Mentre proseguono su larga scala gli scontri in centro a Barcellona dopo la cattura di Puigdemont in Germania, avanza nelle cancellerie spagnole l’ipotesi piuttosto concreta che l’ex presidente della Generalitat possa chiedere asilo al Governo tedesco. «Se lo farà, la domanda sarà esaminata come qualsiasi altra dall’ufficio federale per la migrazione. Ma l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo ha la priorità su una procedura d’asilo», ha fatto sapere intanto il portavoce del ministero degli Interni dello Schleswig-Holstein, lo stato dove Puigdemont è attualmente detenuto in attesa di conoscere nei prossimi giorni il proprio destino giudiziario e personale. La Merkel ancora non è intervenuta, ma stante i buonissimi rapporti tra Rajoy e la Cancelliera tedesca per l’ex leader indipendentista non si prospetta un futuro proprio roseo dopo la fuga in libertà in Belgio. Ricordiamo che Puigdemont è stato formalmente incriminato per presunta ‘ribellione’ venerdì con altri 24 dirigenti catalani dal tribunale supremo spagnolo, che ha riattivato l’euro-richiesta di arresto ed estradizione nei suoi confronti e di altri 5 riparati in Europa. (agg. di Niccolò Magnani)
SCONTRI SULLE RAMBLAS A BARCELLONA
Carles Puigdemont è stato fermato in Germania: l’ex presidente catalano aveva superato in auto il confine tedesco quando è stato intercettato dalla polizia. Stava tornando in auto in Belgio, provenendo dalla Danimarca, dopo una visita in Finlandia. Il leader indipendentista è stato poi trasferito nel penitenziario di Neumunster. Alla notizia, la Rambla di Barcellona si è riempita di manifestanti a sostegno di Puigdemont, accusato di ribellione allo Stato per il referendum illegale sull’indipendenza della Catalogna e la successiva dichiarazione di indipendenza votata dal Parlamento regionale. “Libertà per i prigionieri politici” e “Puigdemont nostro presidente” sono alcuni degli slogan dei manifestanti, che si sono diretti verso la sede della delegazione della Commissione Europea a Barcellona. Qui hanno scandito un urlo di protesta: “Questa Europa è una vergogna”. La tensione è poi esplosa in scontri tra manifestanti e polizia.
Proprio venerdì scorso il giudice del Tribunale supremo Pablo Llarena aveva riattivato il mandato di arresto europeo contro Puigdemont e gli altri esponenti catalani in esilio. La Repubblica, citando fonti anonime dei servizi spagnoli, ha fatto sapere che il leader indipendentista catalano era sotto controllo fin dalla sua uscita dalla Finlandia. Inizialmente si era pensato di far scattare l’arresto in Danimarca, poi si è preferito farlo arrestare in Germania, Paese con cui la Spagna ha relazioni di cooperazione di polizia migliori. Domani dovrebbe arrivare la decisione sulla durata della custodia in carcere: lo ha spiegato il vice procuratore dello Schleswig-Holstein Ralph Dopper.
CATALOGNA, PUIGDEMONT ARRESTATO IN GERMANIA
L’arresto in Germania complica la posizione di Carles Puigdemont, perché il codice penale tedesco prevede il reato di alto tradimento, equiparabile a quello di ribellione, e pene che vanno dai dieci anni all’ergastolo. La magistratura tedesca, in base alle regole prevista dal mandato d’arresto europeo (in vigore dal 2004), deve decidere se confermare lo stato di fermo mentre si decide dell’eventuale estradizione, che potrebbe peraltro avvenire in tempi molto brevi, anche entro 10 giorni se Puigdemont non si opponesse. Altrimenti la decisione potrebbe essere presa entro 60 giorni. I legali del leader indipendentista, formalmente incriminato per presunta ribellione, hanno fatto sapere, come riportato da Repubblica, che aveva intenzione di mettersi a disposizione delle autorità belghe una volta tornato a Bruxelles. Puigdemont, così come gli altri esponenti catalani in esilio, rischia una condanna fino a 30 anni di carcere. Intanto l’ex consigliera per l’Istruzione catalana Clara Ponstati i Obiols, destinataria anche lei di un mandato d’arresto europeo, si è consegnata alle autorità scozzesi.