Gli Stati Uniti vanno avanti, come la Corea del Nord del resto, verso i preparativi del 12 giugno prossimo: il vertice per ora resta, e nessuno dei due contendenti sembra voler davvero mancare visita dopo tutto quanto successo negli ultimi mesi. Eppure né Trump né Kim vuole avvicinarsi da “inferiore” e “minore” con i consueti tatticismi della diplomazia che sembrerebbero anche “normali” se non fosse che tutto o quasi nasce da un infelicissima “battuta” di Bolton che giudica la Nord Corea come una possibile Libia sul fronte della denuclearizzazione. Poco fa Donald Trump ha scritto su Twitter che dalla Corea del Nord non è giunta notifica di possibile rinvio o annullamento: «Non ci è stato notificato nulla», ha poi aggiunto ricevendo il presidente uzbeko alla Casa Bianca, «Non abbiamo visto nulla, non abbiamo sentito nulla. Vedremo cosa succede». Sempre più una partita a scacchi con Pyongyang che vuole avere come “obiettivo” minimo quello di arrivare al vertice quantomeno in una posizione di equidistanza e parigrado: per far sì che la diplomazia americana-nordcoreana non si spacchi, la Cina e il Sud Corea spingono anche in queste ore per “ricucire” eventuali strappi e per condurre i migliori rapporti possibili tra le due potenze militari. In questo senso, il ministro degli Esteri di Seul, Kang Kyung-hwa ha ribadito la “ferma risolutezza” di Seul a mettere in atto gli accordi raggiunti con Pyongyang nel corso del vertice inter-coreano del 27 aprile scorso. (agg. di Niccolò Magnani)



USA, “AVANTI COL SUMMIT”

Nonostante le minacce della Corea del Nord di annullare il tanto atteso (e storico) vertice negli Stati Uniti, che segnerebbe una importante tappa nel processo di pace in una delle aree strategicamente più importanti del globo, pare vi sia ottimismo comunque non solamente alla Casa Bianca, tra l’entourage del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ma anche da parte dell’ONU che, nella giornata di oggi, ha brevemente commentato questo “intoppo” attraverso le parole del suo Segretario Generale. Infatti, la crisi diplomatica innescata dalle improvvide parole di John Bolton, consigliere per la sicurezza degli States, che aveva azzardato un parallelismo con la Ligia per il futuro del regime di Pyongyang, e rinfocolata dalle accuse di Seul secondo cui i dirimpettai del nord nasconderebbero dei siti nucleari, pare che i preparativi stiano continuando per il meeting in programma a Singapore del prossimo 12 giugno. L’amministrazione Trump infatti, attraverso la portavoce Sarah Sanders, ha confermato che si procede spediti con le fasi preparatorie per organizzare logisticamente l’incontro fra The Donald e Kim Jong-un, e a stemperare la tensione ci ha pensato una telefonata fatta dal ministro degli Esteri coreano Kang Kyng-wha. Come detto, ottimismo perché non vi siano ostacoli diplomatici al meeting del 12 viene anche da parte di Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU: poche ore fa, infatti, ha parlato brevemente con alcuni giornalisti e ha affermato che “alla fine prevarrà il buon senso e il summit tra Stati Uniti e Corea del Nord sarà un successo”. (agg. di R. G. Flore)



SEUL, “USA SANNO DI SITI NUCLEARI SEGRETI”

