L’uccisione di Alberto Villani, giovane broker 37enne ucciso in Messico con due colpi di pistola alla testa, resta avvolta nel mistero. Il suo corpo senza vita è stato abbandonato un sacco di plastica nero e quella a suo scapito appare essere sempre più una vera e propria esecuzione, ancora senza un movente ben preciso. Il broker lascia la compagna di 28 anni e die figli piccoli. All’indomani dalla notizia drammatica, arrivano i commenti dei vicini di casa di Villani, raccolti dal Corriere della Sera: “Coppia gentile anche se un po’ riservati, comunque gente perbene”, ricordano. Secondo il cognato, è possibile che Alberto “possa aver scelto le persone sbagliate con cui lavorare”. Secondo le prime indiscrezioni, pare che il broker stessa lavorando ad una consulenza relativa all’apertura di un ufficio di servizi finanziari con dei soci messicani. Al momento resta un giallo il motivo di quella esecuzione e soprattutto il significato del biglietto inquietante trovato accanto al cadavere del giovane di Pavia: “Questo mi è successo perché sono un ladro”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MISTERO SUL MOVENTE

La vicenda relativa ad Alberto Villani, il broker di Pavia trovato morto a 37 anni a Città del Messico, sarà destinata a far parlare ancora a lungo, visto che al momento non si ha chiarezza sul movente che avrebbe portato i suoi aggressori a sparare i due colpi di pistola fatali alla testa dell’italiano. Nemmeno la testimonianza della compagna di Villani ha aiutato a comprendere se l’uomo potesse essere entrato in qualche giro pericoloso, di sicuro c’è che il corpo di Villani è stato trovato in un sacchetto con la scritta: “Ecco cosa succede a chi fa il ladro”, facendo dunque pensare che il broker fosse entrato in possesso di una somma di denaro o di qualche oggetto prezioso non di sua proprietà. Situazione sulla quale ora gli investigatori proveranno a lavorare per chiarire un mosaico molto oscuro. (agg. di Fabio Belli)



LE PAROLE DELL’AVVOCATO FALLETI

Claudio Falleti, il legale che rappresenta le famiglie dei tre cittadini italiani, originari di Napoli, che nella giornata di venerdì ha preso parte a Roma ad un incontro alla Farnesina, ha affermato senza mezzi termini come secono la Farnesina: “Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sono vivi e l’attività investigativa si sta muovendo in questa direzione.” Ovviamente non sono trapelate altre notizie riguardo lo stato di salute o dove i tre napoletani scomparsi possano essere stati trattenuti in questi mesi: la convinzione è che i tre siano ancora vivi e si sta cercando di capire con quali interlocutori si possa interloquire per arrivare alla loro liberazione. (agg. di Fabio Belli)



VIVI I 3 NAPOLETANI SCOMPARSI?

E’ un vero e proprio giallo la morte di Alberto Villani, broker 37enne residente a Pavia, ucciso negli scorsi giorni vicino a Città del Messico, con due colpi di pistola sparati alla testa. A fianco del cadavere, riposto in un sacchetto, è stato trovato un cartello lasciato appositamente con la scritta “Ecco cosa succede a chi fa il ladro”, e ciò getta un ulteriore aura di mistero sull’accaduto. La cosa certa è che la nazione messicana sta divenendo pericolosa, soprattutto per i nostri concittadini. Lo scorso 31 gennaio, ad esempio, sparirono tre napoletani, in quel di Tecalitlan. Una vicenda che non è ancora stata chiarita fino in fondo, anche se, negli ultimi giorni sono emersi dei particolari inquietanti che associano la polizia alla malavita locale. In poche parole sarebbero stati gli agenti delle forze dell’ordine a consegnare a dei loschi figuri il trio partenopeo, la cui fine è ancora incerta. Quattro poliziotti sarebbero stati arrestati per aver venduto Vincenzo, Raffaele e Antonio in cambio di una cifra irrisoria, 43 euro… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA POLIZIA INDAGA

