Da oggi e per circa tre mesi sono previsti 36 giorni di sciopero in Francia per tutti i ferrovieri di Stato: treni ad alta velocità, regionali e locali, – ma anche netturbini e piloti di Air France – scioperano tutti contro la riforma che il Governo Macron ha messo in campo rivoluzionando il prossimo mondo dei trasporti francesi e sollevando prevedibile sommosse “popolari” da chiarire bene in questo tempo di trattative sindacali. Da chiarire se si tratti di un movimento popolare reale alla base delle proteste o se invece sono più i comitati sindacali a lamentare la riforma voluta da Macron che, in particolare, mira all’eliminazione delle assunzioni a statuto speciale per i ferrovieri e alle nuove modalità di apertura del settore alla concorrenza. Il martedì nero di oggi che vede, giusto per fare un esempio, un solo Tgv (Treno ad alta velocità) attivo su 8 con relativo caos generale dei pendolari rimasti chiusi nelle stazioni o nei luoghi di lavoro senza aver possibilità di tornare a casa in orari civili. Rete interamente paralizzata non solo verso Parigi ma un po’ in tutta la Francia: la protesta dello staff di Sncf è cominciata alle 19 di ieri sera, dando il via a uno stop di due giorni su cinque fino al 28 giugno, che porterà disagi ai circa 4,5 milioni di passeggeri dei treni in Francia.
LA RIFORMA DI MACRON
Non solo, il maxi sciopero su treni e aerei ha avuto come primissimo impatto immediato il traffico automobilistico letteralmente impazzito: 425 chilometri di ingorghi intorno a Parigi contro una media di 325 chilometri. Secondo i sindacati, il progetto di riforma voluto dal Governo Macron «mira a distruggere il servizio pubblico ferroviario con un puro dogmatismo ideologico e non regolamenterà la questione del debito (che per SNCF Réseau alla fine del 2017 ammontava a 46,6 miliardi di euro) né quella dei malfunzionamenti», si legge nella nota dei sindacati oggi in sciopero e per i prossimi tre mesi. L’impatto così devastante è voluto dai sindacati per provocare una opinione pubblica che finora, nei sondaggi, reputa ingiustificate le proteste dei ferrovieri ma che davanti ad uno sciopero così prolungato potrebbero anche cambiare idea abbastanza rapidamente (calcolo sindacati ben poco nobile, se così fosse…). La riforma intende riformare radicalmente l’intero settore ferroviario della Sncf (Société Nationale des Chemins de fer Francais, la nostra Fs itaialian) andando a ripianare parte del debito enorme contratto negli scorsi decenni; non solo, Macron vuole tendere ad abolire la presenza massiccia dello stato nella ferrovia aprendo a possibili privatizzazioni visti come fumo negli occhi da sindacati e gran parte dei ferrovieri. Al momento, i francesi si dicono in appoggio alla riforma macroniana che però ora dovrà superare l’ostacolo più grande: l’impasse di ben 3 mesi di sciopero che rischiano di mettere in ginocchio l’economia e la società francese, se a breve non si arriverà ad un accordo più o meno stabile.