Il giorno-dopo l’annuncio che l’Argentina ha chiesto quasi 30 miliardi di dollari al Fondo Monetario Internazionale a causa delle obbligazioni che scadranno il prossimo 16 maggio, il governo presieduto da Mauricio Macri è finito nell’occhio del ciclo e la richiesta fatta a Cristine Lagarde ha finito per mettere in luce le storture di un sistema che rischia il collasso come già accaduto nel 2001. Infatti, i giornali di oggi nel Paese sudamericano tirano in ballo la sfrenata politica liberista del capo dell’esecutivo e qualcuno già parla di “baratro” verso cui l’Argentina si starebbe avviando. Le obbligazioni da onorare entro la metà di maggio ammonterebbero infatti a 70 miliardi di dollari a tassi di interesse mostruosi del 40% e che hanno reso praticamente obbligatoria la telefonata di Macri ai vertici del FMI. Tuttavia, molti analisti e commentatori locali fanno notare che, come in passato, le richieste di aiuto al Fondo sono state sempre foriere di sciagure e che, anche se non si corre nell’immediato il rischio di un default, stanno venendo a galla storture di non poco conto. (agg. R. G. Flore)



NON SI FERMA IL CROLLO DEL PESO

Argentina nei guai, nuovi problemi economici per la terza potenza economica del Sud America. Vi abbiamo raccontato del crollo del peso, con il colloquio avviato dal presidente Mauricio Macri con il Fondo Monetario Internazionale. Una situazione che ricorda da vicino quanto successo nel 2014, con l’Argentina tecnicamente in bancarotta: lo scorso 30 luglio 2014 il governo non era riuscita a raggiungere un accordo con i rappresentanti di due fondi di investimento statunitensi ai quali avrebbe dovuto versare 1,33 miliardi di dollari. Bancarotta tecnica, nonostante la contestazione dell’esecutivo: un episodio che capitò ad appena tredici anni dalla precedente situazione di default. La situazione fu poi risolta dall’amministrazione sudamericana, ma oggi siamo di nuovo al punto di partenza: questa volta sarà decisivo l’intervento del Fmi, che ha già risposto positivamente all’invito al dialogo di Mauricio Macri. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LINEA DI CREDITO FLESSIBILE

Vi abbiamo riportato la complicata situazione economica dell’Argentina, con il crollo del peso che non si ferma. Il presidente Mauricio Macri ha avviato il dialogo con il Fondo Monetario Internazionale per avviare una nuova linea di credito: parliamo di circa 30 miliardi di dollari. Come sottolineato da Repubblica, la nuova linea di credito per la quale è stata aperta la trattativa sarà di tipo flessibile e verrà utilizzata nei momenti di necessità, come capitato a Colombia e Messico in tempi recenti. Molto dipenderà dai movimenti dei mercati nei prossimi giorni, con la speculazione che potrebbe influire. E’ proprio la speculazione a preoccupare, avendo avuto gioco facile per diverse motivazioni: dalla linea dei cambi molto sottile alla spiegazione politica, con i mercati che non credono più alle promesse del presidente Mauricio Macri, in carica dal 2015. Infine, la siccità sta colpendo duramente le coltivazioni di mais e soia, principali prodotti legati all’export insieme alla carne bovina. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



INCUBO CRISI DEL 2001

Argentina, Macri chiede aiuto al Fondo Monetario: difficoltà economiche per Buenos Aires e lo spettro della crisi economica del 2001 scatena il panico. Come sottolineato da Il Sole 24 ore, il presidente argentino Mauricio Macri sta discutendo con l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) per ricevere una nuova linea di credito: cifra totale di 30 miliardi di dollari. Dalla Casa Rosada, in numero uno del Paese sudamericano ha commentato: “Oggi iniziamo a lavoare per garantire un sostegno maggiore all’Argentina, così da evitare una crisi e affrontare il nuovo scenario internazionale. La precedente amministrazione è finita nel mirino del presidente, accusata di “demagogia e bugie”. Continua poi Mauricio Macri: “Oggi l’Argentina è una delle nazioni che più dipende da finanziamenti esterni, conseguenza dell’enorme spesa pubblica che abbiamo ereditato”. Per uscire dalla difficile situazione attuale, dunque, l’unico cammino possibile è quello di stabilire un nuovo contatto con il Fondo Monetario Internazionale.

ARGENTINA, CHIESTI 30 MILIARDI DI DOLLARI AL FONDO MONETARIO

“Do il benvenuto alle parole odierne del presidente Macri e sono impaziente di continuare la nostra partnership con l’Argentina. Le discussioni sono iniziate su come possiamo lavorare insieme per rafforzare l’economia argentina”, questo il commento del direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde riportato da Il Sole 24 Ore. Accolta la richiesta dell’Argentina di discutere una nuova linea di credito così da contrastare il calo su nuovi minimi del peso. Il tutto necessario nonostante i tre rialzi dei tassi effettuati nell’arco di sette giorni dalla banca centrale di Buenos Aires. “Lavoriamo con macri per rafforzare l’economia”, ha sottolineato il Fondo Monetario Internazionale, con la valuta dell’Argentina che è arrivata a perdere oltre il 5 per cento: un dollaro americano ne acquistava 23,08 unità, con il declino degli ultimi otto giorni di scambi che è arrivato addirittura al 12 per cento.