Mariano Rajoy ha deciso di annullare il viaggio che aveva programmato in Ucraina questo sabato per assistere alla finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool. La notizia arriva dopo la conferenza stampa con la quale il premier spagnolo ha commentato lo scandalo corruzione che ha travolto i popolari. Rajoy ha criticato duramente la mozione di sfiducia presentata da Pedro Sanchez. «Il suo unico interesse è diventare presidente, a tutti i costi». Il premier ha insistito sul fatto che la sentenza non ha portato alla condanna di nessun membro del governo e che «si riferisce agli eventi del 2003, che nulla hanno a che fare con l’attuale governo». Rajoy ha poi spiegato che non accetta lezioni da Sanchez, il quale non avrebbe «l’autorità morale» per farlo visto che il suo partito è coinvolto in casi come l’ERE in Andalusia. Tutto il PP ritiene che Sanchez abbia presentato la mozione di sfiducia contro il governo per «pura ambizione personale». Il coordinatore generale del PP Fernando Martinez Maillo ha accusato il leader socialista di «mettere in pericolo la Spagna» per il suo «desiderio di arrivare al potere senza passare dalle urne». (agg. di Silvana Palazzo)
RAJOY, “NO ELEZIONI ANTICIPATE”
Ha parlato in una non lunghissima conferenza stampa il premier spagnolo Mariano Rajoy, investito assieme a tutto il partito dei Popolari dall’inchiesta e dalle durissime sentenze contro il suo movimento: “no a elezioni anticipate, nessun membro del mio governo è indagato. Quando le inchieste colpirono i socialisti, Sanchez non lasciò», spiega in sintesi la “difesa” del premier contro la mozione di sfiducia proposta dal Psoe e dopo la precedente richiesta di Ciudadanos (alleato di Governo) di andare subito a elezioni anticipate (e sarebbero le terze in tre anni). Il calcolo politico dei centristi, come vi abbiamo spiegato qui sotto, porta ad una per forza soluzione alternativa ai socialisti che invece vorrebbero la sfiducia per poter passare al Governo con Poedemos senza passare dalle urne, dove ad oggi sarebbero in minoranza secondo i sondaggi. Per di più, spiegano da Madrid, Rivera e i centristi vorrebbero passare dal voto per avere quella conferma di consensi ottenuti dopo la “mano ferma” anti Catalogna negli scorsi mesi. Ma Rajoy non ci sta e nonostante il caos generato dalla vicenda “Gurtel” rilancia: «La Spagna ha bisogno di stabilità politica per rimanere nel percorso della forte ripresa economica. Per questo – conclude Rajoy – continuerà il suo mandato di quattro anni. Il voto di sfiducia sarebbe un danno per la Spagna».
SCANDALO CORRUZIONE INVESTE I POPOLARI
È un autentico terremoto politico in Spagna, e questa volta la Catalogna non c’entra niente: lo scandalo delle tangenti per il caso “Gurtel” (qui sotto un breve focus) con le sentenze durissime avvenute ieri contro l’ex tesoriere del Partito Popolare (maggiore forza di Governo che esprime il premier Mariano Rajoy, ndr) sta mettendo a serio rischio la tenuta dell’esecutivo, già piuttosto fragile dopo le doppie elezioni politiche nel giro di due anni e un Governo di minoranza al potere con Pp e Ciudadanos insieme contro i socialisti e Podemos all’opposizione. Il Psoe ha appena deciso di presentare una mozione di sfiducia contro il Governo che verrà discussa nei prossimi giorni e di colpo, al centro della scena, spunta il partito (emergente nei sondaggi, in alcune parti della Spagna addirittura meglio del Pp) di Albert Rivera, Ciudadanos. «Chiediamo elezioni anticipate. Questa sentenza è storica, c’è un prima e un dopo è stata messa in discussione seriamente la credibilità del governo nazionale», spiega il leader del partito centrista. La mossa però non sarebbe quella di votare la sfiducia visto che in Spagna, secondo la Costituzione, se dovesse passare la mozione automaticamente diverrebbe il premier di un nuovo Governo il capo dell’opposizione (il leader del Psoe, Pedro Sanchez) con un esecutivo Podemos-Socialisti che potrebbe arrivare a fine legislatura nel 2021. Ciudadanos però è nei sondaggi davanti ai Popolari e dunque vorrebbe il voto anticipato per risolvere l’intricata matassa politica in Spagna. Ancora una volta..
L’INCHIESTA SUI FONDI NERI NEI POPOLARI
La grande bagarre spagnola nasce tutta dalla condanna, giunta ieri, del Partito Popolare di Mariano Rajoy nel processo per la trama di corruzione “Gurtel” a Madrid e Valencia dal 1999 al 2005: in sostanza, il tribunale spagnolo ha deciso la condanna “monstre” dell’ex tesoriere del Pp Luis Barenas a 33 anni, la moglie Rosalia Iglesias a 15 (anche se lei era il vero cervello della “Gurtel”) e il faccendiere Francisco Correa a 51 anni di prigione. Non solo, i Partito Popular è stato condannato perché partecipante a titolo lucrativo, con una multa di 240mila euro. La “Gurtel” è nient’altro che una lunga rete di corruzione che ha spadroneggiato in quei sei anni nelle città più importanti di Spagna aggiudicandosi appalti e consegnando su tutto il territorio mazzette milionarie. Il Pp ne esce a pezzi, come il suo leader visto che nel processo è stato svelato quel messaggio mandato da Rajoy a Barcenas – «Luis, devi essere forte» – che lo mette in difficoltà nella tenuta del Governo attuale. Il governo si difende parlando di «casi isolati» e di assenza di coinvolgimento penale, ma civile. Ma ovviamente le polemiche delle opposizioni sono alle stelle, specie perché Rajoy, intervenuto come teste al processo, ha sempre negato la presenza di “fondi neri” del Partito, cosa smentita dalle inchieste e dalle condanne di ieri.