Ci ha pensato la Casa Bianca a gettare acqua sul fuoco sulla prospettiva di un accordo diplomatico e soprattutto di un incontro, che avrebbe una valenza probabilmente epocale, tra i leader di Stati Uniti e Corea del Nord. Mentre da Pyongyang sono arrivate voci che sottolineano come per Kim Jong Un la prospettiva di un faccia a faccia con Trump sarebbe considerata interessante, il Presidente Usa ha raffreddato gli animi ricordando come servano “prima i fatti”, ovvero una volontà netta da parte della Corea del Nord non solo per evitare la minaccia di un attacco missilistico verso gli Stati Uniti o forze alleate come la Corea del Sud, ma anche di voler ridimensionare il proprio programma nucleare. Sicuramente gli sforzi diplomatici prodotti durante il periodo Olimpico hanno portato dei frutti, ma l’impressione è che la strada per un incontro Kim-Trump sia ancora lunga da percorrere. (agg. di Fabio Belli)



AL VIA LA GUERRA COMMERCIALE

Con l’approvazione dei dazi il rischio di una guerra commerciale si fa sempre più concreto. Trump è così riuscito a passare dalla previsione imminente di una terza guerra mondiale (con la Corea del Nord) ad un nuovo motivo di dibattito e polemiche che ha già visto gli affondi di Parigi e Berlino. Intanto, sul piano dei rapporti con Kim la situazione sembra volgere per il meglio, in vista dell’incontro chiarificatore che potrebbe svolgersi il prossimo maggio. Ma dove? Tante le ipotesi attualmente al vaglio. Dopo aver parlato di un luogo neutro come potrebbe essere la Svizzera, infatti, vengono avanzate dagli esperti in materia nuove ipotesi sul possibile summit. Secondo Michael Madden, dello US-Korea Institute alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, ci sarebbe una possibilità che l’incontro avvenga nel villaggio nordcoreano di Panmunjom. E’ stato lo stesso a spiegarlo alla Bbc. Qui fu firmato l’armistizio che mise fine alla Guerra di Corea nel 1953. Altra ipotesi paventata da più parti riguarderebbe invece Ginevra, dove Kim ha studiato. In ogni caso si presuppone che i due leader per dar vita al loro summit debbano necessariamente coinvolgere un terzo paese. Non solo, questo implicherebbe anche uno spostamento di entrambi, anche se Kim da quando ha ereditato il potere nel 2011 non ha mai lasciato il suo Paese. I dubbi sul “dove”, dunque, persistono. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



RUSSIA, “VERSO PIENA SOLUZIONE POLITICA”

Sono due, nella giornata odierna, i temi che ruotano attorno al presidente Usa, Donald Trump. Se da una parte dell’approvazione dei dazi con tanto di polemiche, dall’altra ad accrescere l’attenzione è soprattutto l’annunciato incontro con Kim, il dittatore nordcoreano e che potrebbe finalmente rappresentare un passo importante nella direzione dell’atteso dialogo. Attualmente restano da definire tempistiche e luogo dell’incontro, nonostante l’offerta della Svizzera. La Casa Bianca, intanto, evidenzia come l’intento di Trump sia quello di procedere ad una denuclearizzazione di Pyongyang. Dalla Cina e dalla Russia, intanto, sono giunte reazioni positive. Il primo paese, come spiega TgCom24 citando il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang “accoglie con favore questi positivi segnali da parte di Usa e Corea del Nord che vanno verso il dialogo diretto”. Anche la Russia ha inteso positivamente questo desiderio di dialogo. Secondo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si tratterebbe di “un passo nella giusta direzione” e il summit previsto entro maggio dovrebbe portare ad una “piena soluzione politica” e una “denuclearizzazione” della penisola coreana. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



VESCOVI COREANI, “ATTESA DA 70 ANNI”

Prosegue su “doppio binario” la strana giornata di Donald Trump: prima l’annuncio dell’incontro con Kim, poi le polemiche per i dazi confermati, forse anche contro l’Unione Europea. Prima applausi per il presidente Usa, poi critiche feroci da gran parte delle segreterie europee: intanto però arrivano dalla penisola coreana i primi commenti tutt’altro che negativi sulla possibilità di un prossimo incontro tra i due leader vicini mesi fa ad una terza guerra mondiale nucleare. «Aspettavamo questa occasione da 70 anni, la guerra sarebbe un danno irreparabile per entrambe le parti», ha spiegato all’AgenSir l’arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana. Per monsignor Igino Kim Hee-joong, «Recentemente abbiamo chiesto la preghiera e l’aiuto del Santo Padre per la pace della penisola coreana, perché il Santo Padre Francesco conosce bene la situazione della Corea. In varie occasioni ci ha incoraggiato sottolineando l’importanza della pace nella penisola coreana». (agg. di Niccolò Magnani)

