Sicuramente le parole di Abu Mazen e le conseguenti reazioni hanno procurato grande preoccupazione riguardo quelle che potrebbero essere le ripercussioni in un periodo molto duro e di grandi tensioni vissuto sulla Striscia di Gaza nelle ultime settimane. Il prossimo sarà il quinto venerdì di proteste dei palestinesi per le celebrazioni della “Marcia del Ritorno”, occasione nella quale si sono fatti già registrare scontri che hanno portato purtroppo a vittime e a oltre mille feriti nelle precedenti manifestazioni. Il timore degli osservatori internazionali è che le parole di Abu Mazen possano sobillare una risposta ancor più dura da parte di Israele, e che eventuali disordini possano sfociare negli scontri più duri da quando le rievocazioni dei palestinesi della “Marcia del Ritorno” sono iniziate ogni venerdì sulla Striscia di Gaza. (agg. di Fabio Belli)
PAROLE DURE DI ELDESTEIN
Le parole di Abu Mazen non possono essere assolutamente accettate e hanno creato davvero molta confusione. L’uomo ha infatti accusato gli ebrei di essere in un certo senso colpevoli dell’Olocausto che li ha colpiti e messi in ginocchio alla metà del secolo scorso. Parole che hanno creato molto disordine e ovviamente anche risposte che sono arrivate praticamente da tutto il mondo. Tra queli che si sono scagliati contro di lui c’è il presidente della Knesset Yoel Edelstein. Come riportato dall’Huffington Post questi infatti ha descritto Abu Mazen come antisemita e negazionista della Shoah. Ha sottolineato: “Abu Mazen rimarrà impresso nei libri di storia come un negazionista della Shoah, un razzista e anche un sobillatore”. Vedremo se lo stesso presidente palestinese deciderà di rispondere alle maggiori accuse ricevute e cercherà magari di spiegare più a fondo quello che sembra essere stato un discorso atto a creare grandissima polemica ancora per giorni. (agg. di Matteo Fantozzi)
MOGHERINI: “INACCETTABILE”
Dopo diverse ore dalle frasi dette in diretta tv, arriva la prima reazione ufficiale dell’Unione Europea, tramite le parole di Federica Mogherini (responsabile della diplomazia UE) «Il discorso pronunciato dal presidente palestinese Abu Mazen il 30 aprile conteneva commenti inaccettabili sulle cause dell’Olocausto e sulla legittimità d’Israele». La portavoce della Mogherini, poco dopo, aggiunge che «Una tale retorica non farà che giocare a favore di coloro che non vogliono una soluzione a due Stati». Proprio il rischio dei rapporti, già tesissimi, tra Israele e palestinesi sono la diretta conseguenza della irresponsabile “lezione di storia” data da Abu Mazen a Ramallah. Tra due giorni si terrà per il quinto venerdì consecutivo la “marcia del ritorno” con i palestinesi in manifestazione di protesta davanti alla Striscia di Gaza: le vittime da un mese e mezzo sono già tantissime e il rischio è che dopo le parole di oggi il livello dello scontro possa salire ancora ulteriormente. «È del tutto legittimo criticare l’occupazione dei Territori, l’assedio a Gaza, gli atti unilaterali che hanno reso impraticabile la soluzione a due Stati – sostiene la scrittrice laburista israeleina, Yael Dayan – ma tutto questo non c’entra nulla con il più becero antisemitismo, che mette sotto accusa Israele non per quel che fa ma per ciò che è». (agg. di Niccolò Magnani)
CONDANNE UNANIMI DOPO LE PAROLE DI ABU MAZEN
Proseguono le parole di condanna all’indirizzo di Abu Mazen, il presidente della Palestina, che in una recente uscita pubblica ha dichiarato che la Shoah è colpa del comportamento degli ebrei. Sulla vicenda si sono già espressi in molti, fra cui il premier israeliano Netanyahu e il vicepremier Michael Oren. Nelle ultime ore è uscito allo scoperto anche il Ministero degli affari esteri israeliano, che ha parlato del leader palestinese espressosi «In una maniera che può essere definita solo come antisemita e negazionista della Shoah. Le sue parole accusano gli ebrei del desiderio di distruggere se stessi e usano stereotipi e accuse proprie del lessico del classico antisemitismo». In effetti, a molti, le dichiarazioni recenti di Abu Mazen, hanno ricordato quelle del dittatore nazista Adolf Hitler, e dei suoi vari seguaci sia ai tempi della seconda guerra mondiale, sia ai giorni nostri, che hanno appunto sempre cercato di giustificare la “soluzione” di massa degli ebrei, come se sterminare 6 milioni di persone, non sia già un crimine abbastanza orrido. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“UNA LEZIONE DI STORIA…”
