Non si è fatta attendere neanche la reazione di Donald Trump riguardo la risoluzione Usa di voler rompere l’accordo sul nucleare. Se gli Stati Uniti non rispetteranno l’accordo, anche Teheran ha affermato di aver rimpianto la firma, considerando le gravi accuse arrivate da parte del Presidente degli Stati Uniti, che ha senza mezzi termini accusato l’Iran di aver finanziato il terrorismo. Teheran da tempo sospettava che Trump aspettasse solo l’occasione giusta per rompere gli accordi, e ora si aspettano reazioni ufficiali iraniane: sicuramente la situazione è in evoluzione considerando la minaccia di sanzioni da parte di Trump, che dopo essersi ammorbidito sul fronte nordcoreano, in tema di politica estera sembra ora arrivato al massimo della rigidità nei confronti dell’Iran. (agg. di Fabio Belli)



NOTA DI GERMANIA, FRANCIA E GB

Iran, Donald Trump ha annunciato: “Gli Usa rinunciano all’accordo sul nucleare”. L’annuncio, arrivato alle ore 20.00 italiane, ha trovato le prime reazioni dalle pedine più importanti dello scacchiere internazionale. Germania, Francia e Gran Bretagna hanno diramato una nota congiunta per commentare la decisione del tycoon di uscire dall’accordo sul nucleare iraniano: espressi “rammarico e preoccupazione”, segno di non convidisione per la decisione presa dal presidente americano. “Istituiremo il massimo livello di sanzioni economiche, gli Stati Uniti non saranno ostaggio dei ricatti nucleari”, ha poi sottolineato Donald Trump. John Bolton, consigliere alla sicurezza nazionale del numero uno degli States, ha chiarito poi successivamente: “La decisione di ritirarsi dall’accordo mostra alla Corea del Nord che gli Usa non accetteranno accordi inadeguati”, riporta il Corriere della Sera. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“REGIME FINANZIA TERRORE”

Donald Trump conferma quanto già previsto alla vigilia del discorso alla Casa Bianca appena avvenuto: «gli Stati Uniti d’America hanno deciso di uscire dall’accordo sul nucleare con l’Iran visto che il regime di Rohani finanzia il terrorismo proprio con i soldi di quest’accordo». Si chiude così l’accordo raggiunto da Obama, Putin, Rohani e Unione Europea nel 2015, con le parole durissime del Presidente repubblicano: «l’accordo ha permesso all’Iran di continuare ad arricchire l’uranio e raggiungere un punto di rottura. Contro l’Iran reintrodurremo sanzioni economiche di massimo livello», prosegue ancora Donald Trump dal palco della Casa Bianca, prima di firmare il memorandum davanti ai fotografi. In conclusione del discorso “incendiario”, il primo cittadino americano ha aggiunto che l’Iran dovrà mettere a punto un nuovo accordo che miri finalmente al bene, alla pace e alla stabilità dell’intero Medio Oriente. «So che loro ora non lo vorranno, e li capisco forse farei così anche io, ma sappiamo che siamo pronti in ogni momento per sedersi al tavolo e rinegoziare un accordo che non veda crescere il sostegno al terrorismo come invece avvenuto finora». L’Europa non crede, ovviamente, e spinge per tenere l’accordo attuale in condivisione con la Russia e lo stesso regime di Teheran, ovviamente.  



TRUMP ROTTAMA OBAMA E CHIAMA MACRON: “USA FUORI”

Non è ancora ufficiale ma gli Usa sono in procinto di annunciare il loro ritiro dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran siglato dalla precedente amministrazione Obama. Lo ha anticipato Donald Trump, in una telefonata avvenuta durante la giornata di oggi, all’omologo francese Emmanuel Macron. Un canale preferenziale, quello costruito nelle ultime settimane tra i due presidenti, con il leader di En Marche! che però non è riuscito a distogliere The Donald dal suo proposito: quello di stracciare un accordo che ha sempre definito fin dagli albori della sua campagna elettorale, e poi della sua presidenza, come un “disastro”. A riferire della telefonata fra Trump e Macron è stato il Nyt, che svela anche il punto cruciale che ha fatto arenare le trattative. Il presidente americano voleva che i severi limiti rispetto alla produzione di energia nucleare da parte dell’Iran restassero in vigore anche dopo il 2030: una condizione non prevista dal patto e che Teheran non si è detta disposta ad accettare. (agg. di Dario D’Angelo)

ISRAELE SU NUCLEARE IRAN, “VOGLIONO DISTRUGGERCI”

