Dalla pace in Corea alla fine della crisi fra Macedonia e Grecia: la primavera-estate 2018, al netto dei tantissimi problemi che affliggono la comunità internazionale, vede comunque due importanti successi per le diplomazie dei vari Paesi coinvolti. Questa mattina è giunto finalmente la firma sullo storico accordo siglato con il governo greco per il cambio del nome della Macedonia che da oggi diventa Repubblica della Macedonia del Nord. Si chiude così una disputa che continuava senza sosta dal 1991 per motivi “storici” e oggettivamente più futili di quelli coreani ma comunque altrettanto destabilizzanti per Paesi vicini nella caldissima regione dell’ex Jugoslavia. «Questo è un passo coraggioso, storico e necessario per i nostri popoli», ha spiegato il primo ministro greco Alexis Tsipras, presente al momento storico assieme all’omologo macedone Zoran Zoev. «Siamo qui per sanare le ferite del tempo, per aprire un cammino di pace, fraternizzazione e crescita per i nostri paesi, i Balcani e l’Europa», ha proseguito il capo del Governo greco mentre i due Ministri degli Esteri di Grecia e Macedonia del Nord siglavano lo storico accordo di pace.
SI CHIUDE UN’ALTRA CRISI MONDIALE
«I nostri due paesi dovrebbero uscire dal passato e guardare al futuro. I nostri popoli vogliono la pace, saremo partner e alleati», ha esclamato davanti alle telecamere il primo ministro Zaev chiudendo una crisi che anche negli ultimi giorni rischiava di far saltare l’intero patto raggiunto e ipotizzato ad inizio 2018. Tutto era cominciato con la dichiarazione d’indipendenza della Macedonia nel 1991 ma le vere radici della contesa affondavano a numerosi secoli fa: Atene ha da sempre contestato al suo vicino Paese slavo l’uso del nome “Macedonia” perché possiede una sua provincia settentrionale con lo stesso nome. Non era una parte “qualsiasi”, bensì quella che nei tempi antichi era la culla dell’impero di Alessandro Magno: da qui lo scontro e la guerra diplomatica e non solo in tutti questi anni fino alla firma di oggi, “benedetta” e accompagnata dalla mediazione dell’Onu e dell’Unione Europea. Presenti nel pittoresco villaggio Psarades, confine naturale tra i due Paesi, anche il mediatore Onu Matthew Nimetz, oltre all’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini. in epoca di “crisi” e “strappi” nell’Europa sempre più in crisi un accordo di pace che pone fine ad una contesa “risolvibile” da secoli non può che essere una buona e sana notizia.