La Russia prosegue con le sue contromisure adottate in risposta alle azioni dell’Occidente sul caso dell’ex spia russa Skripal e così, dopo gli Usa è toccato all’Europa. Due diplomatici italiani avranno a disposizione una settimana di tempo per lasciare il territorio russo. Mosca, intanto, ha convocato circa una ventina di ambasciatori occidentali per dare il via alle “ritorsioni” contro la raffica di espulsioni a catena di diplomatici russi avviata da 29 Paesi. Ora, a subire una riduzione decisamente importante, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, sarà l’ambasciata del regno Unito a Mosca. La conferma arriva da fonti britanniche che precisano come il ministero degli esteri russo abbia dato 30 giorni di tempo per ridurre la sede diplomatica di Londra che sarà composta dallo stesso numero di cui è composta quella russa nel regno Unito. Non si conosce ancora il numero di diplomatici britannici chiamati ad andare via. Da Londra arriva il rammarico per la contromossa adottata che però non è stata vista con grande sorpresa: “Ce le aspettavamo, alla luce dei precedenti comportamenti della Russia”, commenta il portavoce che però non cambia la sua ipotesi su quanto accaduto sul caso Skripal. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RUSSIA CONVOCA AMBASCIATORI DI 9 PAESI UE
Nella medesima giornata in cui Mosca ha deciso di espellere due rappresentanti dell’ambasciata italiana in Russia, come risposta dalle misure prese dagli Usa e da alcuni Paesi dell’Europa e legate al caso dell’ex spia russa Skripal, lo stesso Paese ha preso anche un’altra importante decisione. La Russia, infatti, ha provveduto a convocare anche gli ambasciatori di Germania, Francia, Regno Unito, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. A darne notizia, come spiega Il Fatto Quotidiano, è l’agenzia Ria. Sputnik ha riportato la testimonianza di un giornalista che trovandosi sul posto avrebbe visto l’ambasciatrice francese, Sylvie Bermann insieme al collega tedesco, Ruediger von Fritsch al ministero russo che in una nota ha fatto sapere: “Il ministero degli Esteri ha convocato alcuni responsabili delle missioni diplomatiche dei paesi che hanno intrapreso dei passi ostili nei confronti della Russia in segno di solidarietà con la Gran Bretagna a causa del cosiddetto caso Skripal. Agli ambasciatori verranno consegnate note di protesta e verranno annunciate le misure di risposta della parte russa”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VIA DALLA RUSSIA DUE DIPLOMATICI ITALIANI
A distanza di alcune ore dalla notizia dell’espulsione di 60 diplomatici Usa dalla Russia, Mosca prosegue con l’adozione delle sue contromisure in risposta a quanto eseguito da Stati Uniti e da alcuni Paesi Europei legate al caso Skripal, l’ex spia russa avvelenata in Gran Bretagna con il gas nervino insieme alla figlia Yulia. A finire nel cortice delle espulsioni a catena sono stati ora anche due funzionari dell’ambasciata italiana in Russia. A darne notizia, come spiega Il Fatto Quotidiano, è stato lo stesso ministro degli esteri di Mosca, Lavrov che ha già provveduto a convocare l’ambasciatore italiano, Pasquale Terracciano. Michele Tommasi, consigliere e vice capo missione della diplomazia italiana a Mosca si è recato presso il ministero dove attraverso una nota verbale gli è stata formalizzata l’espulsione. A darne conferma, attraverso una nota, ha poi provveduto anche la Farnesina. Al momento però non sarebbe trapelata alcuna indiscrezione sui nomi dei due ambasciatori italiani espulsi e che avranno una sola settimana di tempo per lasciare il territorio della Federazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MOSCA ESPELLE 60 DIPLOMATICI USA, PRONTA LA RITORSIONE DI PUTIN
