«Esprimo la piena solidarietà dell’Italia al popolo afgano e cordoglio alle famiglie delle vittime»: il messaggio del Ministero degli Esteri italiano, Angelino Alfano e francese, Jean-Yves Le Drian è assai simile. Come simile è la condanna dell’Europa all’ennesima strage dello Stato Islamico in Medio Oriente, questa volta in Afghanistan nella città di Kabul. Secondo le informazioni raccolte dalle agenzie internazionali e dal confronto con i dati forniti dagli ospedali e dal ministero della Salute in Afghanistan, emergono che 9 vittime sulle 40 totali erano dei giornalisti, alcuni anche molto famosi, al seguito della nutrita pattuglia degli inviati di guerra a Kabul da ormai diversi anni. Si tratta di Mahram Durani, Ebadullah Hananzai e Sabawoon Kakar dell’Azadi Radio, Yar Mohammad Tokhi cameraman di TOLOnews, Ghazi Rasooli e Nowroz Ali Rajabi giornalista e cameraman di 1TV. Nella lista dei morti dopo il duplice attentato rivendicato dall’Isis troviamo anche i due cronisti di Mashal TV, Saleem Talash e Ali Saleemi  e ovviamente il noto fotografo di guerra dell’Afp, Shan Marai. Una vita al confine a descrivere le guerre e gli attentati e una fine indegna provocata dall’attacco, continuo, degli islamisti di Daehs. (agg. di Niccolò Magnani)



REGISTA RAI, “NESSUNO ESCE PIÙ DA KABUL”

In un breve dialogo con l’Ansa, il regista della Rai Andrea Salvatore racconta da Kabul queste ultime ore sotto estremo terrore: «Ero in una zona bunkerizzata, e ho sentito un forte botto. Ci siamo mossi dopo la prima esplosione», spiega il regista che si trovava a Kabul per registrare un documentario sui soldati italiani nel Paese quando sono scoppiati i due kamikaze entrati in azione questa notte. «Stiamo per prendere un elicottero per andare in un posto a dieci minuti da qui. Ancora non ho visto il sito della strage anche perché fuori a Kabul non esce nessuno, parlo di italiani o forze Nato. Non esce nessuno se non con una protezione massima». La situazione è assai grave in Afghanistan e l’attacco orrendo contro i giornalisti (almeno 9 dei 29 morti dopo il duplice attentato sarebbero cronisti, ma alcuni dati più ufficiosi danno il conto delle vittime ben più alto e vicino alla centinaia). Gli Stati Uniti intanto, con una nota rilasciata dalla ambasciata Usa a Kabul, condannano gli attentati dell’Isis: «Gli Stati Uniti condannano con forza gli efferati attacchi di Kabul. Esprimiamo il nostro cordoglio alle famiglie, agli amici e ai colleghi di tutte le vittime, tra cui ci sono anche alcuni coraggiosi giornalisti. Laddove i media sono in pericolo, sono minacciati tutti i diritti umani». (agg. di Niccolò Magnani)



FORSE UN TERZO ATTACCO A KANDAHAR

E’ stato ribattezzato come strage dei giornalisti, il doppio attentato kamikaze che ieri sera ha provocato un’ondata di nuove morti a Kabul, in Afghanistan. Tpi rivela che gli attentati dell’Isis (rivendicati) messi a segno non sarebbero stati due bensì tre. I primi due avrebbero visto due kamikaze farsi saltare in aria a 20 minuti di distanza l’uno dall’altro, il secondo fingendosi un cronista e mischiandosi tra i giornalisti presenti sul posto per documentare il primo fatto terroristico. A Kandahar, poi, sarebbe stato colpito un convoglio Nato, con un primo bilancio di 13 morti e 15 feriti, per un totale di 42 persone morte, tra cui nove giornalisti rimasti uccisi. Tra le persone colpite nel terzo attacco ci sarebbero anche molti civili e nel dettaglio studenti di una Madrassa così come soldati stranieri. Sul posto del duplice attentato kamikaze c’era anche Andrea Salvadore, un regista della Rai che si trova nella capitale afgana per girare un documentario sui soldati italiani, il quale all’Ansa ha raccontato: “Ero in una zona bunkerizzata, e ho sentito un forte botto. Ci siamo mossi dopo la prima esplosione”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ISIS RIVENDICA: “ATTACCO ALLA STAMPA”