Resta un giallo la morte di Alberto Villani, un intermediario finanziario di 37 anni che abitava a Pavia. Il suo cadavere è stato trovato a Tlaltizaplan, in Messico, dove si era recato per lavoro. Il broker è stato ucciso con due colpi di pistola sparati alla testa, lasciato dentro un sacco di plastica nero con un cartello che testimonia la malvagità dei suoi assassini: «Questo mi è successo per essere un ladro». Un’esecuzione. La polizia messicana al momento non avanza ipotesi per spiegare la morte di Villani, legato sentimentalmente ad una donna da cui aveva avuto due figli, uno di quattro anni, l’altro di quattro mesi. Il viaggio di lavoro si è concluso in tragedia per il broker: Villani era partito per fare da intermediario per l’apertura degli uffici di una società finanziaria. Lo ha raccontato la convivente, Corina Astrid Rodriguez, alla Provincia Pavese: «Lo sentivo al telefono ogni giorno e mi sembrava tranquillo. Mi spiegava che il lavoro proseguiva bene e, anzi, aveva prolungato il soggiorno in Messico. Del resto aveva un biglietto di ritorno aperto sino a fine marzo. Mi ero arrabbiata, poi avevo capito. Del resto lo amavo tantissimo. Aveva già acquistato i regali per i bambini. Niente lasciava presagire cosa sarebbe successo». (agg. di Silvana Palazzo)

LA DENUNCIA DELLA COMPAGNA: “DOVEVA CAMBIARE DEI SOLDI”

Emergono ulteriori dettagli circa l’assassino di Alberto Villani, 37enne intermediario finanziario di Pavia, nato in Spagna. Come riportato poco fa dalla versione online del quotidiano La Repubblica, sono state rese note le parole della compagna del broker, Corina Astrid Rodriguez, donna originaria di El Salvador, che vive assieme all’italiano ucciso in Messico. La donna racconta così l’ultimo contatto avvenuto fra i due: «Era andato li (Città del Messico ndr) in taxi perché doveva cambiare dei soldi. Mi aveva detto che mi avrebbe richiamato dopo due ore quando sarebbe rientrato a Cuautla. Invece in albergo non l’hanno più visto». Cosa è successo dopo? Il ragazzo ha agito in maniera forse troppo avventata, o i malviventi che lo hanno assassinato hanno tentato di rapinarlo? Domande a cui stanno cercando di dare una risposta gli investigatori, che stanno appunto indagando su questa morte alquanto sospetta. Il Villani era partito per il Messico il 23 febbraio scorso, e il ritrovamento è avvenuto il 26 di marzo, questo lunedì. L’ultimo contatto con la convivente risale invece al 20 del corrente mese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

UCCISO CON DUE REVOLVERATE ALLA TESTA

Un altro italiano ucciso all’estero. Si tratta di Alberto Villani, 37enne residente in quel di Pavia, nella bassa Lombardia, trovato morto in Messico. Il cadavere del ragazzo, che di lavoro faceva il broker, l’intermediario finanziario, è stato trovato in un sacchetto di plastica in quel di Tlaltizaplan, una cittadina a 100 chilometri di distanza dalla capitale, Città del Messico, di circa 45 mila abitanti, situata nello stato di Morelos. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Villani sarebbe stato ucciso con due colpi di revolver alla testa, e poi abbandonato per strada in un sacco. A darne notizia in queste ore è il quotidiano La Provincia Pavese, che aggiunge altresì che a fianco del cadavere è stato messo appositamente un cartello recante la scritta in spagnolo «Questo mi è successo per essere un ladro».

A LANCIARE L’ALLARME E’ STATA LA COMPAGNA

Gli assassini o l’assassino, hanno quindi volutamente fatto trovare il corpo dell’italiano, probabilmente per testimoniare quello che succede se non si agisce nelle regole. Difficile sapere cos’abbia fatto Alberto, probabilmente si è invischiato in un giro dove non doveva entrare, o magari ha realmente rubato qualcosa, fatto sta che gli investigatori stanno cercando di scoprire più nel dettaglio la verità. Villani viaggiava spesso in giro per il mondo, soprattutto nei paesi di lingua spagnola, anche perché lui erano nato a Valencia. A lanciare l’allarme, lo scorso 20 marzo, era stata la convivente del pavese, una donna originaria di El Salvador, che aveva appunto perso i contatti con il proprio compagno, presentando denuncia alla Questura di Pavia. Come detto in apertura, si tratta del secondo caso di italiano trovato morto all’estero nel giro di poche ore, dopo quello di ieri di Alessandro Fiori, 33enne trovato a Istanbul, in Turchia, col cranio fracassato.