SVIZZERA DISPOSTA AD OSPITARE IL SUMMIT

Mentre i dazi approvati da Donald Trump rischiano ora di agitare le cancellerie, portando agli affondi di Berlino e Parigi, è tempo di pensare anche all’ipotetico incontro tra il presidente Usa e Kim Jong-un. Prende sempre più forma il meeting che vedrà finalmente i due leader seduti al medesimo tavolo e che potrebbe avvenire già entro il prossimo maggio. Ora però avanza un interrogativo relativo al “dove” si svolgerà il fatidico incontro. Finora infatti, Kim non ha mai lasciato la Corea del Nord e difficilmente sarà disposto a volare fino a Washington. E’ probabile dunque che sia Trump a sbarcare direttamente Pyongyang? A questo punto sembra essere ancora più auspicabile un incontro in territorio neutro e in tal senso la Svizzera ha già fatto intendere di essere disposta ad accogliere il confronto ribadendo la disponibilità a partecipare agli sforzi di pace. La Confederazione è “in contatto con tutte le parti” ed ha indicato all’Ats il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). Ora però starà a loro prendere la decisione finale. Tuttavia, come riporta AdnKronos, Jim Walsh, esperto di studi sui programmi di sicurezza al Mit ha commentato: “Ci sono altre opzioni: potrebbero incontrarsi in Corea del Sud. Nessuno ha ancora un programma, c’è tanto lavoro da fare fino a maggio”. Non si esclude pertanto che il tavolo possa essere allestito in Giappone se non addirittura presso gli uffici Onu, a Ginevra. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

GERMANIA, “AFFRONTO DA USA”

Una terza guerra mondiale… commerciale: dopo aver rischiato sul fronte nucleare – e si rischia ancora con la Corea del Nord, nonostante l’incontro prossimo con Kim Jong-un – ora con i dazi si rischia una reazione a catena che possa rimettere la comunità internazionale con gli obiettivi puntati contro Donald Trump e gli Stati Uniti. La Ue spera fortemente nell’esenzione sui dazi commerciali nel NordAmerica, mentre Berlino si scaglia contro la decisione del presidente Usa: «il protezionismo americano è un affronto a partner stretti che sono la Ue e la Germania e al livero scambio», spiega il ministro dell’Economia Brigitte Zypries, mentre il portavoce della Merkel aggiunge che la scelta di Trump è illegale per l’intero regolamento dell’Organizzazione mondiale del commercio. La cancelliera prova invece a distendere i toni e cercare una soluzione diplomatica non impossibile, «è da preferire sempre il dialogo per evitare una guerra commerciale perchè nessuno la vincerà». 

LA REAZIONE DEL VICEPRESIDENTE COMMISSIONE UE

Si temeva una guerra nucleare tra Usa e Corea del Nord, invece Donald Trump e Kim Jong-un con la notizia del loro futuro incontro hanno spazzato via per il momento questi timori. Ora però c’è l’ombra di una guerra commerciale globale, perché il presidente americano ha deliberato dazi del 25% su importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio. Il provvedimento non sarà applicato per ora a Messico e Canada, che godranno di una deroga di 30 giorni: «Con loro stiamo negoziando il Nafta, se riusciamo ad avere un accordo che ponga fine al Nafta, non vi saranno dazi». Per gli altri paesi amici garantisce invece molta flessibilità. Trump se la prende soprattutto con la Germania: ha accusato il Paese guidato da Angela Merkel di essersi approfittato degli Stati Uniti e di aver contribuito meno nel finanziamento della Nato. Non si è fatta attendere la reazione di Bruxelles, che non accetta eccezioni per un solo Stato membro dell’Unione europea. «Se cercano di fare un’eccezione per uno dei nostri Stati membri, ciò significa fare un’eccezione per l’intera Ue», ha dichiarato Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione Ue. La Cina non resterà a guardare in caso di guerra commerciale, anzi promette una risposta. Le guerre commerciali «non sono mai la giusta soluzione», soprattutto «in un mondo globalizzato», ha fatto sapere Wang Yi, ministro degli Esteri cinese. (agg. di Silvana Palazzo)

