L’ex spia russa, Sergei Skripal, dopo la paura per via dell’avvelenamento avvenuto all’inizio del mese scorso, non è più in pericolo di vita. La notizia giunge ad un giorno dalle rassicurazioni che erano arrivate anche da parte della figlia Yulia, anche lei in via di miglioramento. Ora, dunque, la speranza è che siano le stesse vittime a fare chiarezza definitiva sull’accaduto. Ciò che si apprende, però, è che di misteri dietro questa storia ce ne sarebbero ancora tanti. Uno di questo riguarderebbe il visto che sarebbe stato negato alla cugina di Yulia. Durante la telefonata a Mosca delle passate ore nella quale la donna annunciava alla sua parente di stare meglio, alla richiesta di quest’ultima di venirla a trovare la Skripal avrebbe replicato, come riporta Repubblica: “Non ti daranno il visto, Viktoria, non te lo daranno”. Parole che lasciavano intendere come se la Gran Bretagna volesse impedire di avere contatti con russi. L’annuncio ufficiale, come spiega Affaritaliani.it, sarebbe giunto da parte del Ministero dell’Interno britannico che ha annunciato di aver rifiutato il visto alla nipote dell’ex spia russa: “Abbiamo respinto una richiesta di visto per visitatore per Vickoria Skripal sulla base del fatto che la sua domanda non era conforme alle norme sull’immigrazione”, ha chiarito un portavoce. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“NON È PIÙ IN CONDIZIONI CRITICHE”

Migliorano le condizioni di salute dell’ex spia russa, Sergej Skripal, coinvolto nel giallo del gas nervino e ricoverato dallo scorso 4 marzo in condizioni disperate in seguito ad un avvelenamento. Il caso aveva assunto una portata internazionale dando vita ad una catena di polemiche scaturite poi nell’intenzione di espellere numerosi diplomatici russi da parte di 30 Paesi, compresa l’Italia, per solidarietà a Londra. Oltre a Skripal, anche la figlia Yulia era stata vittima del medesimo tipo di avvelenamento. Ora però, entrambi starebbero meglio, stando alle notizie dei medici dell’ospedale di Salisbury, riportate da Repubblica.it e che sembrano far tirare un sospiro di sollievo in merito alle condizioni di salute dell’ex spia russa. “Non è più in condizioni critiche”, spiegano i sanitari, che sottolineano come Skripal sia facendo “rapidi progressi”. Le buone notizie arrivano a distanza di 24 ore dalle parole della figlia Yulia che, attraverso un comunicato ufficiale diffuso da Scotland Yard, nel quale dal suo letto di ospedale faceva sapere: “Sto meglio, ogni giorno mi sento più in forze”. In una telefonata alla cugina a Mosca, trasmessa da una tv locale, la giovane di casa Skripal aveva tranquillizzato asserendo: “Stiamo tutti bene, il papà adesso dorme, non c’è niente di irreparabile”.



EX SPIA RUSSA MIGLIORA: TUTTI I DUBBI

Se fino a poche ore fa le parole della figlia dell’ex spia russa Skripal erano state prese con una certa diffidenza dai media londinesi, oggi, grazie alla conferma dei medici, si apprende l’effettivo miglioramento di Sergej il quale starebbe rispondendo molto bene alle cure. Fino a pochi giorni fa, sembravano lontane le possibilità che Skripal e figlia potessero rispondere alle domande di investigatori e giornalisti, lasciare l’ospedale e permettere di fare chiarezza su quanto accaduto, oggi però tutto sembra più realistico. La notizia del miglioramento di padre e figlia, tuttavia, avrebbe aperto la strada a nuove domande, a partire dal perché inizialmente le autorità britanniche avessero dato ormai per spacciato Skripal, ribadendo come per lui non ci fosse più alcuna speranza. Secondo una prima ipotesi non è escluso che l’ex spia, la quale faceva il doppio gioco per la Gran Bretagna, abbia realmente iniziato a reagire positivamente ai trattamenti, così come la figlia. In barba a quanto ribadito dagli esperti secondo i quali una esposizione al gas nervino Novichok, ovvero quello identificato come la sostanza impiegata nell’attacco, porta inevitabilmente alla morte. Cosa è successo, dunque? Il capo del laboratorio di analisi chimiche delle forze armate britanniche che aveva analizzato il gas in questione, aveva contraddetto il governo ammettendo di non poter dire con esattezza da dove provenisse il gas, se dalla Russia o da qualche altro Paese. Dubbio, questo, che ora rischia di provocare l’espulsione di ben 160 diplomatici russi da molti paesi vicini a Londra.

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