Un incidente di tale portata, a Cuba non si registrava dal 1989. Sono 110 le vittime in totale, di cui solo 15 finora identificate e una scatola nera ritrovata. Tre superstiti che però, al momento, difficilmente potranno raccontare quanto accaduto a bordo considerando le loro gravi condizioni. La verità è certamente lontana soprattutto dopo la rivelazione di un pilota esperto che ha ammesso di aver già messo in guardia le autorità messicane dei seri problemi di manutenzione dei mezzi da parte della compagnia aerea. I continui problemi di surriscaldamento ai motori, voli in sovrappeso, corrosione, piloti con orari di lavoro massacranti, mancanza di pezzi di ricambio ed errori nei sistemi radar dei velivoli, a sua detta, sarebbero solo alcune delle gravi problematiche mai considerate. Accusa pesantissime e che comprenderebbero anche presunte tangenti. Intanto, come riporta Il Mattino, le autorità messicane hanno fatto sapere che effettueranno un nuovo audit alla compagnia aerea al fine di verificare quali siano le loro condizioni operative. A quanto pare, lo scorso novembre era avvenuta una revisione del Boing 737, datato 1979. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DENUNCIA DELL’EX PILOTA

Fa impressione sentire l’amarissima denuncia dell’ex pilota che quel maledetto Boeing 737 della Damojh lo ha piotato decine e decine di volte: si chiama Marco Aurelio Hernandez Carmona, è un ex pilota messicano e ha 35 anni di esperienza nei volti intercontinentali. Stando alla sua intervista su “El Universal”, noto quotidiano messicano, le colpe della compagnia aerea sono evidenti e sotto gli occhi di tutti: «problemi di surriscaldamento ai motori, voli in sovrappeso, corrosione, piloti con orari di lavoro massacranti, mancanza di pezzi di ricambio ed errori nei sistemi radar dei velivoli», giusto per citare solo alcuni dei punti “nodosi” della Damojh. Secondo Carmona quelle 110 vite si potevano e si dovevano salvare: ha mostrato i documenti della denuncia che 5 anni fa aveva presentato contro la direzione generale dell’Aeronautica Civile del Messico proprio nei confronti della compagnia aera incriminata nel disastro aereo di L’Avana. «Tangenti anche molto pesanti dietro a quella compagnia» che spiegherebbero lo stato indegno di cura e messa in sicurezza della flotta di aerei di linea. (agg. di Niccolò Magnani)



DONNA NATURALIZZATA ITALIANA FRA LE VITTIME

L’incidente aereo avvenuto a Cuba nella giornata di ieri, è il peggior disastro dei cieli nell’isola, da quasi 30 anni a questa parte. Sono infatti salite a 110 le vittime dopo lo schianto al suolo avvenuto poco dopo il decollo, a una dozzina di chilometri dalla capitale, L’Avana. Tre le sopravvissute allo schianto, tutte donne, e tutte in condizioni gravissime. Inizialmente erano quattro i sopravvissuti, ma uno di loro, un uomo, è deceduto dopo essere stato trasportato all’ospedale. Difficile capire cosa sia accaduto, fatto sta che l’aereo con 113 persone a bordo, equipaggio compreso, era di vecchia data, costruito nel 1979, e appartenente ad una compagnia aerea messicana, “succursale” della Cubana de Aviacion. L’ultimo grave incidente aereo verificatosi sull’isola di Fidel Castro avvenne nel 1989, al termine della Guerra Fredda, quando un aereo costruito nell’Unione Sovietica, un Ilyushin-62 M diretto a Milano, precipitç dopo il decollo causando 126 morti, fra cui 113 italiani. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SALE A 108 IL NUMERO DI VITTIME