DAZI USA SU ACCIAIO E ALLUMINIO: LA CINA REAGISCE

Scongiurata una guerra, se ne riapre un’altra. Donald Trump apre all’incontro con Kim Jong-Un, ma nel frattempo si apre uno scontro internazionale sui dazi. Il presidente americano ha varato l’annunciata tassa sull’import pari al 25% sull’acciaio e al 10% sull’alluminio, ma ha annunciato flessibilità nei confronti degli alleati che sono disposti a trattare, a partire da Canada e Messico. La minaccia americana però non fa paura alla Cina: il ministero del Commercio «si oppone con decisione» ai dazi voluti dal presidente Usa Donald Trump. Il potente Mofcom è convinto che i dazi «colpiranno seriamente l’ordine del commercio internazionale». Per il momento non ci sono minacce di ritorsioni, ma i produttori di acciaio Cisa e la China Nonferrous Metals Industry Association chiedono azioni. E Pechino tesse con pazienza la sua rete di alleanze di diplomazia economica. Intanto la Corea del Sud esprime soddisfazione per l’annuncio dell’incontro tra Trump e il leader di Pyongyang. «L’accordo è una storica pietra miliare nel percorso di pace della penisola coreana», il commento del presidente sucoreano Moon Jae-in, attraverso il suo portavoce. (agg. di Silvana Palazzo)

COREA DEL NORD: “PRONTI A SOSPENDERE TEST NUCLEARI”

I test nucleari potrebbero essere sospesi nei prossimi mesi (forse già entro maggio) in occasione dell’incontro storico che Kim Jong-un e Donald Trump starebbero per annunciare, con l’importante opera di moral suasion del presidente sudcoreano Moon Jae-in: restano però in vigore tutte le sanzioni, almeno per ora confermate dalla Casa Bianca – «Non è prevista alcuna concessione in cambio dell’apertura al dialogo» – mentre il dittatore di Pyongyang potrebbe aver confermato le voci che lo danno propenso a sospendere per ora proprio quei test che hanno alimentato le dure sanzioni economiche e commerciali anti-Nord Corea. «Pronto a sospendere i test nucleari»: la Cina e la Russia plaudono all’annuncio e la comunità internazionale guarda con speranza a questo possibile accordo preliminare per fare incontrare in due maxi-leader. Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, l’incontro dovrebbe portare ad una «piena soluzione politica della situazione nella penisola coreana a una sua totale denuclearizzazione. Un passo nella giusta direzione e mi auguro che il meeting avrà davvero luogo». (agg. di Niccolò Magnani)

“A BREVE ANNUNCIO IMPORTANTE”

Kim Jong-Un a Donald Trump, “incontriamoci”: importanti segnali di disgelo tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti d’America dopo le frecciatine e le minacce reciproche degli ultimi mesi. Due giorni fa c’è stato un summit tra una delegazione nordcoreana e i rappresentanti della Corea del Sud, con Kim Jong-Un che ha espresso il desiderio di scrivere una nuova storia di riunificazione nazionale. E dalla presidenza sudcoreana arrivano importanti aggiornamenti che travalicano i confini asiatici, con la Corea del Nord pronta a un dialogo diretto con gli USA, offrendo la moratoria delle sue attività sul nucleare e i missili per l’intero periodo dei colloqui. Chung Eui-yong, consigliere sulla sicurezza sudcoreano, ha annunciato: “La parte nordcoreana ha chiaramente affermato il suo impegno alla denuclearizzazione della penisola dicendo che non ci sarebbe alcuna ragione per possedere armi atomiche se la sicurezza del regime fosse garantita e la minaccia militare contro il Nord fosse rimossa”, riporta Il Fatto Quotidiano.

KIM JONG-UN A DONALD TRUMP, “INCONTRIAMOCI”

E c’è grande attesa: Donald Trump ha annunciato che la Corea del Sud effettuerà un importante annuncio alle ore 19.00 americane (1.00 italiane). Il presidente USA non è andato oltre, non specificando il tema, ma il South China Morning Post ha pubblicato il pensiero di un diplomatico sudcoreano, secondo il quale Kim Jong-Un starebbe valutando l’ipotesi di inviare a Washington la sorella im Yo-jong. Un primo contatto, dunque, tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America per discutere la denuclearizzazione della penisola coreana. E secondo Fox, che cita alcune fonti dell’amministrazione americana, il leader nordcoreano Kim Jong-Un avrebbe invitato il presidente Donald Trump a un faccia a faccia. Lo stesso tycoon aveva ricevuto una lettera dal dittatore del regime della Nord Corea, con la missiva consegnata al numero uno statunitense a mano da parte dei rappresentanti della Corea del Sud. Attesi dunque aggiornamenti nelle prossime ore: dalla possibile terza guerra mondiale alla pace, segnali distensivi da ambo le parti…