All’indomani dell’eclatante vittoria alle elezioni presidenziali di Al Sisi, si ragiona sul risultato elettorale ed è già nell’aria l’ipotesi riforme costituzionali che potrebbero cambiare il volto all’Egitto. “Una revisione costituzionale è molto probabile”, spiega Clément Steuer, esperto di politica del centro studi Cedej, “potrebbe contenere modifiche ai poteri del parlamento e alle modalità di nomina del primo ministro, il tutto per aumentare il potere del presidente”. Il plebiscito di al Sisi, dunque, darebbe il via libera a un vero e proprio regime. Un’ulteriore legittimazione arriva da Putin: “I risultati elettorali hanno chiaramente confermato un’importante autorità tra i suoi compatrioti e un ampio sostegno alle sue politiche”. Insomma, “è il trionfo della democrazia!”, chiosa indirettamente qualcuno. I risultati de Il Cairo erano noti già prima dell’ufficialità. Situazione similare quella russa, dove Putin ha messo d’accordo il 76 per cento della popolazione votante. Dal punto di vista del popolo, a giudicare anche dalle reazioni sui social, a regnare, al momento, è l’apatia, unita a una certa rassegnazione nei confronti di un risultato “scontato”. (Agg. di Rossella Pastore)



L’ELEZIONE DI AL SISI

Eletto col 96,9% nel 2014, 97,08% nel 2018: Abdel Fatah Al Sisi, il presidente egiziano è stato rieletto con la conferma giunta oggi da Il Cairo con una percentuale che addirittura riesce a battere quella russa di Putin di due settimane fa. I risultati definitivi delle elezioni svoltesi dal 26 al 28 marzo confermano le previsioni della vigilia e promuovono il generale di nuovo a capo del Governo egiziano contro lo sfidante Moussa Mustafa Moussa (che ha peraltro sempre appoggiato Al Sisi in passato, ndr) al 2,9%. Affluenza bassa però, al 41,5%, il che rappresenta il vero punto dolente di Al Sisi in un Paese che non è per nulla convinto della sua leadership e che in parte vorrebbe il ritorno dei Fratelli Musulmani, storicamente avversari ostili alla guida del generale egiziano. Affluenza bassa e alto il numero di schede annullate, circa 1.762.231 di voti dichiarati nulli (il 7,2% del totale). Tra questi, circa un milione sono gli egiziani che hanno votato per Mohamed Salah, il fenomenale attaccante ex Roma ora in forza al Liverpool, attualmente il calciatore più forte di tutta l’Africa: un voto di protesta, chiaramente, che vorrebbe alla guida della politica la stella che ha già portato l’Egitto ai Mondiali di Russia. Il capitano in forza al Liverpool però non sembra così “prossimo” ad avvicinarsi ai temi e discussioni della politica nel proprio Paese: dopo la doppia amichevole giocata in Svizzera infatti ha deciso di tornearsene in Inghilterra e non è tornato in Egitto con la squadra per poter votare.



MATTARELLA, “ORA LA VERITÀ SU GIULIO REGENI”

L’opposizione di Al Sisi ha bollato come una «farsa» l’intera votazione politica che dopo 4 anni ha riportato il generale alla guida del Governo egiziano: molti aspiranti candidati arrestati, opposizione che grida al broglio e ai voti di scambio già da giorni. In tutta questa vicenda assai complicata, tra i primissimi messaggi giunti dopo la vittoria di Al Sisi, è quello di Sergio Mattarella a destare interesse non tanto per le congratulazioni di rito fornite al suo omologo egiziano. Il Capo dello Stato italiano (qui il messaggio integrale pubblicato dal sito dell’Ambasciata Italiana al Cairo, ndr) ha infatti ricordato ad Al Sisi come bisognerà nei prossimi mesi compiere numerosi progressi sull’annoso caso Giulio Regeni: «Abbiamo accolto con favore le dichiarazioni da lei fatte in più occasioni circa l’impegno suo personale e delle istituzioni egiziane a pervenire a risultati definitivi sulla barbara uccisione di Giulio Regeni. Sono certo – ha scritto il presidente Mattarella nel suo messaggio – che il raggiungimento della verità, attraverso una sempre più efficace cooperazione tra gli organi investigativi, contribuirà a rilanciare e rafforzare il rapporto storico di assoluto rilievo tra i nostri Paesi». Per il Presidente della Repubblica, Egitto e Italia sono molto vicini per storia e relazioni amichevoli: «Confido che nel corso dei prossimi anni l’Egitto potrà realizzare importanti riforme e progressi in campo politico, economico e sociale, secondo le aspettative dell’amico popolo egiziano. L’Italia, come sempre, non farà mancare il suo sostegno», conclude Mattarella.

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