Dalle Olimpiadi a una moratoria sulle attività nucleari e addirittura la disponibilità a un incontro diretto con gli americani. Era solo pochi mesi fa che la Corea del Nord terrorizzava il mondo con i suoi esperimenti nucleari e Trump rispondeva schierando la marina militare al largo del Giappone. Questa improvvisa svolta verso un’accelerazione del dialogo di pace stupisce il mondo, ma secondo Francesco Sisci, analista e commentatore a Pechino, “nonostante le apparenze bisogna manifestare grande prudenza perché la Corea del Nord ci ha abituati da sempre ad alti e bassi e cambiamenti repentini”. Possiamo solo stare a guardare, “la strada del dialogo sembra però aperta in modo concreto”.



Kim Jong-un per la prima volta da quando è al potere ha incontrato un inviato del presidente sudcoreano e avrebbe annunciato la sua volontà di denuclearizzare la penisola coreana. Che succede? Siamo davanti a una svolta imprevedibile fino a ieri?

Che si sia veramente davanti a una svolta non lo sapremo fino a quando la moratoria sarà attiva. Per ora possiamo dirci contenti che ci siano queste premesse e non altri esperimenti nucleari.



Dai tweet di minacce di guerra alla volontà di un dialogo diretto con gli Usa: lei ci crede?

Bisogna dire che, al di là dello scambio di insulti e minacce reciproche tra Kim Jong-un e Trump, c’è stata una paziente opera di tessitura soprattutto americana in tutto questo tempo. Ci siamo focalizzati solo sugli insulti, ma c’è stata un’importante opera diplomatica degli Stati Uniti.

Sembrava che invece fosse la Sud Corea a portare avanti questa tessitura, mentre Trump muoveva le armi.

Senz’altro si sono mosse anche Pechino e Mosca, che evidentemente stanno sostenendo a loro volta la strada diplomatica e sostengono questa apertura al dialogo. C’è un concorso di forze diverse che per ora almeno sta funzionando. Un dialogo da guardare sempre con grande prudenza, perché la Corea del Nord da sempre ci ha abituati agli alti e ai bassi.



Secondo l’agenzia ufficiale nordcoreana Kim Jong-un avrebbe parlato anche di “riunificazione nazionale”. Sembra impossibile, visto la dittatura che vige a Pyongyang, che la Corea del Nord possa aprire le porte, o no?

Ma soprattutto chi riunifica chi e a quali condizioni? Le due Coree non sono le due Germanie di una volta. Questo annuncio sembra propaganda del passato a uso interno, appartiene alla retorica del passato. Ma dopo quello che il mondo ha rischiato accadesse, diciamo che tutto fa brodo e anche questo è un buon segno.

E’ possibile che Kim Jong-un abbia aspettato di essere in una posizione di forza o quantomeno di parità, visto che adesso il suo paese è una potenza nucleare, per aprire il dialogo?

E’ possibile che questo sia un argomento che lui spesso usi per retorica interna. Ma bisogna capire anche come procederà questa moratoria. Uno dei problemi sarà il futuro, cioè cosa si fa dopo. Le posizioni cominceranno ben presto a dividersi, ci saranno pressioni perché la Corea del Nord non solo smetta i test nucleari ma anche elimini gradualmente le armi che già possiede. Ed è tutto da vedere se Kim Jong-un lo accetterà.