Dopo la Commissione Europea, interviene direttamente uno dei Paesi membri più influenti per la politica estera, ovvero la Francia: il presidente Macron ha infatti dato via libera al suo Governo di intervenire sul fronte Iran spiegando come «Parigi continuerà a chiedere un miglioramento dell’accordo sul nucleare, che gli Usa siano presenti o meno». Secondo il ministro della Difesa, Florence Parly, questo accordo «non è il migliore del mondo ma senza essere perfetto ha anche un certo numero di virtù e gli iraniani lo rispettano», conclude Parigi. Se ormai tutti danno per scontato che Trump strapperà l’accordo – o meglio, non confermerà la sospensione delle sanzioni rimettendo al Congresso Usa l’intera discussione dell’intesa con il Governo iraniano – il primo ministro di Teheran prova a “minimizzare”, «È possibile che affronteremo alcuni problemi per due o tre mesi ma li supereremo. L’Iran vuole relazioni costruttive con il mondo ma continuerà il suo sviluppo nazionale nonostante le possibili sanzioni». Da ultimo, a fianco di Trump, interviene ancora il governo israeliano che invece solo una settimana fa annunciava di aver scoperto piani segreti per armi chimiche e nucleari pronte all’uso da Teheran nonostante l’accordo siglato. «L’Iran sta cercando di piazzare armi pericolose in Siria da utilizzare contro Israele con lo scopo preciso di distruggerci» ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ieri in visita a Nicosia, Cipro. (agg. di Niccolò Magnani)

UE, “IL PATTO VA MANTENUTO!”

Dopo che ormai è quasi certo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo con l’Iran, interviene anche l’Unione Europea che di quel patto era stata di fatto il “cuscinetto” sopra il quale Rohani, Obama e Putin avevano trovato il definitivo accordo sul nucleare iraniano. «Per noi quell’accordo funziona; va mantenuto e deve essere preservato. Resta il nostro impegno per la sua piena attuazione», spiega la portavoce della Commissione Europea a poche ore dall’annuncio alla Casa Bianca del Presidente Trump. In aggiunta, colei che quell’accordo l’ha anche firmato personalmente in quanto Alto rappresentante delle politiche estere Ue, Federica Mogherini, ha fatto sapere da Bruxelles che «non speculiamo su quello che dirà Trump. In serata interverrò direttamente dopo le parole del Presidente Usa». Gli scenari aperti davanti, intanto, sono parecchi e non si fermano certo alla rinuncia di Trump, visto che la palla poi passerà al Congresso Usa che potrà anche arrivare ad un muro contro muro col tycoon repubblicano. (agg. di Niccolò Magnani)

TORNANO LE SANZIONI CONTRO TEHERAN

Non si faranno attendere le conseguenze del ritiro – dato ormai per scontato – degli Stati Uniti dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran siglato dalla precedente amministrazione Obama. Donald Trump ha preso la sua decisione: a nulla è valso il pressing degli alleati europei e le ripercussioni per l’Iran riguarderanno in primo luogo la sfera economica. A scriverlo è il Washington Post, secondo cui Trump è pronto ad annunciare la reintroduzione di alcune sanzioni per colpire Teheran. Si tratta delle stesse che Obama aveva congelato firmando la storica intesa sul programma nucleare del 2015 con il presidente Rouhani. Questa mossa sarà l’effetto del mancato rinnovamento delle esenzioni in scadenza il 12 maggio da parte del presidente Trump, e aprirà di fatto la strada alle sanzioni nei confronti delle banche dei Paesi non ridurranno le importazioni di petrolio iraniano. Resterebbero invece in una sorta di limbo le esenzioni in scadenza a luglio. Quale sarà la reazione di Teheran? (agg. di Dario D’Angelo)

ACCORDO NUCLEARE IRAN: NYT, “TRUMP OGGI ANNUNCIA RITIRO USA”

Donald Trump annuncerà oggi, martedì 8 maggio entro le ore 20 italiane, la volontà di portare fuori gli Usa dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran. Lo riferisce il New York Times, anticipando di fatto l’annuncio che Trump su Twitter aveva messo in programma per la giornata odierna (e non più il 12 maggio) entro le ore 14 di Washington (le 20 italiane). Il quotidiano americano cita fonti del Vecchio Continente, sottolineando che a nulla è valso il pressing degli alleati europei: Trump alla fine ha deciso di ritirare gli Usa da un accordo, firmato dalla precedente amministrazione Obama, che ha sempre definito un “disastro” per gli Stati Uniti. Uno dei diplomatici ascoltati dal New York Times ha dichiarato: “Le possibilità che Trump annunci di restare nell’intesa sono molto ridotte”. Per una volta non sono attesi colpi di scena…(agg. di Dario D’Angelo)

INGAGGIATA AGENZIA PER SCREDITARE L’ACCORDO

Intanto emerge un retroscena, riportato sulle pagine dell’edizione online de Il Fatto Quotidiano. Pare che, secondo il New Yorker e l’Observer, l’amministrazione Trump abbia ingaggiato un’agenzia per screditare due consiglieri di Obama (il presidente in carica al momento del famoso accordo), per screditarli, rendendo così più facile l’uscita degli USA dal patto. Tale agenzia sarebbe la Black Cube, già tristemente nota per essere stata ingaggiata Weinstein, noto produttore cinematografico finito nella bufera, per diffamare le attrici che volevano testimoniare contro di lui. In realtà tale notizia è già stata smentita: pare infatti che l’agenzia in questione non lavorasse direttamente per Trump, bensì per un privato che avrebbe un riscontro economico nel caso in cui il patto con l’Iran venisse sciolto…