Le proteste di massa sono proseguite anche in questo quarto venerdì di sangue consecutivo. Quattro le vittime tra i manifestanti palestinesi, tra cui anche un ragazzo di 15 anni, ucciso a causa delle gravi ferite alla testa, come riportato dal ministero della sanità di Gaza. A nulla sarebbe valso l’avvertimento da parte dello Stato ebraico “di non partecipare ad atti di violenza contro le forze israeliane” attraverso alcuni volantini giunti via cielo, ai quali la replica è stata ancora più dura, resa concreta dalla presenza di 3000 manifestanti lungo il confine. La popolazione palestinese, già nei giorni scorsi era stata invitata a partecipare in massa alla nuova giornata di protesta. Purtroppo però, tutte le vittime e gli oltre 600 feriti sono ancora una volta palestinesi caduti sotto il fuoco israeliano. L’esercito di Netanyahu aveva denunciato i “tentativi di avvicinarsi alle infrastrutture di sicurezza, con l’incendio di copertoni vicino a queste e con tentativi di lanciare aquiloni con oggetti incendiari attaccati. Diversi di questi hanno superato la barriera passando in Israele”, motivando così il nuovo spargimento di sangue. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



HAMAS INNEGGIA AD ARAFAT

Gli ultimi aggiornamenti che arriviamo dal Ministero della Salute nei territori palestinesi (dunque da prendere con le molle, esattamente come quando interviene il governo d’Israele dall’altra sponda) parlano di 4 morti e almeno 600 feriti nei nuovi scontri del 4 venerdì consecutivo della Marcia di Ritorno. Sarebbero tre uomini molto giovani (29,25 e 24 anni) e un adolescente di 15 che sono stati uccisi negli scontri tra l’esercito di Tel Aviv e i manifestanti “lanciati” da Hamas nella continua protesta anti-Israele sulla Striscia di Gaza. Stamane la popolazione palestinese, nell’iniziare l’ennesima giornata di manifestazioni, era stata sollecitata ad un’alta partecipazione e nuovi incitamenti sono stati inviati dagli esponenti di spicco dell’organizzazione Yihia Sinwar e Ismail Haniyeh che si sono portati lungo la linea di demarcazione con lo Stato Israeliano. «Se Abu Ammar (Yasser Arafat) fosse ancora vivo, sarebbe qua insieme a noi», hanno ripetuto i leader di Hamas per caricare ancora di più la folla. (agg. di Niccolò Magnani)



AQUILONI-MOLOTOV OLTRE LA FRONTIERA

Sale ancora il numero dei feriti (che si vanno ad aggiungere ai due manifestanti morti) a seguito degli scontri tra manifestanti palestinesi ed esercito israeliano al confine tra la Striscia di Gaza e lo stato affacciato sul Mar Mediterraneo. Le protese andate in scena per il quarto venerdì consecutivo nella cosiddetta “Marcia del Ritorno” hanno fatto salire nuovamente il livello della tensione tanto che, rispetto ad alcune ore fa, il Ministero della Sanità di Gaza parla non più di 40 ma di 120 feriti, compresi anche coloro che sono stati intossicati dai lacrimogeni in dotazione all’esercito israeliano. Sull’altro versante, invece, si lamenta oltre alla propaganda palestinese veicolata attraverso dei volantini in cui si invitano i sionisti a “tornare da dove venite e a non seguire gli ordini dei vostri comandanti” e che inneggiano a “Gerusalemme capitale della Palestina” anche l’espediente delle bimbe molotov attaccate a degli aquiloni con i colori della bandiera dello Stato del Vicino Oriente per superare la frontiera presidiata dagli uomini armati. (agg. R. G. Flore)



NUOVI SCONTRI AL CONFINE CON LA STRISCIA DI GAZA

Per il quarto venerdì consecutivo, al confine tra la Striscia di Gaza e Israele proseguono le proteste di massa contro l’occupazione israeliana nell’ambito delle iniziative relative alla “Marcia del ritorno”. Purtroppo, anche nella giornata di oggi, gli scontri hanno portato a nuove vittime e numerosi feriti tra i manifestanti. Come spiega l’agenzia di stampa Ansa, il ministero della Sanità di Gaza ha già diffuso i primi dati annunciando la morte di due persone, entrambi manifestanti palestinesi e il ferimento di altre 40. Sono cinque i luoghi lungo la Striscia nei quali sono in corso i nuovi scontri che vedono la partecipazione di circa 3000 palestinesi. E’ quanto rende noto l’esercito dello stato ebraico che ha denunciato alcuni tentativi di farsi strada verso le infrastrutture di sicurezza con tanto di incendi di copertoni e lancio di oggetti incendiari anche per mezzo di aquiloni. In risposta a queste azioni, l’esercito israeliano sarebbe intervenuto con “mezzi di dispersione e con spari secondo le regole di ingaggio”. La situazione, dunque, ad oggi appare essere la medesima delle passate settimane, quando nei precedenti venerdì si sono registrati scontri simili e le stesse reazioni da parte dell’esercito che hanno provocato molto morti e feriti tra gli stessi manifestanti.

GLI AVVERTIMENTI DELL’ESERCITO DI ISRAELE

Nella mattinata di oggi, alla vigilia dei nuovi scontri tra Gaza e Israele, alcuni velivoli dell’esercito dello stato ebraico avevano lanciato su Gaza dei volantini in arabo con i quali invitavano i palestinesi a evitare ogni tipo di avvicinamento alla barriera difensiva. “Vi consigliamo caldamente di non partecipare ad atti di violenza contro le forze israeliane e di tenervi lontano dai terroristi. Hamas vi usa come strumento per i suoi interessi. I nostri soldati faranno tutto il necessario per bloccare attacchi o assalti”, era il messaggio in essi contenuto, come riporta l’Ansa. Nonostante gli avvertimenti però, numerosi manifestanti, prima di spostarsi nei cinque punti lungo la barriera, avevano replicato nella medesima maniera, realizzando volantini, fatti recapitare verso Israele attraverso aquiloni in cui, in lingua araba e ebraica recitavano: “Sionisti, per voi non c’è spazio in Palestina. Tornate nei Paesi dai quali provenite. Non obbedite ai vostri leader, che vi mandano alla morte o alla prigionia”.