Mentre prosegue la “sfida” diplomatica a distanza tra Kim Jong-un e Donald Trump, la stampa sudcoreana riporta oggi un interessante scoop su eventuali siti nucleari segreti di Pyongyang di cui gli States sarebbero già a conoscenza. Il giornale sudcoreano JoongAng Ilbo, citando una fonte diplomatica americana, ha spiegato che l’Amministrazione Usa è a conoscenza di alcune strutture segrete della Corea del Nord per poter arricchire l’uranio. In particolare, «Cinque anni fa gli Usa hanno comunicato che quelle strutture sono un problema. Il leader nordcoreano Kim Jong Un – ha aggiunto la fonte di stampa a Seul – si prevede che pensi di rivelare tali strutture come una delle azioni importanti da prendere». Ma tutto questo, come potrebbe rientrare nel caos generato dalle tappe di avvicinamento al vertice di pace tra Washington e Pyongyang? Il suddetto incontro si è reso possibile – al netto delle dichiarazioni pubbliche – per la promessa di Kim di smantellare il sito nucleare di Punggye-ri, portando così gli americani ad un ammorbidimento sulla sfida sanzionatoria e militare contro il regime comunista. Il problema è che diversi analisti hanno spiegato in questi mesi come quella stessa struttura in realtà è inutilizzabile da anni per crolli provocati dai sei test nucleari degli anni precedenti. Fino a che dunque non verrà messo sul tavolo della discussione il vero sito nucleare, quello segreto rivelato oggi dalla stampa di Seul, sia Trump che Kim non riusciranno per nulla a risolvere la contesa e potrebbe anche capitare che nemmeno si siedano al tavolo per contrattare. (agg. di Niccolò Magnani)



L’ERRORE CLAMOROSO DI JOHN BOLTON

Come era prevedibile, la strada verso l’annunciato summit della Corea del Nord e degli Stati Uniti comincia a mostrare i primi ostacoli. Dietro alla denuncia lanciata da Pyongyang alle manovre militari congiunte Usa-Corea del Sud probabilmente si cela l’usuale tiro al rialzo da parte del dittatore Kim Jong-un di ottenere maggiori concessioni in cambio dell’annunciata rinuncia al nucleare. In una nota ufficiale il vice ministro degli esteri nordcoreano fa sapere che i colloqui non interessano “se serviranno solo a metterci all’angolo e costringerci ad abbandonare le armi nucleari”. Solo due giorni fa Kim Jong-un aveva annunciato la chiusura degli impianti nucleari, ma adesso evidentemente vuole maggiori concessioni. Sventate comunque appaiono le parole del consigliere per la sicurezza americano, John Bolton, che non ha mai dimostrato di brillare per l’intelligenza, quando ha detto che la Corea del Nord deve seguire il programma applicato con la Libia. E’ proprio la paura di fare la fine di Gheddafi infatti che ha portato alla crescita nucleare militare della Corea del Nord (Agg. Paolo Vites)

LE MINACCE DI JOHN BOLTON

A meno di un mese dallo storico faccia a faccia fra Donald Trump e Kim Jong-un, rischia di saltare l’incontro fra i due leader. Nelle ultime ore la Corea del Nord è uscita allo scoperto, e come sottolineato dai colleghi di TgCom24.it ha ammesso: «Il nostro paese non rinuncerà mai al nucleare in cambio di aiuti economici e interscambio con gli Usa – il comunicato rilasciato dalla Nord Corea, affidato all’agenzia di stato Kcnail modello di denuclearizzazione stile Libia è inaccettabile». I coreani aggiungono altresì che se il summit di giugno verterà solamente sulla richiesta unilaterale di rinunciare al nucleare, non avrebbe senso lo stesso incontro. Il vice ministro degli Esteri Kim Kye-gwan fa sapere che Pyongyang non è interessata ad avere colloqui sul nucleare «che ci spingono in un angolo e ci costringono a rinunciare all’arsenale atomico. Sarebbe inevitabile riconsiderare come rispondere al prossimo summit con gli Usa». Sembrerebbe essere già messo da parte il clima conciliatorio degli scorsi giorni: rischia davvero di saltare il summit fra USA e Corea del Nord? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

COSA ACCADRA’?