Si aggrava il bilancio delle vittime dell’aereo caduto nella giornata di ieri a Cuba. Come riferito dal quotidiano La Repubblica, il numero di decessi è di 108 fra passeggeri e membri dell’equipaggio (sei). All’arrivo dei soccorsi, erano quattro i sopravvissuti, ma una donna e un uomo sono deceduti nelle ore successive l’arrivo in ospedale, e di conseguenza rimangono in vita solo due passeggere. A bordo dell’aereo, come comunicato dall’unità di crisi della Farnesina, vi era anche una cubana di origini italiane, e le autorità stanno cercando di capire se sia deceduta o se sia miracolosamente fra le due sopravvissute, comunque, in gravissime condizioni. Il volo era partito dalle ore 12:08 da L’Avana, e doveva atterrare a Holguin. Faceva parte della Damojh Aerolines, compagnia low cost messicana con sede a Guadalajara, succursale della Cubana de Aviacion. L’aereo, un Boeing 737, è caduto su un campo seminato di Puerto Boyeros, a poca distanza dall’aeroporto da cui era partito, a 13 chilometri dal centro della città. Visto l’alta quantità di carburante presente nel velivolo, al momento dell’impatto si è scatenato un incendio, che è stato però domato dai vigili del fuoco grazie anche all’aiuto della pioggia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DONNA A BORDO NATURALIZZATA ITALIANA

A bordo dell’aereo schiantatosi nei cieli di Cuba poco dopo il decollo vi era anche una donna cubana naturalizzata italiana. Lo ha fatto sapere la Farnesina, confermando il sospetto che a bordo del Boeing 737 partito da L’Avana, città dove la presenza di italiani è storicamente molto elevata, vi fosse anche un nostro connazionale. Il Ministero degli Esteri non ha ancora reso nota l’identità della vittima italiana. Come riportato da TgCom24, il volo CU 972 della Cubana de Aviacion, la compagnia di bandiera cubana, gestito dalla low cost messicana Damojh Aerolineas, è precipitato in un campo seminato di Puerto Boyeros, a poca distanza dall’Aeroporto José Martì. Secondo il racconto di alcuni testimoni, il velivolo poco dopo il decollo avrebbe effettuato una brusca virata verso il primo terminal dell’aeroporto, come se volesse tornare indietro. Altri testimoni del posto sostengono che in quel momento l’aereo avrebbe urtato i fili dell’alta tensione. (agg. di Dario D’Angelo)

CUBA, DISASTRO AEREO

Un disastro aereo si è verificato quest’oggi a Cuba. Un Boeing 737 della compagnia low-cost messicana Dajomh, si è schiantato subito dopo il decollo. A bordo vi erano più di 100 persone (il numero resta ancora imprecisato ma varia dai 105 ai 115, equipaggio compreso), e sarebbero più di 100 le vittime, visto che sono sopravvissuti dopo lo schianto solamente tre passeggeri, tre donne. I superstiti sono stati subito trasportati presso l’ospedale più vicino, e versano in condizioni gravissime. Vi era anche un quarto trovato vivo fra i resti dell’aereo, un passeggero di origini cubane, che però è morto poco dopo l’arrivo in ospedale. Anche le tre donne attualmente ricoverate in codice rosso sono nate a Cuba, come la stragrande maggioranza dei passeggeri sul volo.

AEREO PARTITO DA L’AVANA E DIRETTO A HOLGUIN

L’aereo era partito dall’aeroporto José Martì di L’Avana, alle ore 12:08 locali (le 19:08 in Italia), ed era diretto presso la città di Holguin, sempre sull’isola di Cuba. Subito dopo il decollo si è però schiantato in una zona agricola all’altezza di Santiago de Las Vegas, per cause ancora in corso di accertamento. Dei passeggeri sull’aereo, solo cinque erano stranieri, di cui due argentini, e l’Unità di crisi della Farnesina, in contatto con l’Ambasciata italiana all’Avana, sta cercando di capire se vi fossero dei nostri connazionali a bordo. La compagnia di bandiera Cubana de Aviacion aveva di recente affidato la rotta in questione ai messicani di Dajomh, visto che aveva ritirato molti velivoli negli scorsi mesi per via di continui problemi meccanici.