Nei giorni in cui il presidente Erdogan è tornato prepotentemente a rivendicare misure durissime contro gli affiliati (o ritenuti tali) della rete dell’imam Fethullah Gülen, la sparatoria all’Università potrebbe avere alcuni legami a riguardo. Certezze non ve ne sono, ma di certo sia il preside di facoltà che il procuratore incaricato dell’indagine dopo la strage avvenuta oggi all’ateneo di Eskisehir hanno voluto sottolineare come Volkan Bayar abbia diversi legami in passato con la rete golpista odiata da Erdogan tanto quanto i curdi. Di indizi non ve ne sono ma di certo l’interrogatorio che scatterà nelle prossime giornate verteranno su queste accuse, oltre che di attentato e omicidio di 4 persone innocenti; oggi tra l’altro è stato prorogato per la settima volta consecutiva lo stato di emergenza in Turchia dopo il fallito golpe del 2016 ed è stato soprattutto richiesto l’ergastolo per 31 imputati tra cui il giornalista Sahin Alpay, definiti “traditori vicini al Fetullah Gulen”. «Ai componenti della redazione di Zaman viene contestato il legame economico con Gulen. Per tutti loro, 17 in carcere, 6 in libertà vigilata e altri 8 giudicati in contumacia, tra cui il direttore Ekrem Dumanli, l’accusa è di terrorismo», spiega un focus del portale Articolo21.
SPARATORIA IN UNIVERSITÀ IN TURCHIA
Terrore nell’università di Eskisehir in Turchia, a circa 300 chilometri da Istanbul: non si tratta però, a quanto pare dalle prime informazioni, di un attentato terroristico di stampo islamista bensì l’azione solitaria di un assistente ricercatore identificato come Volkan Bayar, da poco arrestato dalla polizia per fortuna senza ulteriore spargimento di sangue. Eh sì purtroppo, poco prima l’attentatore aveva sparato all’impazzata all’interno della Facoltà di Scienze dell’Educazione uccidendo il vicepreside, un segretario di facoltà, un docente e uno studente e ferendo almeno altre tre persone presenti e innocenti. Stando alle prime informazioni raccolte dai media turchi, alla base del gesto vi sarebbe una lite e profondo dissidio tra l’attentatore e i suoi colleghi; a confermarlo sarebbe intervenuto anche il rettore dell’ateneo Hasan Gonen. Bayar è entrato nell’ufficio del preside di facoltà al terzo piano dell’Università e ha colpito a morte le primissime persone che gli sono capitate davanti, seminando il panico in tutta quell’ala dell’ateneo. Il preside, nei confronti del quale Bayar nutrirebbe i risentimenti più profondi e aveva deciso di ucciderlo, non si trovava nella stanza per puro caso e così si è salvato incredibilmente.
L’ATTENTATORE È STATO ARRESTATO
L’Università si chiama Osmangazi e si trova nella zona vecchia della città di Eskisehir, centro da quasi un milione di abitanti: secondo la CNN Turca, la polizia è riuscita ad arrestare l’attentatore sul quale pendono accuse in passato di presunti legami con la rete anti-Erdogan del golpista Fethullah Gulen. Come sempre, quando i media turchi riconducono qualche membro criminale arrestato o ucciso alla rete golpista che organizzò il fallito colpo di stato nel luglio 2016 bisogna sempre andarci coi piedi di piombo per evitare di cascare all’interno della vasta rete ideologica anti-Gulen del presidente Erdogan. Al netto di tutto questo, il rettore ha confermato che il dottorando killer è una persona «altamente problematica» e sotto indagine amministrativa per i legami predetti con Gulen. L’interrogatorio in atto tra qualche giorno, farà emergere le motivazioni dell’attacco: «se si tratta semplicemente di ragioni criminali, oppure se legate a eventuali motivi politici, niente viene escluso in questo momento dai media turchi», spiega lo speciale di Repubblica.