Sono parole importanti quelle che arrivano dal rappresentate speciale per la Libia del segretario generale dell’Onu Ghassan Salamé che ha avuto un breve colloquio con Emad Sayeh capo dell’Alta commissione elettorale libica. I due hanno parlato dell’attentato Isis in Libia con un kamikaze contro la sede della commissione elettorale a Tripoli che ha causato 16 morti e 19 feriti. Secondo quanto riportato da un tweet di Unsmil questi avrebbe spiegato: “Un simile vile attacco è un’aggressione diretta contro il popolo libico contro la sua volontà di costruire uno stato giusti e civile contro la speranza di trovare vie di uscita per la pace e la stabilità di tutta la Libia”. Salamé ha poi espresso il suo cordoglio per le vittime innocenti che durante l’attacco in questione hanno perso la vita. Sicuramente è stato un momento molto difficile che ha dimostrato purtroppo per l’ennesima volta la violenza con cui l’Isis ha poi anche rivendicato la notizia. (agg. di Matteo Fantozzi)



16 PERSONE MORTE

16 persone sono morte e 19 sono rimaste ferite, a seguito di un attentato avvenuto oggi a Tripoli, in Libia. Secondo quanto riferito dai media locali, l’Isis avrebbe rivendicato il gesto di due kamikaze suicida che si sono lanciati contro la sede dell’Alta commissione elettorale. Oltre ai due martiri vi erano due terroristi, entrambi armati, anche se non si se sono stati arrestati, uccisi oppure siano riusciti a sfuggire. Mohamad al-Damja, responsabile della sicurezza dell’edificio, ha parlato così ai microfoni di France presse: «Hanno ucciso le guardie prima di aprire il fuoco sulle persone presenti sul posto». Quando sono giunte le forze dell’ordine, due di loro hanno azionato la propria cintura esplosiva, facendosi saltare in aria e provocando due enormi esplosioni.



L’ISIS VUOLE IMPEDIRE LE ELEZIONI

Il governo della Libia ha comunicato che «Non impedirà al governo di continuare a garantire il proprio sostegno all’Alta commissione elettorale nell’ambito del processo democratico per la tenuta delle elezioni». L’Isis punta ad impedire le elezioni, di contro, la comunità internazionale vuole che entro la fine del 2018 si vada al voto in Libia, anche se prima bisognerà indire un referendum su una proposta di costituzione e adottare una legge elettorale. Sono fino ad oggi 2.4 milioni gli elettori, sui 6 milioni di abitanti, coloro che si sono registrati presso l’Alta commissione, che tra l’altro ha già organizzato le due elezioni del 2012 e del 2014.

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