Il caso Cataligna tiene banco in Europa, forse un po’ troppo tardi: se infatti la Ue avesse per tempo preso sul serio la diatriba accesa da decenni tra Catalogna e Spagna forse a questo punto non saremmo di fronte ad una regione divisa al suo interno, ad un premier come Rajoy indeciso sul da farsi (e quando ha forzato la mano ha generato più danni che altro) e soprattutto un ex presidente della Generalitat come Carles Puigdemont che dopo l’arresto europeo scattato ieri in Germania viene visto dagli indipendentisti catalani come un idolo, un “santo” che si sacrifica per l’autonomia del proprio Paese. Essere riusciti, nella (mala) gestione del caso Catalogna a far elevare come simbolo un politico che è scappato dalla porta di servizio del Parlamento di Barcellona per fuggire in Belgio, è un “onore” ben poco memorabile. Gli scontri in piazza ieri a Barcellona hanno fatto capire come la situazione anestetizzata per mesi è tutt’altro che vicina alla soluzione; la notizia dell’incriminazione e dell’arresto di Puigdemont (qui tutti i dettagli del mandato di cattura, ndr) ha portato in piazza migliaia di giovani e meno giovani irredentisti catalani, con inevitabili scontri e purtroppo molti feriti nel primo bilancio fatto stamattina. «Almeno 101 persone hanno riportato ferite non gravi, fra cui alcuni agenti. La polizia in tenuta antisommossa ha caricato con manganelli i manifestanti, che in alcuni casi hanno risposto con lancio di oggetti, con l’innalzamento di barrcate improvvisate e incendiato cassonetti», spiega l’AnsaMed in un aggiornamento di poco fa.
PRONTA L’ESTRADIZIONE IN SPAGNA?
Oggi pomeriggio Puigdemont sederà davanti al giudice della Corte di Schleswig-Holstein per avviare il processo su richiesta delle autorità spangole: è stato arrestato con mandato di cattura europeo ieri con l’accusa di ribellione, insurrezione e alto tradimento. In tanti parlano di una estradizione quasi certa verso la Spagna nel prossimo mese e proprio lo scopo dell’udienza di oggi è quello di verificare l’iter per decidere sul mandato d’arresto europeo emesso dalla giustizia di Madrid. Va ricordato che il periodo massimo per decidere ed eventualmente eseguire l’estradizione è di 60 giorni dall’arresto: ora bisognerà decidere mentre gli avvocati di Puigdemont sarebbero disposti a chiedere asilo politico al Governo tedesco. Intanto la Commissione Ue non cambia posizione sulla situazione drammatica in corso d’opera in Catalogna: «la nostra posizione non cambia, nemmeno alla luce dei recenti sviluppi. Se mi chiedete di sviluppi giudiziari, non li commentiamo», fa sapere il portavoce della Commissione di Juncker, Alexander Winterstein.