Ormai pare confermato anche dai media americani, mai troppo “teneri” con il presidente degli States Donald Trump: la liberazione dei tre prigionieri Usa è la “conditio sine qua non” per il prossimo incontro tra il presidente Donal Trump e il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un. Un vertice di pace che potrebbe avere tra le varie tappe di avvicinamento anche altre clamorose novità da scoprirsi nei prossimi mesi: Kim Dong-chul, Tony Kim e Kim Kak-song erano detenuti per spionaggio e «atti ostili» contro la Corea del Nord ma ora sono liberi e in buone condizioni, in viaggio verso gli Stati Uniti assieme al Segretario di Stato Mike Pompeo. Nell’operazione dovrebbero anche essere stati confermati i prossimi “step” – per ora ancora segreti – tra le due potenze mondiali, sempre seguendo quanto riferito anche ieri dal leader nordcoreano davanti al parigrado cinese: «uno Stato senza minacce non ha bisogno del nucleare» e anche di tenere prigionieri politici americani, aggiungiamo oggi. Come ha spiegato poco fa l’Ansa secondo le sue fonti internazionali, «Il luogo dell’incontro fra il presidente Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un potrebbe essere annunciato la prossima settimana: l’incontro potrebbe durare più di una sola giornata». (agg. di Niccolò Magnani)



IL SUCCESSO UN ANNO DOPO L’ORRORE DEL CASO WAMBLER

Sembra passata un’eternità dal caso inquietante e tragico di Otto Wambler: era l’aprile 2017 quando il mondo intero assistette alla scarcerazione del 22enne studente americano che per aver cercato di strappare uno striscione propagandistico da un albergo di Pyongyang venne incarcerato e condannato “per atti ostili nei confronti dello Stato”. La missione segreta in Nord Corea dell’ex inviato speciale Usa Joseph Yun vide il rientro in patria di Wambler ormai completamente senza più vitalità e lucidità: quella “camminata” sostenuto dalle carceri di Pyongyang verso l’aereo per riportarlo a casa rimase scolpita nell’immaginario comune, un 22enne grande e grosso che non riusciva a parlare e aveva lo sguardo catatonico. Il giovane è morto poco dopo il rientro nel mistero più totale su quanto possa essere successo in quelle carceri inquietanti del regime comunista; dopo un anno la liberazione dei tre prigionieri Usa non può che rimandare alla mente il caso di Otto, per fortuna con un esito e una situazione generale ben più positiva di 12 mesi fa. La pace e il superamento delle ostilità passa anche da momenti come questi, senza però dimenticare gli orrori che il popolo nordcoreano e non incarcerato in quelle prigioni è costretto a subire da anni sotto il silenzio mondiale più cupo. (agg. di Niccolò Magnani)



LA GAFFE DI MIKE POMPEO

La Corea del Nord ha liberato tre detenuti americani, che ora sono in viaggio verso gli Stati Uniti. Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump, assicurando che l’incontro tra Kim Jong-un e il segretario Mike Pompeo è andato bene. Inoltre, sono stati fissati data e luogo per lo storico vertice tra i due presidenti. Si tratta di un segnale distensivo da parte di Pyongyang visto che, secondo fonti dell’amministrazione americana, la liberazione dei detenuti era una delle condizioni imposte dagli Stati Uniti per l’incontro. Chi sono i prigionieri liberati? Secondo il New York Times, si tratta di Kim Hak-song, Kim Dong Chul e Kim Sang Duk, noto anche come Tony Kim, tutti e tre di origini coreane. Tutto è andato bene, ma c’è stata una gaffe che per fortuna non ha avuto conseguenze. Poco dopo la liberazione dei tre detenuti, il segretario di Stato americano di fronte ai giornalisti ha parlato di Kim Jong-un come «presidente Un». (agg. di Silvana Palazzo)



TRUMP SU TWITTER: “ORA VERTICE CON KIM”

Dopo l’annuncio del nuovo Segretario di Stato, Mike Pompe, in missione diplomatica a Seul (Corea del Sud) che il regime del nord di Pyongyang ha rilasciato tre detenuti statunitensi, è arrivato a strettissimo giro di posta l’immancabile tweet del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump che ha atteso l’ufficialità della notizia per esultare per una nuova vittoria della sua amministrazione: “Sono lieto di informavi che Mike Pompeo è in volo, in ritorno dalla Nord Corea, con tre meravigliosi gentlemen che tutti siamo ansiosi di incontrare” ha scritto The Donald, aggiungendo che i tre ex detenuti sono in buona salute e che, alla luce di ciò, “sarà anche buono incontrare Kim Jong-un, data e luogo fissati”. Dunque, dopo che è stata sbloccata questa imbarazzante situazione, sembra si vada a passi spediti verso un summit che sarebbe storico e che segna anche un successo per lo stesso Pompeo che, a tal proposito, è tornato in Corea del Nord a quarant’anni esatti di distanza da una missione che lo vide protagonista ma in veste di uomo della Cia e non come stavolta da diplomatico. (agg. R. G. Flore)

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MIKE POMPEO, “REGIME RILASCIA TRE DETENUTI USA”

