La decisione del gruppo separatista basco ETA di uscire di scena ha scatenato diverse reazioni in Spagna. Alcune anche rabbiose come quella delle organizzazioni dei familiari delle vittime, che hanno contestato come ETA abbia formalmente chiesto perdono per le azioni terroristiche che hanno ucciso “vittime innocenti non coinvolte direttamente nella guerra”, senza mai chiedere scusa per gli omicidi di bersagli politici spagnoli. Si calcola che l’attivita dell’ETA abbia provocato 358 morti in Spagna nei vari decenni, morti che, come sottolineano le associazioni dei parenti, hanno un nome e cognome mentre in molti casi non l’hanno mai avuto assassini e mandanti, definiti spesso genericamente “ETA” senza avere un nome. Una ferita che in Spagna sembra destinata a restare aperta ancora per molto tempo. (agg. di Fabio Belli)
“CONCLUSO IL NOSTRO CICLO STORICO”
Il 2 maggio del 2018 può essere considerata una data storica nella lotta al terrorismo: l’ETA ha infatti annunciato in queste ore il suo definitivo scioglimento. Il gruppo separatista basco, che per anni ha lasciato dietro di se scie di sangue, causando centinaia di vittime e distruzione, ha deciso di chiudere i battenti. L’annuncio è arrivato tramite lettera, datata 16 aprile, destinata a varie istituzioni e soggetti politici spagnoli. «L’Eta ha deciso di porre fine al suo ciclo storico e alla sua funzione – si legge sul quotidiano Il Post – ponendo fine al suo percorso, per questo ha completamente dissolto tutte le sue strutture e considera completata la sua iniziativa politica». Qualcosa si era già capito lo scorso 17 marzo, quando era iniziato il piano di disarmo.
L’ULTIMO ATTENTATO NEL 2010
Quindi, ad inizio aprile, la lettera di scuse da parte della stessa Eta, per le numerose vittime causate dal 1959, anno della fondazione, fino al 2010, quando si verificò l’ultimo attentato: «Ci scusiamo con le vittime e con i loro famigliari – il messaggio datato 8 aprile – riconosciamo tutte le responsabilità. Siamo consapevoli che in questo lungo periodo di lotta armata abbiamo causato molto dolore. Vogliamo mostrare rispetto per i morti, i feriti e le vittime delle azioni dell’Eta. Ci dispiace davvero». In totale sono 820 le vittime provocate, di cui circa la metà, civili. E’ stata una delle organizzazioni più longeve e nel contempo più sanguinose del Vecchio Continente, sempre in lotta per l’indipendentismo basco. Le armi sono state deposte nel 2011, e oggi la resa definitiva.