Negli ultimi giorni Donald Trump si è trovato nuovamente sotto un fuoco incrociato, in parte dei suoi oppositori, in parte causato dalle sue dichiarazioni. E se da una parte, sul versante interno, c’è il procuratore Muller che in pratica mira all’impeachment, dall’altra, sul fronte estero, il presidente americano può attribuirsi successi storici come l’aver portato la Corea del Nord verso accordi di pace fino a pochi mesi fa impensabili. Che il merito sia suo o meno, si parla comunque già di candidarlo al Premio Nobel per la Pace. Secondo il politologo Edward Luttwak, anche il caso Iran alla fine darà ragione al vulcanico Trump.



Luttwak, l’Iran ha dichiarato che se gli Stati Uniti lasciano l’accordo sul nucleare, anche loro lo faranno. Non solo: Trump ha contro anche l’Europa. A che gioco sta giocando?

Il presidente ha davanti a sé due paesi con cui si sta confrontando. Uno è pericoloso, l’altro è chiacchierone.

Chi è più pericoloso, l’Iran o la Corea del Nord?



Quello pericoloso è la Corea del Nord. Trump con Pyongyang è disponibile a concedere tutto: riconoscimento ufficiale, aiuti economici dalla Corea del Sud, totale legittimazione, rimozione di ogni minaccia. In cambio chiede la completa denuclearizzazione. La sua politica estera è stata, ed è, incentrata sulla Corea del Nord.

E con l’Iran invece?

Nel caso dell’Iran ci troviamo davanti a un accordo pieno di buchi. C’è un esempio dimenticato che nessuno cita mai, quello dell’acqua pesante. Secondo gli accordi doveva essere portata lontano, in Svezia, invece si trova dall’altra parte del Golfo, sorvegliata dai Guardiani della rivoluzione iraniani sul territorio dell’Oman, Stato che non può permettersi di obiettare nulla. Questo è solo un esempio di un accordo che non è rispettato. Con l’Iran Trump vuole esattamente quello che chiede alla Corea del Nord: totale denuclearizzazione con ispezioni americane e non di qualche organizzazione internazionale. In cambio, Trump è disposto a dare all’Iran lo stesso, togliendo, ad esempio, ogni sanzione.



Eppure tutti i firmatari dell’accordo con l’Iran sono in disaccordo con lui…

Questo perché sono paesi che se ne fregano, che non sono minimamente disposti a combattere. L’accordo con l’Iran è gestito dall’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, che è disposta ad accettare tutto. Se gli iraniani negoziano solo con l’Europa, verrà loro concesso di bombardare anche il centro di Roma.

Dunque si vince solo mostrando i muscoli, non con il dialogo?

Trump prende posizioni forti con paesi come Corea del Nord e Iran, non ha paura di forme di ritorsione militare. Ricordiamoci che i famosi missili che Teheran sbandiera ogni giorno sono di produzione nordcoreana. L’intelligence israeliana ha portato via tonnellate di documenti iraniani che provano che rispetto all’accordo firmato ci sono casi clamorosi di corruzione ed errori madornali.

Ma i bombardamenti che Israele continua a effettuare in Siria non rischiano di portare a un’escalation militare?

Sono bombardamenti dovuti al fatto che l’Iran ha spostato in Siria 200 missili e li ha nascosti in una base remota. Fanno gli innocenti, ma davvero pensavano di muovere 200 missili senza che gli israeliani se ne accorgessero?

Spostandoci invece sul piano interno, c’è il Russiagate, con il procuratore Muller che vuole portare Trump a processo. Che ne pensa?

Sono cose che mi interessano poco data la loro futilità, ma qui bisogna dire che siamo davanti a un errore pesante di Trump di cui pagherà le conseguenze.

Quale errore?

In America vige la separazione dei poteri, federale, legislativo ed esecutivo, e quest’ultimo spetta al presidente. Se Trump avesse invocato questo, invece di ficcare il naso nella faccenda licenziando il capo dell’Fbi, dicendo invece che è argomento giudiziario mentre lui deve occuparsi del paese e dell’economia, oggi non sarebbe nelle condizioni in cui si trova.

Anche nel caso della pornostar Stormy Daniels, usata per attaccarlo?

La stessa cosa. Avesse fatto come dico, oggi non si troverebbe in questa situazione. Ha voluto interferire e questo ha svegliato il sistema, adesso ne fa le spese. 

Qual è oggi la forza di Trump? Gli americani cosa pensano di queste faccende? E’ più forte all’estero, visto che si parla di candidarlo al Nobel per la Pace?

Ci sono amici e nemici, i primi a loro volta sono divisi fra moderati e radicali. Avrà il Premio Nobel e dopo potrà divertirsi a mostrarlo ad Obama, che lo ha vinto solo perché è stato il primo presidente di colore ad essere stato eletto.

(Paolo Vites)