Sebbene nessun media italiano ne abbia dato notizia, si è tenuto stamane il funerale di Alfie Evans, il bambino inglese di 23 mesi “condannato” a morte benché non fosse un malato terminale dai giudici inglesi, morte definita “il suo miglior interesse”. Il caso ha interessato tutta Europa, con la coraggiosa iniziativa del governo italiano di concedere al bambino la cittadinanza del nostro paese in modo che potesse essere trasportato all’Ospedale del Bambin Gesù di Roma i cui responsabili si erano offerti di curarlo. La stampa inglese concede invece oggi grande spazio al funerale di quello che è viene definito “Il ragazzo che ha unito tutto il mondo insieme” (nella speranza di salvarlo). Migliaia di persone si sono disposte oggi a Liverpool lungo la strada che dall’ospedale porta al cimitero per applaudire e salutare il bambino e i suoi coraggiosi genitori, le foto mostrano il padre Tom con la testa riversa contro il finestrino del carro funebre e gli occhi chiusi, evidentemente in stato di totale abbandono nel dolore del momento, protagonista di una battaglia coraggiosa che lo ha portato fino in Vaticano ottenendo il sostegno di papa Francesco.



ALFIE EVANS, FIORI E PELUCHE PER I FUNERALI A LIVERPOOL

La bara di Alfie argentata con sopra i disegnnii alcuni soldatini e un cuore blu, simbolo di quell’esercito di Alfie (Alfie’s army) composta da decine di migliaia di volontari che in tutto il mondo sui social lo hanno sostenuto, è passata anche davanti allo stadio dell’Everton, la squadra di calcio di cui il padre era tifoso e che sognava che un giorno il figlio sarebbe andato allo stadio insieme a lui a tifarla. Il presidente dell’Everton nei giorni scorsi aveva consegnato a Tom Evans una maglia del club in onore del figlio con una cerimonia che aveva dimostrato l’affetto degli sportivi. Lancio di fiori e palloncini blu sono stati fatti dalle migliaia di cittadini di Liverpool che hanno voluto far sentire fino all’ultimo la loro solidarietà ai due genitori. I funerali si sono tenuti solo oggi per via dei lunghi esami post mortem che sono stati fatti al piccolo Alfie, morto dopo aver resistito per ben cinque gironi al distaccamento dei macchinari, dimostrando che non era tenuto in vita da essi come hanno invece sostenuto medici e giudici, ma che con la giusta assistenza avrebbe potuto sopravvivere.

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