Era da molto tempo che in un carcere americano non si assisteva a un episodio di tale gravità, paragonabile solo a quello che succede nelle disastrate prigioni brasiliane o messicane. Un episodio che la dice lunga della gravità della situazione anche del sistema penitenziario americano. E’ successo nel carcere di massima sicurezza Lee Correctional Institution del South Carolina, aperto nel 1993 e già noto come uno dei peggiori d’America per i numerosi episodi di violenza al suo interno. La prigione, che ospita ben 1600 persone di cui la gran parte autori di violenti crimini o appartenenti a gang omicide, è evidente che non può più essere gestita come lo è stato fino ad adesso. Tutto questo nonostante il serio impegno di occupare i carcerati in attività di lavoro, come la produzione di calze e indumenti intimi per il settore privato, materassi, cuscini e riciclaggio. Solo la scorsa settimana infatti alcuni carcerati avevano preso in ostaggio una guardia e solo dopo trattative durate ore è stato rilasciato senza venir ucciso. 



IL PRECEDENTE NEL 2017

Tre anni fa due agenti vennero uccisi dai detenuti, un carcerato ucciso a luglio 2017, un secondo a novembre e un terzo a dicembre. Spesso infatti i detenuti si uccidono tra di loro durante violente risse. Ieri l’ennesima rissa sfociata in una autentica battaglia alla fine della quale si sono registrati sette detenuti uccisi e una ventina di feriti, ci sono volute ore perché le guardie penitenziali riprendessero il comando nel carcere, esattamente sette ore come ha riportato il portavoce dell’istituto di correzione. Sempre secondo il portavoce, sarebbero state tre le risse scoppiate in altrettanti diversi padiglioni del carcere, che hanno dato vita a una vera guerra fra detenuti. I responsabili della prigione hanno chiesto da tempo maggiore sicurezza o un cambiamento della politica carceraria, evitando di riunire in un solo istituto, come succede adesso, i peggiori criminali americani. Forse questa sarà la volta per un serio cambiamento della struttura.

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