Molte di loro arrivano da diversi paesi europei, sono arrivate in Iraq con i loro conterranei, i cosiddetti foreign fighters, o da sole, con il desiderio di sposare un miliziano dell’Isis. Sono le mogli degli jihadisti che per tre anni, dal 2014 al 2017, hanno occupato e terrorizzato ampi territori iracheni e siriani, facendo strage di civili, imponendo la legge islamica fatta di crudeltà e violenza, stuprando e vendendo come schiave le ragazze del luogo. Molte di queste donne hanno fatto parte della polizia islamica, controllavano che le altre donne indossassero il burqa o non osassero girare da sole, speso punendole corporalmente o peggio. Non erano meglio dei loro mariti. Ma alcune sono finte in quell’inferno anche ingenuamente, per amore o perché ingannate. E’ difficile credere e sapere la verità quando, come nel caso di una ragazza francese, ti dicono che erano convinte di aver sposato un rapper e di essere andati in Turchia per una vacanza, per poi essere portate con la forza e l’inganno nel califfato islamico.



IRAQ, 40 MOGLI DEI TERRORISTI ISIS CONDANNATE A MORTE

Altre dicono che i loro mariti jhadisti le picchiavano in continuazione e le tenevano rinchiuse in casa. C’è sicuramente del vero in queste storie, ma adesso che lo stato islamico è crollato, gli iracheni vogliono la loro vendetta e non è difficile capire perché. Le donne catturate e processate hanno al massimo dieci minuti di tempo per dire chi sono e fornire la loor versioen dei fatti, dopodiche la giuria decide cosa farne. Vogliono eliminare tutto quello che resta di quel regno dell’orrore, donne comprese. Secondo quanto citano i media inglesi, 40 di esse sono già state condannate a morte, separate dai figli avuti con i mariti che non si sa che sorte avranno. Ci si chiede infatti ora a chi verranno affidati i loro figli. Sono 820 i bambini sono nati dai quei matrimoni. Nuove vite che non destano la preoccupazione dei tribunali. Altre trecento persone tra uomini e donne considerati legati in qualche modo all’Isis hanno già subito la condanna, mentre un migliaio si trova in carcere in attesa di essere identificati come combattenti o semplici parenti. Sarebbero 40mila gli stranieri che in questi tre anni si sono recati in Siria e Iraq per unirsi al califfato, di cui ben 1900 francesi.

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