Si tiene oggi l’incontro tra il presidente francese Macron e il nostro capo del governo Conte, dopo la crisi che stava portando quasi a una rottura diplomatica tra i due paesi. Secondo Francesco De Remigis, inviato dalla Francia di varie testate, è un incontro importante che va ben al di là della crisi dei giorni scorsi e non sarà per niente una formalità: “Italia e Francia in vista dell’importante vertice europee del 28 e 29 giugno hanno diversi dossier oltre l’immigrazione su cui dovranno trovare un accordo”. Per quanto invece riguarda le parole forti usate negli ultimi giorni, dice ancora De Remigis, Macron ha usato l’Italia e soprattutto Salvini in chiave anti Le Pen, per propri motivi politici interni.
Rispetto alla crisi italo-francese dei giorni scorsi, qual è stato il livello di interesse dei cittadini? Cosa pensano di quello che ha detto Macron?
L’interesse non è stato altissimo, non almeno come su altri problemi interni francesi che riguardano i cittadini. Il caso emigrazione è sentito ma lo scambio di battute e vedute a cui abbiamo assistito è complesso da comprendere per il cittadino francese.
A livello mediatico e politico invece?
Esiste un forte dibattito per quel che riguarda i partiti francesi, personalmente sono convinto che la posizione francese seppur poi ammorbidita con la telefonata notturna di Macron a Conte, sia legata a una strategia che riguarda la politica interna del presidente francese.
Cioè?
C’è una problematica immediata che ha di fronte Macron che non riguarda le strategie italiane o francesi sulla gestione dei flussi migratori. C’è una preoccupazione molto forte per ciò che riguarda il tema immigrazione che sarà inevitabilmente rilanciato nella campagna elettorale per le elezioni europee che si terranno l’anno prossimo. Ciò che è da mettere a verbale in quello che è successo è che Macron abbia fatto riferimento a una parte politica italiana senza nominarla e mi riferisco al ministro Salvini e al suo partito la Lega, accoppiandola a un problema che anche in Francia è conosciuto, riferendosi cioè al Fronte Nazionale di Marine Le Pen.
Sta dicendo che ha usato Salvini per attaccare la Le Pen?
Sto dicendo che utilizzare un problema serio che riguarda tutti gli europei come la migrazione con dichiarazioni del genere dimostra che Macron sta mettendo in atto la sua strategia in vista della campagna elettorale, se no non avrebbe neanche avuto modo di esistere quello che ha detto.
Insomma attacca Salvini che è amico di Marine Le Pen per attaccare lei, giusto?
Esattamente.
Si parla di critiche interne al partito di Macron, guidate dal Pisany, critiche da sinistra al tentativo di smantellare lo stato sociale francese, è così?
Questo è un tema sentito dai cittadini più dell’immigrazione. Lo stato sociale in Francia ha radici profonde. Smantellamento è eccessivo ma si sta discutendo di una rivisitazione di alcuni provvedimenti che fanno parte dello stato sociale. Bisognerà vedere in che termini il governo e il parlamento prenderanno queste posizioni, va verificato se troveranno un sostegno forte a livello parlamentare.
Ma c’è una critica interna a En Marche nei confronti del presidente francese?
All’interno del movimento le posizioni sono molte, un ventaglio di posizioni che a seconda della tematica decidono di esprimersi. E’ nel dna del movimento stesso, che adesso è sì un partito ma con una forte componente di base più che una militanza vera e propria. All’interno di questa militanza ci sono cittadini, esperti, professori e di tanto in tanto c’è un dissenso aperto e altre volte tenuto più basso. Più che un dissenso è una voglia di dare un contributo alle istanze iniziali del movimento, i cittadini devono partecipare in prima persona e chi vuole dare un contributo diretto deve sentirsi in dovere di farlo. Allo stesso tempo è vero che le politiche che porta avanti Macron non convincono il 100% della sua base elettorale e i suoi stessi elettori.
Di che livello di consenso gode Macron?
A livello di partito c’è un consenso legato più a un discorso di fedeltà intorno a un progetto che a Macron, teniamo poi conto che il presidente in Francia è una istituzione rispettata trasversalmente molto più che in altri paesi. Il gruppo dirigente è unito ma se si va a vedere in parlamento le dichiarazioni sui singoli provvedimenti, c’è qualche voce critica molto spesso dagli stessi parlamentari di En Marche. Il consenso intorno al suo programma resiste, resiste meno l’ondata di fiducia ricevuta dai francesi al momento del voto.
Che cosa pensa possa scaturire dall’incontro fra Conte e Macron?
L’incontro di oggi è fondamentale a prescindere dal problema migranti, siamo alla vigilia di un vertice europeo in cui Italia e Francia dovranno trovare una posizione non antagonista su diversi dossier, di conseguenza il tema immigrazione non sarà certamente l’unico.
Quali saranno i temi?
Macron ha una forte interesse a discutere le posizioni future in seno alla Ue, al momento En Marche non ha neanche una collocazione specifica nel parlamento europeo e questo tema sarà discusso nei prossimi mesi. Costruire un futuro in Europa comune o vicino ai 5 stelle è un tema che a Macron interessa portare avanti.
Ma non con Salvini ovviamente…
Salvini ha una posizione esplicita che lo porta dalla parte di Orban e di Marine Le Pen, invece i 5 stelle potrebbero trovare almeno una identità programmatica in Europa con Macron.
(Paolo Vites)