Rischia di saltare l’incontro attesissimo tra Trump e Kim Jong-un. Motivo: le esercitazioni militari congiunte in atto in questi giorni tra Corea del Sud e Stati Uniti. Esercitazioni di pura routine, come ha detto Seul, spiegando che durante l’incontro con Kim Jong-un il dittatore nordcoreano si era detto tranquillo al proposito, non aveva chiesto nessuno stop. In realtà, come ha detto a il sussidiario.net il generale Marco Bertolini, dietro l’improvvisa dichiarazione ci sono molti motivi: alzare la posta delle concessioni che la Corea del Nord chiederà a Trump, la “manus longa” della Cina e la consapevolezza che le armi nucleari sono prima di ogni altra cosa strumenti politici. Ecco cosa ci ha detto.



Il sogno sognato da tutti sembra infrangersi di colpo: Pyongyang minaccia di far saltare l’incontro con Trump. Cosa c’è dietro questa improvvisa svolta?

Trump e Kin Jong-un sono due abili giocatori d’azzardo, tirano la corda fino a quando è possibile per avere le posizioni migliori quando si tratterà di raccogliere i frutti. Per anni siamo stati abituati all’idea di un dittatore pazzo criminale che prende a cannonate i traditori o fa sbranare i parenti dai cani, una idea che veniva utilizzata dai media occidentali compresi quelli americani quando si trattava di alzare la posta nei suoi confronti.



Adesso invece è il contrario?

Improvvisamente Kim Jong-un è diventato un interlocutore con il quale si può trattare, questo nonostante fino a poco tempo prima si mandava la flotta navale americana al largo delle sue coste con l’intenzione asserita di passare alle vie di fatto se non avessero ottemperato alle richieste di fermare l’armamento nucleare.

Questo cosa significa? Che si sta giocando al rialzo da parte della Corea del Nord?

E’ la dimostrazione che ci troviamo in una fase in cui entrambi i giocatori ma soprattutto Trump dimostrano di non basarsi sullo schematismo diplomatico, passando dalla minaccia alla stretta di mano e viceversa.  



La Cina gioca un ruolo in tutto questo? 

Il leader nordcoreano come sappiamo è sotto controllo cinese. Pechino è stata ritenuta responsabile nei mesi scorsi dagli Usa del comportamento coreano. Va detto poi che la Cina attualmente nei confronti degli Usa dal punto di vista strategico tiene una posizione non conflittuale ma sicuramente non allineata.

In che senso?

In Siria la Cina non nasconde di essere a fianco della Russia se non militarmente almeno politicamente e a fianco di Assad. Questa nuova posizione nordcoreana che smentisce improvvisamente almeno a parole quello che fino a ieri sembrava assodato, il riavvicinamento, potrebbe essere letta come una risposta cinese all’inasprimento della situazione medio orientale che Trump sta portando avanti insieme a Israele.

Il vice ministro nordcoreano annunciando la possibilità di sospendere l’incontro, ha detto una cosa che non sembra molto sbagliata: “E’ la manifestazione di una manovra sinistra per imporre al nostro Paese il destino della Libia o dell’Iraq”: che ne pensa?

Sicuramente le armi nucleari soprattutto se in mano a paesi piccoli e dittatoriali come la Corea del Nord sono armi che hanno un significato soprattutto politico di detterrenza. Avere un’arma nucleare non significa che possono minacciare gli Usa, sta solo a ricordare a tutti che in caso di attacco militare si è in grado di allargare il conflitto. Pyongyang sarebbe in grado di colpire Giappone e Corea del Sud, portando un conflitto localizzato a una piccola regione a un ambito più grande.

Sta dicendo che se hai le armi nucleari nessuno ti invade, è così?

Perché gli Usa si oppongono alla possibilità che domani l’Iran possa avere le armi nucleari? Non perché temono che possano essere usate contro Israele, ma perché l’Iran diventerebbe un attore protagonista con il quale sei obbligato a dialogare. L’arma nucleare è uno strumento politico molto forte, quello che ha detto il viceministro nordcoreano è sensato. Sicuramente se l’Iraq avesse avuto le armi nucleari non sarebbe stata invaso.

(Paolo Vites)