Corea del Nord, è arrivato il segretario di Stato americano Mike Pompeo: l’emissario di Donald Trump incontrerà nelle prossime ore i funzionari nordcoreani per preparare l’atteso e storico incontro tra il numero uno Usa e il leader nordcoreano Kim Jong-Un dopo minacce e tensioni. Yonhap riporta che per evidenziare il clima di distensione il regime nordcoreano rilascerà tre cittadini americani detenuti nella penisola. L’ufficio presidenziale di Seul, inoltre, ha reso noto che Mike Pompeo tornerà negli Stati Uniti con tre elementi primari in vista dell’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-Un: parliamo della data, l’orario dell’incontro e i tre detenuti sopra citati. Un importante novità sul possibile riappacificamento dei rapporti tra le due potenze mondiali, che nel corso degli ultimi tempi avevano alzato i toni prefigurando una possibile terza guerra mondiale… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SECONDO VERTICE TRA KIM JONG-UN E XI JINPING

Come vi abbiamo ampiamente documentato, è andato in scena a Dalian un nuovo incontro tra Xi Jinping e Kim Jong-Un, rispettivamente leader di Cina e Corea del Nord. Importante apertura da parte di Donald Trump, che ha sottolineato che presto Pompeo sarà a Pyongyang, con il dittatore nordcoreano che ha impresso una svolta dal punto di vista delle relazioni internazionale. E’ il secondo incontro quello andato in scena ieri tra i leader di Cina e Nord Corea, successivo a quello di fine marzo tenutosi a Pechino: già in quell’occasione Kim Jong-Un aveva espresso la volontà di procedere con il consenso alla Cina, pronta a sua volta a ridurre le tensioni nella Penisola coreana. Un clima disteso dopo anni complicati per la chiusura nordcoreana. E ieri sono giunte conferme sulle intenzioni di Kim sul nucleare, già paventate nel primo incontro: stop al nucleare se non necessario… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

TRUMP: “POMPEO A PYONGYAN”

La svolta “pacifista” tra le due Coree e la recente mediazione da parte della Cina sembra far piacere senza ombra di dubbio anche al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha espresso la sua voglia, a sua volta, di trovare un punto di contatto con Kim Jong Un, così come fatto dal Presidente cinese. Per questo, presto potrebbe essere organizzato un incontro tra il leader di Pyongyang e il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Queste le parole riferite da Trump: “Magari ci sarà intesa, anche con l’aiuto della Cina, per un futuro di pace per tutti,” riferendosi a un probabile prossimo viaggio nordcoreano di Pompeo. La pressione della Cina d’altronde è importante e sta portando buoni frutti, con l’avvicinamento da Dalian di Kim Jong Un e Xi Jinping, col presidente cinese che si è appellato però al tempo stesso anche al “senso di responsabilità” degli Stati Uniti. Appello che sembra essere stato accolto da Trump. (agg. di Fabio Belli)

NUCLEARE INUTILE SENZA MINACCE USA

Incontro a sorpresa e vertice cordiale tra i due leader di Cina e Corea del Nord, pochi giorni dopo lo storico meeting di pace tra le due Coree che anticipa il possibile e storico accordo tra Trump e Kim Jong-un di metà giugno: un summit a Dalian che non era previsto negli scorsi giorni ha visto di fronte il Presidente cinese Xi Jinping e il dittatore nordcoreano Kim, sorridenti e disponibili a portare avanti il processo di pace con la Sud Corea e gli stessi alleati di Seul degli Stati Uniti. Stando a quanto riportato dalle agenzie di Nuova Cina, i due hanno condiviso i passi che in questo 2018 stanno portando al possibile ridimensionamento dell’attività nucleare di Pyongyang: quasi assurdo, pensando che solo un anno fa i venti di una “terza guerra mondiale” parevano davvero molto vicini. «Nel momento in cui cadono attività ‘ostili’ e minacce alla sicurezza non c’è ragione per la Corea del Nord di essere uno ‘Stato nucleare», spiega Kim Jong-un davanti all’omologo cinese. Il dittatore della Corea del Nord ha auspicato che i rapporti con gli Usa costruiscano la reciproca fiducia col dialogo, «con le parti che prendono misure regolari e sincronizzate in modo responsabile verso “la risoluzione politica ed eventualmente raggiungere la denuclearizzazione e la pace duratura della penisola».

LA SVOLTA “PACIFISTA” DI KIM

Si sono raccontati le ultime mosse politiche e strategiche oltre che, ovviamente in segreto, hanno fatto il punto sugli scambi economici e i sostegni che Pechino da anni pone a Pyongyang, tra i partner storici legati non solo dalla comune ideologia comunista. Xi pare abbia apprezzato la mossa di Kim nel muoversi dal «byungjin’ (lo sviluppo congiunto di nucleare ed economia) dando la priorità della costruzione economica e al percorso di denuclearizzazione attraverso il dialogo e le consultazioni tra Pyognyang e Washington», spiega ancora la Nuova Cina dopo il vertice Cina-Corea del Nord di questa giornata. Tutto va fatto e seguito «verso la realizzazione della pace di lungo termine e della stabilità regionale», spiega il premier cinese. Una svolta pacifica quella di Kim che non convince tutti negli States e in Sud Corea ma che per ora vede il dittatore asiatico più vicino e “ammorbidito” alle proposte occidentali di quanto invece visto anche solo un anno fa. Tutto (se non la maggiorparte) ovviamente passerà da quel vertice con Trump di metà giugno (Singapore forse il luogo scelto come “neutrale”), ma nel frattempo la comunità internazionale saluta la nuova “fase” del leader di Pyongyang (che attenzione, resta e rimane un dittatore che non lascia libertà ai propri cittadini, ndr) e spera in un ammorbidimento nella corsa al nucleare dopo i prossimi importanti incontri.