Ma alla fine il tanto atteso vertice tra il presidente americano Trump e il giovane dittatore nordcoreano Kim Jong-un ci sarà oppure no? Quando le speranze erano oramai svanite, è stato proprio il numero uno della Casa Bianca ad aprire alla possibilità di incontrare ancora il leader nordcoreano nel giorno precedentemente fissato, ovvero il 12 giugno. “Vediamo cosa succede, stiamo parlando con loro, (il vertice) potrebbe tenersi persino il 12”, ha dichiarato il presidente americano parlando con i giornalisti. Trump, dunque, prima di salire sull’elicottero presidenziale alla Casa Bianca ha rilanciato l’ipotesi dell’incontro ritenendolo ancora fattibile. “Hanno diffuso un comunicato carino”, ha poi aggiunto come riporta RaiNews, in riferimento alla nota della Corea del Nord circa i negoziati sul nucleare. E proprio la “calorosa e produttiva nota della Corea del Nord” ha spinto ora Trump a rivedere i piani tanto da ribadire: “L’incontro potrebbe esserci anche il 12 giugno”. Di contro, la Corea del Nord aveva ribadito la sua piena disponibilità al dialogo con gli Usa “in qualsiasi momento”. Nel frattempo ad esprimersi è stato anche il premier giapponese Shinzo Abe che, in un suo intervento al Forum di San Pietroburgo ha ritenuto “indispensabile” il vertice fra i due leader per risolvere la crisi nordcoreana. “Nel futuro è necessario che un tale incontro venga organizzato per risolvere i problemi che si sono accumulati”, ha ribadito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SUMMIT IL 12 GIUGNO?

La nota emessa da parte del regime nordcoreano nelle ultime ore, e nella quale, di fatto, i vertici di Pyongyang hanno confermato di “essere disposti a sederci al tavolo con gli USA in qualsiasi momento”, potrebbe aver sbloccato l’impasse diplomatica nata ieri, quando proprio Donald Trump aveva annunciato che non ci sarebbe stato alcun summit. E invece, grazie al sottile lavoro diplomatico della Corea del Sud e al fatto che Kim Jong-un, attraverso il suo Ministro degli Esteri, ha voluto dare una nuova chance agli americani per riconsiderare l’opportunità di negoziati, adesso la data del prossimo 12 giugno per lo storico incontro in quel di Singapore non è più utopica. Dopo un tweet attraverso il suo account, nel quale The Donald ha ammesso di aver accolto come “calorosa e produttiva” la nota della Corea del Nord e ha anche lasciato intendere che questa potrebbe essere la strada giusta (“Vediamo dove porterà…”), il Presidente degli Stati Uniti ha concesso qualche battuta ai giornalisti, spiegando di essere possibilista sul meeting e che i contatti diplomatici con gli omologhi di Pyongyang, dopo la brusca interruzione registrata alcuni giorni fa, sono ripresi. Dichiarazioni tattiche per prendere tempo o un segnale tanto atteso anche da Pechino e Seul, attori non disinteressati di un processo di pace faticoso e oltremodo accidentato? (agg. di R. G. Flore)



DOPPIA APERTURA NELLE ULTIME ORE

Niente incontro fra Donald Trump e Kim Jong-un, ma il vertice potrebbe essere solamente posticipato, e non definitivamente annullato. Nelle ultime ore i due paesi, Stati Uniti da una parte, e Corea del Nord dall’altra, hanno infatti lasciato diversi spiragli circa un vis-a-vis fra i due nemici. Donald Trump, ad esempio, parlando in occasione della cerimonia della firma dell’Economic Growth, Regulatory Relief and Consumer Protection Act, avvenuta nelle scorse ore, ha ammesso: «Speriamo che tutto vada bene con la Corea del Nord. Possono succedere molte cose, compreso il fatto che forse sia possibile che il summit attuale possa svolgersi o che un vertice possa avvenire più avanti. Spero che Kim Jong-un alla fine faccia la cosa giusta non solo per se stesso ma per il suo popolo che sta soffrendo profondamente e senza che sia necessario». Mano tesa da parte del presidente Usa verso il dittatore nordcoreano, che già nella famosa lettera aveva comunque chiuso dicendo di essere disponibile in qualsiasi momento ad un nuovo incontro. Vedremo cosa succederà nelle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA COREA RIAPRE

E’ saltato il vertice fra Donald Trump e Kim Jong-un in programma il prossimo 12 giugno a Singapore, ma forse, c’è ancora uno spiraglio. Come scrive stamane il quotidiano L’Unione Sarda, nella notte è giunta un’apertura da Pyongyang, con il vice ministro degli Esteri nordcoreano, Kim Kye Gwam, che tramite l’agenzia del regime Kcna, ha fatto sapere: «Siamo ancora disponibili al dialogo con gli Stati Uniti in qualsiasi momento e in qualsiasi forma. Vogliamo dare agli Usa tempo e opportunità per riconsiderare i negoziati». Il vice-ministro ha aggiunto e concluso: «La cancellazione del summit è stata inaspettata e spiacevole, non in linea con il desiderio di pace, e mostra quanto grave sia lo stato molto radicato delle relazioni ostili tra Usa e Corea del Nord e quanto urgentemente dovrebbe essere realizzato un summit per migliorare i rapporti». Cosa succederà ora? Per il momento sembra difficile che si si concretizzi qualcosa, ma è anche vero che dopo l’apertura di Trump nella lettera di ieri, è arrivato lo spiraglio nordcoreano, e di conseguenza il dialogo potrebbe riprendere nelle prossime settimane, di modo da programmare un nuovo summit, magari nel cuore dell’estate o per l’inizio del prossimo autunno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

