Sono almeno tredici i camion del convoglio umanitario della Croce Rossa Internazionale che sono entrati oggi a Ghouta, alla periferia di Damasco, sotto assedio da oltre un mese per l’offensiva del regime siriano. Secondo l’Onu nuovi bombardamenti mettono in pericolo il convoglio umanitario entrato nell’ultima roccaforte dei ribelli. Intanto persistono i dubbi su un possibile attacco con armi chimiche: nella notte tra mercoledì e giovedì sono stati segnalati almeno 60 casi di soffocamento, di cui circa la metà dovuta all’uso di gas cloro. I report mostrano numeri drammatici: le forniture mediche sono limitate e sotto attacco, i medici sono allo stremo. Tra il 18 febbraio e il 3 marzo 2018 è salito a 4.829 il numero dei feriti e a 1.005 quello delle persone uccise: 344 feriti e 71 morti ogni giorno. Meinie Nicolai, direttore generale di Medici Senza Frontiere parla di un dilagante senso di impotenza e disperazione: «I nostri colleghi medici raggiungono limiti che non ci si aspetta da nessun essere umano. Sono esausti fino al punto di crollare, dormono pochissimo, quando trovano qualche minuto per riposare, vivono con il timore permanente di essere colpiti dai bombardamenti. Stanno facendo del loro meglio per mantenere attivo qualche sorta di servizio medico, ma tutto si muove contro di loro. L’inarrestabile violazione delle regole della guerra delle parti in conflitto li sta spingendo a fare l’impossibile».
SIRIA, NUOVO ATTACCO CHIMICO A GHOUTA?
Nuovo attacco con armi chimiche in Siria? Nuove accuse piombano sul governo di Bashar al Assad da parte di attivisti e soccorritori che si trovano a Ghouta, l’area della periferia di Damasco controllata dai ribelli sotto assedio da anni. Le forze alleate di Assad hanno lanciato nelle ultime settimane una violenta offensiva e non si esclude il possibile uso di armi chimiche, come era stato fatto a Ghouta nel 2013. Attivisti e soccorritori hanno diffuso video e racconti, accusando il regime siriano di attacchi indiscriminati contro la popolazione civile con il cloro, un agente chimico usato per scopi industriali e che per questo motivo non è soggetto a limitazioni e sanzioni. Finora sono state uccise circa 900 persone da quando è cominciata l’ultima offensiva, circa tre settimane fa. Il governo siriano, come riportato da Il Post, ha negato l’utilizzo di armi chimiche, accusando i ribelli di aver diffuso informazioni e video falsi. Anche alcuni medici a Ghouta hanno smentito la versione degli attivisti, spiegando che i problemi respiratori potrebbero essere stati causati da sostanze emesse da missili inesplosi.
SIRIA, CROCE ROSSA ANNUNCIA: 13 CAMION DI AIUTI A GHOUTA
Per ora non ci sono indagini indipendenti in grado di confermare o smentire le voci sul possibile uso di armi chimiche negli ultimi giorni, ma la Francia ha assicurato che se emergessero riscontri interverrebbe per impedire altri attacchi simili. La situazione comunque resta drammatica. Per questo la Croce Rossa si è attivata per entrare con un nuovo convogli di aiuti a Ghouta dopo aver dovuto rinunciare nei giorni scorsi alla missione. Tredici camion carichi di aiuti umanitari sono entrati questa mattina nel sobborgo a est di Damasco. Dalle 9 alle 14 è in vigore una tregua umanitaria per permettere la consegna degli aiuti. I 13 camion in questione fanno parte dei 46 che sarebbero dovuti entrare nei giorni scorsi, ma che sono stati impossibilitati a farlo a causa delle precarie condizioni di sicurezza, come ha spiegato Inji Sedky, portavoce della Croce Rossa Internazionale. Tra gli aiuti ci sono 2.400 pacchi alimentari e 3.240 confezioni di farina.