L‘allarme Nipah in India ha portato a ben 10 vittime e circa cento persone in quarantena. Un virus trasmesso dai pipistrelli della frutta e in grado di essere letale. Purtroppo per questo al momento non esiste una cura e si sta lavorando per cercare di fermarlo. Tra le vittime c’è stata anche un’infermiera in Kerala, una situazione che sicuramente ci porta a riflettere sulla velocità di trasmissione di questo. La 31enne Lini lavorava in un’ospedale dove un paziente era morto per Nipah. Sul portale del Corriere della Sera possiamo leggere quelle che probabilmente sono state le ultime parole: “Sto per morire. Non credo riusciremo a rivederci. Ti prego di stare vicino ai nostri bambini e di portarli con te al Golfo”. Parole rivolte al marito che sicuramente creano grande commozione e che ci fanno capire come questa malattia porti a una consapevolezza dell’arrivo della fine. (agg. di Matteo Fantozzi)
C’È UNA SOLUZIONE?
Il virus mortale Nipah spaventa l’India con 10 morti e un centinaio di persone in quarantena. Questo viene portato dai pipistrelli della frutta. Sembra addirittura che non esista una cura e che questo possa essere letale fino al 70%. Gli ospiti naturali del germe sono i pipistrelli della frutta che possono trasmetterlo a diversi animali, anche quelli domestici, oltre all’uomo. La contaminazione è legata al consumo del cibo. Sicuramente sarà molto importante cercare di trovare delle situazioni per porre rimedio a questa situazione, cercando di far rientrare quello che è un allarme vero e proprio. Ovviamente la situazione è molto delicata perché può portare alla morte e creare dei problemi difficili da gestire con l’altissimo tasso di infettività e quindi in grado di creare un’epidemia anche abbastanza rapidamente. I ricercatori sono a lavoro, ma al momento in India l’allarme non si può di certo dire che sia rientrato. (agg. di Matteo Fantozzi)
LO PORTANO I PIPISTRELLI
Cresce la paura in India per via di un virus che si sta diffondendo a macchia d’olio in queste ultime ore. Stiamo parlando precisamente del Nipah, una malattia che viene trasmessa all’uomo attraverso i pipistrelli della frutta, specie di volatili che si ciba appunto sostanzialmente di frutta e fiori. Sono già dieci i casi di morti accertati per via di questo virus, mentre vi sarebbero un centinaio di persone in quarantena, come sottolineato dai colleghi del Corriere.it. K.J. Reena, responsabile della sorveglianza sanitaria dello Stato del Kerala, ha spiegato che: «Abbiamo rintracciato 94 persone entrate in contatto con quelle che sono morte e sono state messe in quarantena come precauzione». Un virus che fa paura, sia perché provoca un alto tasso di mortalità, dal 40 al 70% di chi viene contagiato, sia perché non esiste attualmente un vaccino ne’ una cura specifica. Il virus Nipah fa parte del genere Henipavirus, dell’ordine Mononegavirales, famiglia Paramyxoviridae e sottofamiglia Paramyxovirinae. Una malattia che colpisce gli uomini, ma anche gli animali domestici, come ad esempio i gatti, i cani, i maiali e i cavalli.
I PRECEDENTI E I SINTOMI
Si tratta di un virus molto recente, visto che la prima volta che è stato scoperto risale a meno di 20 anni fa, precisamente al 1999. In quell’occasione vennero contagiati i maiali nonché le persone che entravano in contatto con essi (soprattutto gli allevatori), e la zona interessata fu quella dei territori della Malaysia e di Singapore. Proprio da un villaggio malaysiano prende il nome il virus, precisamente dal Sungai Nipah, una zona che venne colpita gravemente dall’infezione, con 300 contagi, 100 morti e più di un milione di maiali che vennero uccisi per bloccare l’epidemia. Inquietante quel precedente, visto che il virus venne trasmesso ai maiali dai pipistrelli, poi gli stessi animali, attraverso il respiro e il contatto con gli umani, trasmisero appunto il Nipah all’uomo. Altri casi si sono registrati nel 2004 in Bangladesh, quando la trasmissione avvenne attraverso il consumo di succo delle palme da dattero, contaminate in precedenza dai pipistrelli. Per quanto riguarda i sintomi si va dall’assenza totale di “segnali”, fino ai casi più disperati con febbre alta, encefalite gravissima, convulsioni e coma. Il periodo di incubazione del virus dura mediamente dai 5 ai 14 giorni, ma può sopravvivere a distanza di settimane e mesi in alcuni casi. Inoltre, alcuni pazienti guariti mostrano convulsioni e alterazioni della personalità e dell’umore.