TUTTA COLPA DI MIKE PENCE…

Alla fine è saltato il vertice fra Kim Jong-un, il dittatore nordcoreano, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Doveva tenersi il prossimo mese in quel di Singapore, e sarebbe stato un vis-a-vis storico visto che i due non si sono mai amati e non hanno mai fatto nulla per nasconderlo. E invece siamo ancora punto a capo, e anche se l’amministrazione Trump ha lasciato uno spiraglio circa la possibilità che l’incontro si tenga in futuro, per ora non sembra ipotesi plausibile. Ma come mai è saltato il faccia a faccia fra i due? Secondo quanto scrivono i colleghi di Agi.it, sarebbe stata colpa di Mike Pence, il vicepresidente degli States, che avrebbe paragonato Kim a Gheddafi (rovesciato e ucciso nel 2011), se il coreano non avesse abbandonato il programma nucleare. Gli Usa speravano in una denuclearizzazione immediata sul modello Libia, ma dalla Nord Corea è partito un rifiuto secco, e di conseguenza, il dialogo verso la pace è saltato, speriamo non definitivamente… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA COREA DEL SUD

Il presidente della Corea del Sud ha espresso rammarico per la decisione di Donald Trump di annullare il vertice con Kim Jong-un e ha sollecitato i due leader ad avere colloqui diretti. Lo riferisce l’ufficio presidenziale di Moon Jae-in. Durante una riunione di emergenza sulla sicurezza nazionale, il presidente sudcoreano ha definito «profondamente spiacevole che il vertice tra Stati Uniti e Corea del Nord non si svolga come previsto» dopo che Trump ha annullato l’incontro fissato per il 12 giugno a Singapore. «La denuclearizzazione della penisola coreana e una pace permanente sono traguardi storici, a cui non si può rinunciare e che non possono subire ritardi», ha aggiunto Moon Jae-in. Inoltre, ha definito difficile la risoluzione delle questioni diplomatiche ancora in essere con l’attuale sistema di comunicazione tra Usa e Corea del Nord. «Spero che i leader risolvano la questione attraverso un dialogo più stretto e diretto tra di loro», ha concluso il presidente della Corea del Sud. (agg. di Silvana Palazzo)

USA, MINACCIA NUCLEARE NELLA LETTERA PER COREA DEL NORD

Donald Trump con una lettera ha informato Kim Jong-un della cancellazione del vertice previsto a Singapore il 12 giugno. In buona parte, le parole del presidente americano sono appare rispettose, e c’è pure un esplicito ringraziamento al leader nordcoreano per il rilascio dei tre cittadini americani detenuti. Trump ha lasciato una porta aperta ad un futuro incontro tra i due, ma non manca un passaggio di minaccia esplicita: «Parli delle tue capacità nucleari, ma le nostre sono così enormi e potenti che prego Dio che non siano mai utilizzate». Quella di Trump potrebbe essere stata una mossa strategica: forse non voleva rischiare che fosse la Corea del Nord ad annunciare la cancellazione del vertice. Ora anche la Corea del Sud dovrà rivedere i piani di riapertura delle relazioni economiche con il Nord. Le minacce reciproche restano sullo sfondo e il trattato di pace torna lontano, ma le tensioni non dovrebbero salire ai livelli dell’ultima parte dell’anno scorso. (agg. di Silvana Palazzo)

SALTA SUMMIT A SINGAPORE: “PERSA OPPORTUNITÀ DI PACE”

Usa-Corea del Nord, Donald Trump cancella incontro con Kim Jong-Un: salta il summit in programma a Singapore il prossimo 12 giugno 2018. E’ stato lo stesso presidente americano ad annunciarlo tramite una nota della Casa Bianca: “Il mondo e la Corea del Nord hanno perduto una grande opportunità per una pace duratura o per una grande ricchezza: è un momento triste per la storia”. Il tycoon ha poi sottolineato: “Apprezziamo il suo tempo, la pazienza e lo sforzo fatto nelle recenti trattative per il summit del 12 giugno 2018: siamo stati informati che l’incontro è stato chiesto dalla Nord Corea, ma ciò è irrilevante. Con tristezza, a partire dall’aperta ostilità evidenziata nelle ultime dichiarazioni, ritengo che sia inappropriato un incontro in questo momento”. Una frenata nel percorso di una pace a lungo attesa dopo settimane e mesi di minacce e tensioni.

TRUMP CANCELLA SUMMIT CON KIM JONG-UN

La lettera di Donald Trump è giunta nel giorno in cui si è svolta la cerimonia per lo smantellamento dell’area militare in cui il regime nordcoreano ha condotto i sei test nucleari. “Il sito nordcoreano dei test nucleari è stato completamente smantellato”, ha informato l’agenzia di stato Kcna. Nonostante ciò, il vertice di Singapore tra Donald Trump e Kim Jong-Un è saltato: “Lasci che questa lettera illustri che il summit in programma a Singapore non si svolgerà, per il bene di entrambe le parti ma per lo svantaggio del mondo”, sottolinea il presidente americano. Che sottolinea: “Lei parla delle capacità nucleari, ma quelle degli Stati Uniti sono così imponenti e potenti che prego Dio affinchè non debbano essere mai utilizzate. Si stava sviluppando tra di noi un dialogo stupendo. Un giorno ci incontreremo, voglio ringraziarla per il rilascio dei tre ostaggi che ora sono a casa con la famiglia. Un gesto che ho molto apprezzato”. E Trump lascia una porta aperta: “Se cambierà idea su questo importante summit, non esiti a chiamarmi o a scrivermi”.