Due attentati kamikaze, a distanza di 30 minuti l’uno dall’altro sono stati registrati ieri a Kabul, in Afghanistan. Secondo quanto rivelato da fonti di polizia, le vittime sarebbero almeno 29 – tra cui 8 giornalisti – ed oltre 49 i feriti. Il Fatto Quotidiano, nel darne notizia, cita i media internazionali per i quali la seconda esplosione “era mirata a colpire i cronisti accorsi per coprire l’attacco”. La doppia strage è stata rivendicata dall’Isis che ne ha dato notizia attraverso un comunicato pubblicato dalla sua agenzia di stampa Amaq e nel quale si legge che le vittime dell’attacco sarebbero “fra 90 e 100 persone”. Dopo la prima esplosione avvenuta nel quartiere di Shashdarak, vicino al Dipartimento nazionale di sicurezza, sarebbero passati circa 30 minuti prima che un secondo kamikaze si facesse esplodere in mezzo ai giornalisti, accorsi per documentare l’accaduto. Oltre a Shah Marai, fotografo di Afp, hanno perso la vita anche due giornalisti afghani, un cameraman di Tolo Tv e, secondo il ministero della Sanità del Paese anche altri dipendenti di 1TvNews, Jahan Tv e Azadi Radio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

DOPPIO ATTENTATO IN AFGHANISTAN

Ancora sangue a Kabul, in Afghanistan, dove in seguito ad un duplice attacco kamikaze rivendicato dall’Isis sono morte almeno 25 persone e altre 45 sono rimaste ferite. Nelle due esplosioni sarebbero rimasti uccisi anche otto giornalisti. Una vera e propria strage di reporter, dunque, sebbene il numero delle vittime sia destinato a salire vertiginosamente nelle prossime ore. Le due esplosioni, come riporta Il Giornale, si sono consumate nell’area di Shashdarak, dove si trovano numerosi edifici istituzionali, tra cui quello occupato dalla Nato e diverse ambasciate straniere. A colpire per prima è stata una bomba fatta esplodere da un attentatore suicida in motocicletta. La seconda ha invece colpito un gruppo di giornalisti che si trovavano sul posto per documentare l’evento. E’ proprio nel secondo attacco che sarebbero rimasti uccisi numerosi reporter, fotografi e cameramen, nel mirino degli attentatori. A colpire sarebbe stato proprio un uomo che si sarebbe spacciato per un collega. Tra le vittime ci sarebbe anche Shah Marai, il capo dei fotografi dell’Agence France-Press (Afp) in Afghanistan.

KABUL, FOTOGRAFO AFP UCCISO

Shah Marai, fotografo di Agence-France Presse a Kabul, in Afghanistan, è morto ieri in seguito al secondo attacco kamikaze rivendicato dall’Isis e che ha avuto come obiettivo proprio un gruppo di giornalisti presenti sul posto per “coprire” il primo attentato. Nato a Kabul, il fotografo di Afp aveva appena 41 anni. Come spiega Il Post, aveva lavorato inizialmente come autista per l’Agence France Press nel 1995 e dal 1998 come fotografo, raccontando con i suoi scatti i numerosi attentati e i fiumi di sangue che negli anni hanno caratterizzato il Paese. Gli attacchi e le esplosioni nel territorio afghano non si fermano e nelle ultime settimane sono state numerose le vittime civili. Ieri, una donna e due bambini sono morte nella zona di Nangarhar, a est dell’Afghanistan, in seguito al colpo di mortaio inesploso. L’esplosione ha provocato il ferimento di altri sette bambini. Solo due settimane fa altre sei vittime erano state registrate nella provincia a sud di Helmand in seguito all’esplosione di un0autobomba che voleva colpire una base dell’esercito mentre altre 57 persone erano morte a Kabul due domeniche fa in seguito ad un altro attacco kamikaze.