L’ondata di attacchi suicidi che, nelle ultime ore, sta colpendo l’Indonesia pare frutto di un disegno che non ha precedenti, sia per quanto sono stati cruenti gli attacchi (con il coinvolgimento mirato di bambini da parte dei terroristi), sia per il numero di episodi in diversi centri del Paese. Dopo che nella giornata di ieri sono state colpite tre chiese, oggi una intera famiglia si è fatta esplodere davanti a un commissariato di Polizia di Surabaya, causando il ferimento di 10 persone. Gli attentatori erano a bordo di due moto a bordo delle quali c’erano anche dei minori (i due figli), mentre stando a fonti di stampa locali pare che si sia salvata una bimba di otto anni che è stata subito portata in ospedale. Inoltre, pare che vi siano dei collegamenti tra le famiglie-kamikaze: infatti, una delle vittime odierne è stata identificata e sarebbe un amico del padre della famiglia di sei persine che ieri aveva organizzato il triplice attentato contro i luoghi di culto cristiani e che aveva portato alla morte di 14 persone. Anche per questo motivo, dal momento che pare esserci un disegno criminale ben strutturato dietro i diversi attentati, il presidente Widodo ha promesso che userà il pugno duro mentre proprio alcuni esponenti della Chiesa cristiana in Indonesia hanno denunciato quella che si comincia a configurare come una vera e propria strage di fedeli, parlando apertamente di una volontà da parte delle forze islamiste estreme di rovesciare l’esecutivo guidato da Widodo. (agg. R. G. Flore)



IL PRESIDENTE WIDODO, “PRESTO LEGGE ANTI-TERRORISMO”

Sono ben 3 attentati nel giro di sole 24 ore nella città più popolosa di Indonesia dopo la capitale: prima le chiese cattoliche, poi ieri sera un’esplosione di un edificio vicino alla stazione di polizia a soli 30 km da Surabaya e poi questa mattina il forte attentato al commissariato del centro città. Sono morte in tutto 10 persone – esclusi gli attentatori facenti parte di famiglie (con figli piccoli, l’elemento più inquietante) kamikaze – e ben 40 sono i feriti; l’ultimo atto non è ancora stato rivendicato dall’Isis ma è quasi certo che si tratti di un’unica scia di sangue partorita dalla stessa mente fondamentalista. Il presidente Widodo, intervenuto questa mattina, ha parlato di un dramma assurdo e ignobile come quello dei familiari-bomba che si sono fatti esplodere in vari punti della città; non solo, ha esortato il Parlamento ad approvare in breve una revisione della legge antiterrorismo attuale: «Chiedo alla Camera dei Rappresentanti e ai ministeri competenti a rivedere i provvedimenti antiterrorismo, presentati nel febbraio 2016, di completare il processo prima possibile». In sostanza, secondo Widodo la legge sarebbe un importante ombrello legale che consenta poi alla polizia di adottare provvedimenti anche forti per poter prevenire il terrorismo (con gli annessi problemi che però un atto del genere potrebbe comportare, ndr). «Intendo promulgare un decreto in caso di mancata approvazione della legge entro giugno», ha poi minacciato il leader musulmano. (agg. di Niccolò Magnani)



ANCORA UNA FAMIGLIA-KAMIKAZE

Quanto avvenuto nel giro di due giorni in Indonesia stupisce per la vicinanza (decisamente sospetta) ma non nella sostanza, con un Paese islamizzato che purtroppo spesso presenta elementi vicini al fondamentalismo che ha prodotto negli anni diverse stragi immani. Ieri le Chiese, oggi un commissariato di polizia in quella stessa città – Surabaya – dove qualche giorno fa una rivolta in carcere uccise diversi membri dell’Isis. Se si tratta dunque ancora di una vendetta – quella di ieri verso le tre chiese della popolosa città indonesiana lo è stato con tanto di rivendicazione – non è dato saperlo visto che di comunicati di agenzie vicine allo Stato Islamico non se ne sono visti. La stessa polizia locale, attaccata questa mattina con 10 feriti (alcuni molto grandi) ha spiegato che si tratta di un altro attentato “familiare”: «Una famiglia intera si è fatta esplodere. A bordo di una delle due moto che hanno colpito le forze di sicurezza, si trovava anche un minore. Genitori e due figli si sono fatti saltare in aria». Si è salvata miracolosamente una bimba di 8 anni che avrebbe dovuto anche lei esplodere; «Questo è un atto codardo, non dignitoso e disumano», ha detto il presidente indonesiano Joko Widodo, e siamo pienamente d’accordo con lui. (agg. di Niccolò Magnani)



NUOVO ATTENTATO A SURABAYA

A meno di 24 ore dagli attentati kamikaze in tre chiese di Surabaya, in Indonesia, avvenuti la scorsa domenica e che hanno portato alla morte di almeno otto persone (oltre alle all’intera famiglia artefice dell’attentato poi rivendicato dall’Isis), oggi si è consumato un nuovo attacco kamikaze. Il teatro dell’orrore è sempre il medesimo ma, come riporta TgCom24, l’obiettivo è stato il quartier generale della polizia. Contro di esso si è scagliata una motocicletta bomba ed il bilancio sembra già drammatico e destinato a peggiorare con il passare delle ore. Al momento si parla di almeno 10 persone ferite, tra cui quattro agenti e sei civili. La dinamica dei fatti è ancora poco chiara ma sin da subito è apparsa drammatica quanto imprevista. Spiega Quotidiano.net che questa volta i soggetti suicidi sarebbero quattro, i quali in motocicletta si sarebbero fatti esplodere proprio nel quartier generale della polizia. Stando a quanto riferito dagli agenti, una ragazzina che era con il gruppo di kamikaze sarebbe miracolosamente sopravvissuta all’attacco. Lo ha riferito il portavoce della polizia di Giava Frans Barung Mangera, che ha spiegato alla stampa: “Sono morte le quattro persone a bordo delle due motociclette-bomba. La loro identità è ancora in fase di verifica. Una bambina che era con loro, di soli otto anni, è stata portata all’ospedale”.

SCIA DI SANGUE IN INDONESIA

Non meno di 13 persone sono rimaste uccise ieri negli attentati suicidi avvenuti in Indonesia, alle chiese di Surabaya mentre i feriti sarebbero almeno 40. Un’ondata di violenza, quella che si registra da tempo nel Paese che ha già provocato durissime reazioni. Dopo l’attacco kamikaze rivendicato dall’Isis che si è registrato la scorsa domenica, spiega Corriere.it, non è mancata la reazione durissima del presidente Joko Widodo che ha definito quanto accaduto un atto codardo e barbaro. Negli ultimi decenni l’estremismo islamico ha rappresentato in Indonesia un grande pericolo. Sebbene qui la gran parte della popolazione segua l’Islam moderato e siano riconosciute ufficialmente dallo Stato cinque religioni, negli ultimi tempi la frangia più radicata appare essere in forte crescita. Dal 2002, ovvero dopo i terribili attentati di Bali nei quali morirono oltre 200 persone, le autorità hanno avviato un’imponente operazione anti-terrorismo che ha portato poco alla volta ad indebolire le capacità organizzative dei gruppi legati ad Al Qaeda. Nonostante questo, negli ultimi anni si sono fatti valere sempre di più nuovi gruppi legati all’Isis e che mirano soprattutto a colpite proprio le autorità, come accaduto con il nuovo attacco kamikaze.