La storia della sposa bambina condannata a morte per aver ucciso il marito stupratore sta facendo giustamente il giro del mondo. Intanto in Italia è stata lanciata una petizione sul sito Change.org per liberarla. In questa viene raccontata la storia paradossale di questa ragazza ora 19enne che deve pagare solo per essersi difesa. Il mondo si ribella e non può accettare questa situazione con più di seimila firme arrivate nel giro di pochissime ore per una causa davvero seria. La petizione è stata lanciata da Italians for Darfur e sarà proposta al Presidente del Sudan Omar al Bashir per richiedere la grazia della ragazza che ha bisogno davvero di un intervento di massa per evitare l’impiccagione ad appena diciannove anni. Ovviamente sui social network sono partite tante campagne per cercare di porre rimedio a questa tragica storia, staremo a vedere se il Sudan risponderà in maniera positiva. (agg. di Matteo Fantozzi)



“NOURA PREGA E CHIEDE MISERICORDIA”

Amnesty International segue le tante altre ong che in queste ore, e non solo, stanno cercando di rivolgere un maxi appello all’intera comunità mondiale per evitare lo scempio di una condanna a morte ingiusta (in quanto tale, come tutte le condanne alla pena capitale) per una ex sposa bambina nelle carceri in Sudan a marcire da anni. «La pena di morte è l’ultima punizione crudele, inumana e degradante e applicarla a una vittima di stupro mette in evidenza solo il fallimento delle autorità sudanesi nel riconoscere la violenza che ha subito. Le autorità sudanesi devono annullare questa sentenza gravemente ingiusta e assicurare che Noura Hussein ottenga un nuovo processo che tenga conto delle circostanze attenuanti», spiega un comunicato ufficiale della Ong inglese. Intanto Sodfa Daaji, del network europeo donne migranti, si sta occupando del caso di Noura insieme ad altri attivisti e in un’intervista al TPI spiega come stiano cercando di coinvolgere Unicef e altre associazioni per salvare la vita di questa ragazza che sogna ancora di diventare un avvocato. Un passaggio, in particolare, ci sembra significativo per capire cosa stia vivendo la giovanissima Noura e come sta reagendo all’orrore della legge sudanese: «Noura spera ancora, crede in dio e aspetta per la misericordia. Ma nessuno in tutto questo tempo si è preso cura di lei, non un vestito le è stato inviato, è l’unica prigioniera che non riceve visite. Solo di recente ha ricevuto la testimonianza delle persone che nel mondo si stanno muovendo per aiutarla. Vedere le foto dei sostenitori l’ha resa felice e speranzosa. Conserva ancora i suoi sogni, dice che vuole studiare per diventare avvocato e proteggere le persone dalle ingiustizie», conclude Sodfa al TPI. (agg. di Niccolò Magnani)



SPOSA BAMBINA UCCIDE MARITO STUPRATORE: SARÀ IMPICCATA

Ha ucciso il marito stupratore con un coltello: per questo motivo Noura Hussein sarà impiccata. La 19enne è stata condannata a morte in Sudan e tra 15 giorni la pena verrà eseguita. L’incubo dell’adolescente è cominciato all’età di 13 anni, quando è stata promessa sposa. Ribellatasi a quella vita che non aveva scelto, ora è nel carcere femminile di Omdurman. Qui aspetta la sua esecuzione. Il resto del mondo però si sta mobilitando per scongiurarla: sui social sta spopolando l’hashtag #justiceforNoura per smuovere la comunità social. L’appello, diventato virale grazie alle attiviste musulmane, è arrivato in Italia con Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur. «Noura aveva 13 anni quando i genitori la diedero in moglie a un cugino di secondo grado con il doppio dei suoi anni. Si è opposta con tutte le sue forze al matrimonio combinato, ma non è bastato». Si spera che la petizione serva a ottenere la scarcerazione della ragazza. L’obiettivo quindi è raccogliere quante più firme possibile.



UNA PETIZIONE PER SALVARE NOURA HUSSEIN

Alla petizione per Noura Hussein si è unita anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera. «Mi rivolgo all’ambasciatore italiano a Karthum Fabrizio Lobasso e all’ambasciatrice sudanese in Italia Amira Gornass perché vogliano intervenire per salvare questa vita e ottenere per Noura Hussein un giusto processo», scrive l’esponente di Forza Italia nel comunicato. I due avvocati della 19enne, Adil Mohamed Al-Imam e Mohaned Mustafa Alnour hanno già presentato ricorso, ma se venisse respinto la giovane sarebbe destinata al patibolo. A raccontare la storia di Noura è Antonella Napoli: sposatasi nel 2012, appena tredicenne, con solo rito religioso, riesce ad evitare che il matrimonio venga consumato grazie all’aiuto di una zia. Due anni dopo la ragazzina, costretta dalla famiglia, si sposa legalmente. «È stata violentata dal marito con l’aiuto dei suoi familiari, chiamati a verificare che da quel momento fossero sposati anche di fatto». Dopo la violenza Noura ha capito che doveva difendersi, quindi quando il marito è tornato per stuprala di nuovo, lei lo ha pugnalato. Ma la sua stessa famiglia l’ha consegnata alla polizia.