Sono 60 i diplomatici espulsi in queste ultime ore dalla Russia. Mosca ha risposto all’allontanamento dei suoi uomini in tutto il mondo, con la stessa misura, come dire, occhio per occhio, dente per dente. Non si è quindi fatta attendere la ritorsione del presidente Vladimir Putin, rieletto soltanto poche settimane fa, con circa il 70% dei voti. Una guerra diplomatica che sembra non voler terminare, e che anzi, promette di andare per le lunghe. Difficile che si possa tornare al clima dei tempi della Guerra Fredda, fatto sta che fra il blocca Nato e la Russia sembrerebbe esserci una crisi che non si vedeva proprio da circa 30 anni a questa parte. Il tutto è iniziato con il caso di avvelenamento dell’ex spia russa Skripal, e di sua figlia, intossicati gravemente con il gas nervino. La 33enne sta rispondendo bene alle cure, ma continua a rimanere sotto osservazione 24 ore su 24, mentre le condizioni fisiche del padre restano stabili, ma comunque fuori pericolo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
60 DIPLOMATICI USA ESPULSI DALLA RUSSIA
La replica di Mosca all’espulsione di 60 diplomatici russi per decisione di Washington non si è fatta attendere e così nelle passate ore, il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov, ha fatto sapere di aver dato il via alle operazioni per l’espulsione di un numero analogo di diplomatici Usa nonché il ritiro dell’autorizzazione al consolato di San Pietroburgo. E’ questa la contromisura adottata dalla Russia in risposta all’azione degli Stati Uniti per il caso Skripal ma, come anticipato Lavrov, simili provvedimenti saranno presto comunicati anche ai Paesi che hanno partecipato alla catena di espulsioni di diplomatici russi per un totale di 152 persone. Tra questi Paesi figura anche l’Italia che proprio nei giorni scorsi aveva provveduto all’espulsione di due diplomatici russi. La guerra diplomatica, dunque, è ufficialmente iniziata e la risposta di Mosca alle sanzioni occidentali che sono giunte dopo l’avvelenamento dell’ex spia russa in Gran Bretagna non si è certo fatta attendere. Come spiega Il Sole 24 Ore, l’espulsione dei 60 diplomatici statunitensi dal territorio russo sarà completata entro e non oltre il prossimo 5 aprile. Misura che andrà ad affiancare la chiusura del consolato americano di San Pietroburgo. Lavrov, in merito, ha fatto sapere: “Le misure sono speculari, includono l’espulsione di un numero equivalente di diplomatici e includono la nostra decisione di mettere fine all’accordo che permetteva agli Stati Uniti di tenere aperto un consolato a San Pietroburgo”.
CASO SKRIPAL, LE CONTROMISURE DI MOSCA
Le tensioni tra Usa e Russia sono destinate ad accrescere soprattutto dopo la replica di Mosca che in risposta all’espulsione di 60 diplomatici e membri dell’intelligence russa decisa da Washington ed alla chiusura del consolato russo di Seattle avvenuta lo scorso lunedì, ha adottato apposite contromisure. Ora però, i provvedimenti andranno a colpire anche i paesi che hanno sposato le medesime soluzioni, come spiegato dallo stesso Lavrov: “Anche nei riguardi degli altri Paesi tutto sarà speculare per quel che riguarda il numero delle persone che se ne andranno dalla Russia dalle missioni diplomatiche”. Oltre a Stati Uniti e Canada, i Paesi in questione sarebbero ben 14 della sola Unione Europea che hanno annunciato o già eseguito (come nel caso dell’Italia) espulsioni. Il ministro degli Esteri russo inoltre ha annunciato che l’ambasciatore degli Usa, Jon Huntsman, è già stato convocato e qui il suo vice Sergei Ryabov gli esporrà il contenuto delle misure adottate nei confronti del suo Paese. Oltre a quello di San Pietroburgo, gli Usa hanno altri due consolati in Russia, rispettivamente a Yekaterinburg e Vladivostok che però non sono stati menzionati da Lavrov il quale ha però aggiunto: “La Russia vuole non solo reagire alle misure degli Usa e della Gran Bretagna ma anche stabilire la verità nel caso degli Skripal”.