E’ salito a 19 il numero delle vittime dell’attacco terroristico in una chiesa nigeriana durante la celebrazione della Liturgia, attacco avvenuto nella zona di Gwer Est. Le ultime notizie dicono che non si è trattato come si pensava di un attentato delle milizie islamiche di Boko Haram, ma pur sempre di un gruppo islamista della etnia Fulan, da tempo in guerra con i cristiani della zona. Si tratta sostanzialmente di una lotta tra allevatori, i primi, e contadini, per il possesso delle fonti d’acqua. Il governo nigeriano ha tentato una mediazione ma ogni tentativo di accordo è fallito. Negli ultimi mesi i morti sarebbero stati circa 300, da quando l’esercito nazionale ha cominciato a ritirarsi da queste zone. La Nigeria è sconvolta ormai da molti anni da attacchi terroristici in ogni sua parte, il prossimo 30 aprile il presidente nigeriano si recherà a Washington a incontrare Donald Trump in cui a tema sarà senz’altro la situazione gravissima del paese come confermato dal comunicato ufficiale della Casa Bianca: “Il Presidente Trump è impaziente di discutere dei modi per rafforzare il nostro partenariato strategico e far progredire le nostre priorità: promuovere la crescita economica e le riforme, combattere il terrorismo e altre minacce alla pace e alla sicurezza, e consolidare il ruolo della Nigeria come leader democratico nella regione”.
GUERRA TRA CRISTIANI E MUSULMANI
Cristiani perseguitati e massacrati ancora una volta in Nigeria, da un commando terroristico quasi sicuramente appartenente al gruppo Boko Haram o ad altre formazioni islamiste che da anni insanguinano il paese. E’ successo nel villaggio di Mbalom nello stato di Benue, dove alcuni uomini armati sono entrati nella chiesa locale durante la celebrazione della Liturgia e sono arrivati all’altare dove hanno aperto il fuoco e ucciso i due sacerdoti celebranti. Quindi hanno rivolto le armi sui fedeli e ne hanno massacrati almeno 17 stando alle prime ricostruzioni ufficiali. Poi sono fuggiti e non paghi hanno incendiato almeno 50 abitazioni e dei campi. Un atto sacrilego al massimo della sua blasfemia e anche il tentativo di cancellare, incendiando, ogni presenza civile dei cristiani in Nigeria come accade da anni. I due sacerdoti uccisi si chiamavano Joseph Gor e Felix Tyolaha.
NIGERIA, STRAGE IN CHIESA DURANTE LA MESSA
Il presidente nigeriano Buhari ha condannato l’attacco, parole di circostanza che appaiono inutili alla luce del suo governo di non combattere seriamente il terrorismo: “Quest’ultimo attacco a persone innocenti è particolarmente deplorevole. Violare un luogo di preghiera, uccidere preti e fedeli non è solo un atto vile, malvagio e satanico, ma è chiaramente pensato per aizzare il conflitto religioso e far sprofondare le nostre comunità in un bagno di sangue senza fine” ha detto. Sempre secondo le prime ricostruzioni gli assalitori apparterebbero alla etnia musulmana dei fulani mentre il villaggio cristiano è abitato dai bachama: da dicembre dello scorso anno almeno cento persone sono state uccise in scontri per l’accesso alle risorse naturali, in particolare l’acqua. La zona infatti è colpita da un lungo periodo di siccità. Lo stesso presidente della Nigeria appartiene all’etnia fulana e da più parti è accusato di sostenerla. Inutilmente si è cercato un accordo fra pastori e contadini, perché diversi stati federali lo hanno bloccato.