Oltre al genere maschile e femminile, c’è il “gender creative”. Lo hanno introdotto Kyl Myers e suo marito Brent: la coppia non ha voluto rivelare se sono genitori di un maschio o di una femmina, preferendo «liberarsi dagli stereotipi». La coppia non vuole sentirsi in dovere di far giocare il piccolo o la piccola Zoomer, che ora ha due anni, con bambole o macchinine. «Sarà lei/lui a scegliere in quale sesso riconoscersi, una volta che sarà in grado di esprimersi», hanno dichiarato. I due genitori americani quando parlano a Zoomer usano il pronome “they”. La ragione è stata spiegata dalla mamma su Instagram: «In inglese può essere utilizzato anche per indicare il genere neutro». E questo è sostanzialmente il genere con cui stanno crescendo il/la figlio/a. «Ho deciso di non assegnare un sesso a Zoomer. Aspetterò che scelga da sola/o in quale dei due identificarsi, cosa che di solito succede attorno ai tre o quattro anni, quando la maggior parte dei bambini inizia a indicare se stesso con un pronome maschile o femminile», ha spiegato la madre all’edizione inglese dell’Huffington Post. Per ora solo i parenti più stretti conoscono l’identità di genere di Zoomer.



ZOOMER, MASCHIO O FEMMINA? PER ORA NON HA “GENERE”

I genitori di Zoomer non vogliono che cresca limitata/o da una cultura fatta di stereotipi di genere. Quella che prevede che le bambine si vestano di rosa o sognino di fare le ballerine, mentre i bambini devono giocare con le macchine e diventare astronauti. «Tutto è per tutti. Compriamo vestiti unisex e quando andiamo insieme in un negozio, incoraggiamo Zoomer a scegliere gli indumenti che preferisce, sia dal reparto bambine che da quello per bambini», ha affermato Kyl Myers. Il “gender creative” è un metodo educativo per far sviluppare la creatività di Zoomer. L’idea è di non evitare di regalare le bambole, ad esempio, ma di lasciare che il/la bambino/bambina esprima se stesso/a e quindi i giocattoli che preferisce. Questo sistema si riflette anche nella gestione della casa: i genitori si dividono i compiti in base a quello che c’è da fare. Entrambi cucinano, puliscono e lavorano. Il “gender creative” però non è un metodo adatto a tutti. Per questo se i genitori di un bimbo lo identificato con un “lui” o una “lei”, si adeguano alle scelte di quella famiglia.

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