Donald Trump è un bugiardo incallito che con un “codice di lealtà” simile a quello usato dai boss mafiosi ha sottomesso il suo entourage. Questo è il pensiero di James Comey, ex capo dell’Fbi il cui libro in uscita sta facendo discutere e che rischia di scuotere ulteriormente la Casa Bianca. Il presidente americano vive in «un bozzolo di realtà alternativa» nel quale cerca di far entrare chi gli sta intorno. «La menzogna su tutto, dalle piccole alle grandi cose, al servizio di un qualche codice di lealtà che mette l’organizzazione sopra la moralità e la verità», ha scritto Comey nel suo libro. Per l’ex numero uno dell’Fbi il tycoon non ha congenitamente il senso di ciò che è giusto e sbagliato: «Questo presidente non è etico, slegato dalla verità e dai valori istituzionali», si legge in un altro estratto pubblicato dal New York Times. E parla anche di una leadership «guidata dall’ego e dalla lealtà a se stesso». (agg. di Silvana Palazzo)



COMEY CONTRO TRUMP: “UN BOSS MAFIOSO”

Un durissimo attacco a Donald Trump: fa già discutere il libro di James Comey, ex capo del Federal Bureau of Investigation, l’FBI. È in uscita la prossima settimana, ma i media americani ne hanno dato le prime ampie anticipazioni. Si tratta di oltre 300 pagine di memorie dal titolo “A higher loyalty: truth, lies and leadership” in cui il presidente Usa è definito «immorale, prepotente, e non legato in alcun modo alla verità». Comey si è tolto più di un sassolino dalle scarpe dopo il licenziamento in tronco nel maggio 2017 per non aver assecondato il voler di Trump, che spingeva per la chiusura delle indagini sul Russiagate. «Trump come un boss mafioso», scrive l’ex numero uno dell’FBI. L’atteggiamento del presidente americano per ottenere lealtà nei suoi confronti è paragonato a quello di un boss mafioso, «un boss in completo controllo» che si circonda di persone che lo assecondano in silenzio, legati a un giuramento di fedeltà.



IL DOSSIER CHE LO OSSESSIONAVA…

Fin dal primo incontro, avvenuto alla Trump Tower nel gennaio 2017, Comey ha avuto l’impressione che il presidente degli Stati Uniti fosse «ossessionato» da un dossier in particolare, quello in cui l’ex spia britannica Christopher Steel sostiene che Mosca possiede materiale per ricattarlo. Si tratta di materiale scottante, come presunti incontri con prostitute in un hotel di Mosca nel 2013. Comey racconta che Trump gli chiese di indagare su un presunto video nel quale il tycoon veniva ripreso nella camera d’albergo dove alcune prostitute urinavano sul letto dove avevano dormito Barack e Michelle Obama. «Lo deve fare per rassicurare mia moglie Melania», gli avrebbe spiegato, negando con forza le accuse. «Vi sembra che sia un ragazzo che ha bisogno di andare con le prostitute?», gli disse. Poi cominciò a parlare di tutti i casi in cui diverse donne lo accusano di molestie sessuali. Un tycoon molto agitato, descritto duramente dall’ex capo dell’FBI, secondo cui «la sua leadership è guidata esclusivamente dall’ego».

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