«Questa è una lezione di storia», così Mahmud Abbas (meglio noto come Abu Mazen) ha introdotto il lungo discorso da cui sono emerse le ormai divenute note in tutto il mondo frasi negazioniste contro gli ebrei e la Shoah. Una “lezione di storia” che prevede citazioni “illustri” di studiosi negazionisti e tante altre menzogne: fa specie (o forse no) che mentre alle prime parole di Netanyahu su qualsivoglia tema si vedranno le litanie di repliche a livello mondiale, dopo queste appena pronunciate da Abu Mazen sia calato il silenzio, tranne ovviamente Israele e l’ambasciatore americano. Israele e Palestina hanno diverse colpe e sono responsabili di atroci delitti in anni e anni di guerra civile, ma questo non toglie che la realtà e la verità non sta mai da una sola parte: le parole del leader palestinese sono gravissime, per di più perché minano una già debolissima pace con Israele (a sua volta non certo esente da colpe nella gestione della pace in Medio Oriente). Nel discorso a Ramallah Abu Mazen è arrivato a dire che «Israele è un progetto coloniale europeo e che gli ebrei non avevano alcun diritto di rivendicare quei luoghi. Ora si parla di questa terra come della patria degli ebrei», ha detto nella sua “lezione di storia” davanti al Consiglio. «Dicono rivolevano Sion, ma la storia dimostra quanto questo sia infondato. La prova è che la prima persona a chiedere uno stato ebraico fu Oliver Cromwell nel 1653». Dopo Napoleone e dopo ancora Churchill: insomma, per Abu Mazen non sono gli ebrei a chiedere la terra ma sono gli europei ad avergliela data. Il “dettaglio” della Shoah sfugge, anzi per Abu Mazen è addirittura colpa degli stessi ebrei.. (agg. di Niccolò Magnani)
LE REPLICHE E LE POLEMICHE
Tra le prime reazioni alle frasi choc dette dal presidente palestinese, non poteva mancare l’intervento dell’ambasciatore americano in Israele, David Friedman, che ribatte come Abu Mazen abbia raggiunto ormai «un livello basso senza precedenti, non si può costruire la pace su tali fondamenti». È proprio lo scontro e il sempre difficilissimo processo di pace in atto tra Israele e Palestina che rischia di essere la vera “vittima” dopo questa uscita assi poco onorevole (e non è la prima in questo senso, ndr) del leader Olp. Secondo il portavoce degli Esteri israeliano, Emmanuel Nahshon, «l’antisemitismo di (Mahmud) Abbas è scioccante, tanto più alla luce del fatto che si propone come colui che vuole la pace con Israele». Va detto che nella stessa conferenza del Consiglio Nazionale, Abu Mazen ha cercato poi di “rimediare” spiegando come «l’Olocausto è stato un terribile, imperdonabile crimine contro la nazione ebraica, un crimine contro l’umanità che non può essere accettato dal genere umano». Ma il danno, ormai, era fatto.. (agg. di Niccolò Magnani)
“SHOAH? COLPA DEGLI EBREI”
Una bufera politica senza precedenti quella in cui è finito Abu Mazen. Il presidente palestinese avrebbe detto che l’Olocausto è stato causato da «comportamenti sociali» tenuti dagli ebrei, come «usura, banche e cose del genere». Le frasi di stampo antisemita stanno suscitando in queste ore una valanga di critiche a livello mondiale. «La “questione ebraica”, che era diffusa in tutta Europa, non era diretta contro la loro religione, ma le loro funzioni sociali, legate all’usura, all’attività bancaria e simili». Tra i primi a commentare il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha definito Abu Mazen «antisemita e patetico». Times of Israel spiega che il discorso sarebbe stato pronunciato dal presidente palestinese durante una sessione del Consiglio nazionale. Agli astanti ha parlato di «lezione di storia» citando altre teorie negazioniste cui Abu Mazen comunque non è nuovo. Inoltre, nel discorso di 90 minuti trasmesso in diretta tv ha negato che esiste una relazione tra gli ebrei e la terra di Israele, definendo lo Stato ebraico un «prodotto coloniale» britannico.
ABU MAZEN, BUFERA PER FRASI SU OLOCAUSTO
Accuse di antisemitismo su Abu Mazen dopo le dichiarazioni rilasciate durante il Consiglio nazionale palestinese. «In Europa orientale e occidentale gli ebrei sono stati periodicamente massacrati nei secoli, fino all’Olocausto», ha cominciato il presidente palestinese. «Ma perché è accaduto?», si sarebbe poi chiesto. «Loro dicono: “È perché siamo ebrei”. Vi porterò tre ebrei, con tre libri, che dicono che l’odio verso gli ebrei non è causato della loro identità religiosa, ma dalle loro funzioni sociali». Nel discorso ha trattato anche l’Ebraismo e le origini di Israele, una storia scritta da «ebrei sionisti». Come riportato anche dalla Bbc, il presidente palestinese ha anche negato che gli ebrei di ceppo askenazita, quello diffuso in Europa orientale e in Germania, siano semiti. Gli Askenazi, ha detto, «non hanno alcun rapporto con i popoli semiti». Oltre a Netanyahu, anche il vicepremier israeliano Michael Oren ha parlato di Abu Mazen in un tweet. «Quello sì che è un partner per la pace!». La Anti Defamation League (Adl), che combatte l’antisemitismo nel mondo, ha definito – per bocca del ceo Jonathan Greenblatt – le parole del leader palestinese come «asserzioni antistoriche e pseudo-accademiche».