Risale a poco meno di una settimana fa lo storico annuncio di Donald Trump: l’incontro del 12 giugno 2018 a Singapore con Kim Jong-Un. Grande la soddisfazione della comunità internazionale, che ha commentato come un grande passo in avanti per la distensione dei rapporti tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti d’America. “Cercheremo entrambi di farne un momento molto speciale per la pace mondiale”, questo il commento su Twitter del tycoon americano, con il dittatore nordcoreano che aveva già evidenziato la sua volontà di deporre le armi con la chiusura del sito di test nucleari a Punggye-ri. Il nucleare, così come le esercitazioni militari, era tra i motivi che rischiavano di portare ad una terza guerra mondiale dalle possibili conseguenze drammatiche. E ora sono proprio i test militari congiunti tra Usa e Corea del Sud a mettere a repentaglio il vertice di Singapore: cosa accadrà? Non resta che aspettare. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“ESERCITAZIONI PROVE DI INVASIONE”

Nuovi aggiornamenti sul nuovo intoppo diplomatico tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America. E’ in programma per il prossimo 12 giugno 2018 a Singapore il primo storico vertice tra Kim Jong-Un e Donald Trump dopo mesi di tensione. Una svolta arrivata lo scorso 27 aprile 2018 in concomitanza dell’incontro tra il dittatore nordcoreano e Moon Jae-in, numero uno della Corea del Sud. E proprio Seul, come vi abbiamo spiegato, è la causa della possibile rottura tra Nord Corea e Usa: le esercitazioni congiunte con Washington sono state viste da Pyongyang come “prove di invasione” e Kim Jong-Un ha minacciato di fare saltare il summit in programma in Singapore. Dopo aver sottolineato di continuare a lavorare in vista dell’incontro, la portavoce americana Heather Nauert ha commentato così ai microfoni di The Hill: “Non abbiamo ricevuto notizie dal [governo nordcoreano] o dal governo della Corea del Sud per pensare che non avremmo dovuto condurre queste esercitazioni o che non avremmo continuato a pianificare il nostro incontro tra il presidente Trump e Kim Jong-un”, le sue parole riportate da Il Giornale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

VERTICE KIM-TRUMP A RISCHIO

Nord Corea-Usa, Kim Jong-Un fa saltare il vertice con Donald Trump? Clamoroso colpo di scena sul percorso di riconciliazione tra il dittatore nordcoreano e il presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo mesi di minacce e di offese reciproche, i due numeri uno delle due superpotenze mondiali hanno fatto dei passi in avanti verso la distensione, programmando un vertice a Singapore per il prossimo 12 giugno 2018. Ma c’è una importante novità: Kim Jong-Un infatti minaccia di far saltare il summit con Donald Trump a causa delle esercitazioni militari congiunte tra forze americane e quelle della Corea del Sud. E non è una minaccia velata: come sottolineato da Repubblica, sono stati annullati i colloqui ad alto livello in programma domani, mercoledì 16 giugno 2018, a Seul per pianificare lo storico incontro tra i due leader. Da Washington smorzano i toni, con la portavoce del dipartimento di Stato Heather Nauert che ha sottolineato: “Noi stiamo andando avanti con il lavoro per pianificare il summit tra Donald Trump e Kim Jong-Un”.

NORD COREA-USA, KIM FA SALTARE IL VERTICE CON TRUMP?

Potrebbe tornare di alta tensione il clima tra Nord Corea e Stati Uniti d’America, soprattutto se Kim Jong-Un desse seguito alla minaccia facendo saltare a sorpresa il summit pianificato a fine aprile. Secondo Pyongyang le esercitazioni che si stanno svolgendo tra le forze aviatorie di Seul e di Washington rappresentano “una provocazione militare internazionale in contrasto con gli sviluppi positivi nella penisola coreana, una prova per l’invasione del Nord e una provocazione”, sottolinea Repubblica, con l’avviso all’amministrazione americana che “dovrà prendere attente decisioni sul destino del pianificato summit Corea del Nord-Usa alla luce di questo provocatorio putiferio militare congiunto con le autorità sudcoreane”. Le esercitazioni in questione, in programma sulla base dell’accordo di reciproca difesa stipluato nel 1953 dai due Paesi, inizierebbero venerdì 18 maggio 2018: prevista la partecipazione di cento aerei, caccia B52 e F15.