A pochi chilometri dalla città messicana di Tijuana, da sempre nota come punto di incrocio fra americani in cerca di avventure facili con sesso e droga e disperati in cerca di entrare negli Stati Uniti, c’è il punto di accesso di San Ysidro lungo il confine tra i due paesi. Superato l’accesso, ecco il paradiso di San Diego sognato da tutti i poveracci dell’America centrale e latina. Ma il confine è chiuso. Una carovana composta da circa 200 persone tra cui donne e bambini, al termine di una odissea cominciata più di un mese fa e a 2500 chilometri più a sud, nei paesi del centro America, disastrati da dittature e guerre civili, è ferma a Tijuana. Domenica scorsa una ventina di loro sono arrivati fino ai cancelli di San Ysydro chiedendo l’accesso agli Usa, che è stato loro negato con la ragione che il centro di accoglienza ha già esaurito la propria disponibilità (in tutto 300 posti, una cifra ridicola).



CONFINE USA-MESSICO, OLTRE 200 MIGRANTI IN ATTESA DI ASILO

Qualora dovessero comunque passare, comincerebbe un via vai burocratico lunghissimo e quasi ogni possibilità sarebbe contro di loro. Il caso ha prontamente scatenato gli usuali tweet furiosi del presidente americano Trump, in cui ha criticato la mancanza di una legge sull’immigrazione adeguata e ha immediatamente dato ordine di schierare al confine la Guardia nazionale, rendendo nuovamente tese le relazioni fra Stati Uniti e Messico. Trattandosi però di persone che denunciano persecuzioni e paura di essere uccise nei loro paesi di origine, potrebbero ottenere, anche se in modo temporaneo, il permesso di ingresso e far valere le loro richieste ai tribunali americani. Sembra che una cinquantina di loro saranno ammessi a breve per far valere le ragioni. 

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