Secondo l’agenzia Ap, l’Opac (l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) avrebbe appurato che gas cloro è stato “probabilmente” usato in un attacco avvenuto in Siria, a febbraio, nella città di Saraqeb, nella provincia nord-occidentale di Idlib. Gli ispettori non hanno addossato la responsabilità ad alcuna delle parti in conflitto. La stessa Opac sta investigando anche su diverse denunce di attacchi chimici, tra cui uno avvenuto in aprile su Douma, nella Ghuta orientale, che avrebbe provocato decine di vittime. Il mandato dell’organizzazione, però, è solo quello di appurare se le armi chimiche siano state impiegate, ma non di indicare gli eventuali responsabili.



Del resto, come ha dichiarato recentemente il cardinal Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, la situazione in Siria è drammatica, ma anche molto confusa, visto che sul terreno operano ben dieci diversi Paesi, ciascuno con armi ed eserciti che si fronteggiano in un groviglio, spesso inestricabile, di interessi e di ambizioni. Il Paese non è dilaniato solo dalle bombe, in una tragica escalation di violenze e di lutti che hanno colpito soprattutto la popolazione inerme, costretta a esodi biblici per sfuggire ai bombardamenti. A colpire, in Siria, è anche la disinformazione, la babele di fake news e di notizie artefatte create ad arte dalle principali forze in campo. Una guerra che si combatte con armi diverse, ma che alimenta la confusione generale.



A conferma del disorientamento delle opinioni pubbliche internazionali arriva un sondaggio condotto da GPF Inspiring Research, che ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione adulta maggiorenne per regione, sesso ed età. Che cosa emerge?

Gli italiani non sembrano avere le idee molto chiare in proposito. Quasi un italiano su tre ritiene infatti che non vi sia stato proprio alcun attacco con armi chimiche. Ma anche quelli che ritengono che su Douma siano state usate armi chimiche, non sono unanimi nell’identificare l’autore dell’attacco. Alla fine, solo un terzo del campione è “d’accordo” con quanto riportato su molti dei mezzi di informazione occidentali, cioè che a usare le armi contro i ribelli sia stato il governo di Assad. Il 22% invece critica le potenze straniere, che così hanno favorito le loro strategie economico-geopolitiche nell’area.



A unire trasversalmente gli italiani è una ferma e assoluta condanna dell’attacco missilistico portato dalle potenze occidentali in rappresaglia al presunto utilizzo delle armi chimiche (76%). Gli italiani si dichiarano d’accordo con le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sul fatto che le armi chimiche sono “inaccettabili” e l’83% si dice contrario a un possibile intervento militare italiano, soprattutto perché non c’è certezza sull’uso di queste armi e sull’identità dell’eventuale utilizzatore.

Gli italiani, poi, si dividono praticamente a metà tra un 41% che considera positivamente la posizione di sostanziale neutralità a favore delle potenze occidentali tenuta da Di Maio e un 37% che è invece a favore della posizione di Salvini, a difesa di Putin e contro un inasprimento delle sanzioni verso la Russia.