Fa giustamente molto rumore quanto accaduto in Gran Bretagna dove un parto è terminato in tragedia con un neonato che è stato praticamente decapitato mentre i dottori provavano a farlo uscire dal ventre della mamma. Una tragedia incredibile che purtroppo ha dei colpevoli e sulla quale si sta indagando a fondo. Secondo quanto riportato da Il Giornale, che nella sua versione online cita il The Sun, un’ostetrica presente al parto avrebbe fatto ammenda durante il processo, sottolineando: “Non dovrebbero mai usare un parto naturale in quella situazione. I neonati sono molto delicati, ma questo bambino era ancora più fragile degli altri. Ad essere tirato così potevano fargli solamente dei danni”. Parole importanti che fanno riflettere e che probabilmente pongono altri quesiti sui quali indagherà direttamente il Tribunale, convinto ad andare a fondo della questione. Intanto la mamma è sconvolta da quanto accaduto e avrà bisogno di tantissimo tempo e di un percorso per provare ad uscire da questo terribile incubo. (agg. di Matteo Fantozzi)



EVITATO IL CESARIO, MAMMA ALL’OSCURO?

Quattro anni fa, la dottoressa Vaishnavy Laxman, una ginecologa 41enne presso l’ospedale scozzese Ninewells Hospital di Dundee aveva fatto partorire una paziente trentenne alla quale si erano rotte le acque alla 25esima settimana. Un parto prematuro avvenuto in modo naturale ma che si concluse in modo drammatico poiché la ginecologa riuscì ad estrarre solo il corpicino del bimbo, decapitandolo. Stando a quanto riporta TgCom24, le condizioni in vista di un parto prematuro naturale, non erano assolutamente favorevoli in quanto la 30enne aveva avuto una dilatazione di appena 2-3 centimetri rispetto ai 10 necessari ed il feto era in posizione podalica. Nonostante questo, il medico scelse la soluzione più pericolosa preferendola al parto cesareo senza avvertire la futura madre. E così, mentre incitava la paziente a spingere, la dottoressa tirò il feto verso l’esterno liberando però solo braccia e gambe mentre la testa rimase intrappolata per poi essere letteralmente decapitato. Solo a tragedia ormai avvenuta fu eseguito il cesareo per rimuovere anche la testa del piccolo. Se inizialmente la madre si mostrò comprensiva nei confronti dello staff medico, successivamente asserì di non aver mai potuto perdonare la dottoressa, che a sua volta nega di essere responsabile. “Quando sono stata portata in sala parto nessuno mi ha detto cosa stava succedendo”, ha spiegato la donna, che ha aggiunto, “Nessuno mi ha detto che non avrei avuto un cesareo”. Dopo 4 anni dalla tragedia il caso è tornato alla ribalta in occasione dell’inizio del processo a carico della dottoressa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MEDICO A PROCESSO PER MANOVRA SBAGLIATA

Orribile, quello che apparentemente è un incidente, ma che potrebbe avere dei risvolti penali, tanto che il caso è stato portato in tribunale. Ed è l’ennesima prova di un servizio sanitario, quello inglese, in condizioni tali davanti al quale la cosiddetta malasanità italiana scompare. E’ successo, lo scorso marzo del 2014,  che una donna che stava partorendo il figlio prematuro avrebbe, ma è tutto da provare, rinunciato al parto cesareo in quanto il figlio era in procinto di nascere prematuramente, non si conosce di quante settimane. La ginecologa che conduceva il parto, la dottoressa Vaishnavy Laxman, ha allora proseguito con le operazioni dicendo alla donna, 30enne, di spingere mentre lei avrebbe cercato di estrarre il bimbo tirandolo per le gambe. E’ stato allora che è successo l’inaudito e l’impensabile: l’intero corpo del piccino si è spezzato, lasciando dentro al ventre materno la testa, è stato estratto il torso con le braccia e le gambe attaccate. Dopo la tragedia, la madre si è rivolta alla dottoressa, che guardava con vergogna il pavimento, con una frase che ha avuto il tono della minaccia: “Non mi dimenticherò di te”.



SCOZIA, NEONATO DECAPITATO DURANTE IL PARTO

E’ così è stato, dopo tre anni è stato aperto un processo contro la dottoressa. Ad aggiungere orrore al caso, una volta recuperata la testa del piccino, è stata riattaccata al corpo affinché la madre avesse un figlio su cui piangere. In tribunale la donna ha detto che nessuno dei dottori presenti le aveva detto che sarebbe stato preferibile un taglio cesareo, invece hanno proseguito con le operazioni di parto. “Non userei la parola ‘nato morto'” ha detto la donna “non è nato morto, è stato decapitato. Era la mia prima gravidanza, non ero sicura di quanto stesse succedendo, mi hanno detto solo di non preoccuparmi, nessuno mi ha detto dei rischi che correva il bambino, era un caos organizzato e io avevo paura”. Per rimuovere il capo del bambino, dopo  l’orribile accaduto, finalmente è stato fatto uso del taglio cesareo.