po’ tutti senza parole. Pare infatti che proprio la Cambridge Analytica si sia appoggiata ai dati raccolti da Facebook per andare poi a creare delle vere e proprie campagne elettorali in grado di influenzare diversi paesi per quanto riguarda i voti. Una situazione complicatissima che ha portato il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg che si è detto responsabile di quanto accaduto e quindi pronto a sistemare la situazione per cercare di proteggere le informazioni degli utenti del social più famoso del mondo. Zuckerberg ha provato a salvare la sua azienda, convinto che si potrà trovare un punto di incontro per far tornare tutto al suo posto.