È ancora una volta il magnate George Soros, oggetto degli strali anche di Matteo Salvini, uno dei principali destinatari delle critiche che Viktor Orban, primo ministro ungherese, ha rivolto per controbattere a chi ha puntato il dito verso la prossima introduzione nella Costituzione del Paese del divieto di accoglienza dei migranti. Il leader del partito che raccoglie più consensi dalle parti Budapest, vale a dire Fidesz, ha infatti spiegato che il pacchetto di riforme che il parlamento magiaro si appresta ad approvare domani, con la maggioranza dei due terzi, è volta ad evitare il presunto “complotto” architettato dall’87enne imprenditore statunitense, ma nato in Ungheria, che punterebbe a lucrare sul business dell’immigrazione e a voler rimpiazzare la popolazione europea con milioni di migranti. Anzi, a suo dire, questo immane processo di sostituzione sarebbe già in corso dato che molti speculatori trarrebbero solamente vantaggi dalla rovina dell’Europa: da qui, per Orban, la necessità di “combattere l’esercito di Soros” e prevenire la formazione di una Unione multietnica dato che gli ungheresi non dovrebbero mescolarsi ad altri. Non solo, in un intervento odierno riportato dall’Hungary Journal, Orban ha spiegato che l’asset più importante dell’Ungheria è la sua sovranità e che il Paese non rinuncerà nemmeno a un grammo di questa dato che il rischio sarebbe di “perderla poi tutta”. (agg. di R. G. Flore)



IL PACCHETTO COMPLETO DI RIFORME

Il pacchetto di riforme che sarà votato domani dal parlamento ungherese e che contiene la famigerata norma per la quale sarà inserito nella Costituzione il divieto di accogliere i migranti (in modo anche da aggirare il sistema delle quote comunitario) sta facendo discutere e contiene al suo interno altri punti controversi e sui quali il primo ministro Viktor Orban non ha fatto ancora pienamente luce. Le misure sono già state votate in commissione parlamentare e dovrebbero, salvo sorprese, essere approvate già domani con la maggioranza dei due terzi di cui è forte il partito Fidesz di cui il capo politico dell’Ungheria è leader: a far discutere c’è anche un vago accenno alla “difesa della cultura cristiana”, l’introduzione di tribunali speciali per giudicare gli atti amministrativi dello Stato e alcune riforme che dovrebbero andare a limitare non solo il diritto di manifestare in pubblico ma anche il divieto di dimora nei luoghi pubblici per i cosiddetti “homeless”. (agg. di R. G. Flore)



L’IRA DELLA UE

Dalle Alpi alle Piramidi, passando per il Messico e Budapest: la situazione dei migranti al giorno d’oggi purtroppo non è una poesia manzoniana ma è la cruda realtà di un’emergenza che travalica i singoli Paesi ma che rischia di generare non poche fratture nelle diplomazie internazionali anche nei prossimi anni. Dopo i bimbi in gabbia al confine tra Messico e Usa e dopo la crisi degli sbarchi in Italia, arriva la conferma dall’Ungheria dal presidente Viktor Orban: «il governo inserirà nella Costituzione il divieto di accoglienza dei migranti economici illegali». Un modo, una “mossa” per evitare di dover sottostare alle quote Ue sui migranti, come verranno ridistribuite dal prossimo e imminente Consiglio Europeo. Salvini ha indicato nei giorni scorsi in Orban il simbolo di chi “da anni combatte giustamente regole europee assurde” e sulla rotta Vienna (con Governo Kurz), Roma e Budapest si potrà tentare una vita di accordi con il resto dell’Ue per rinegoziare la vicenda-accoglienza dei migranti. Il passo di Orban però sembra ora più lungo di quanto lo stesso Salvini o Kurz possa mai aver pensato: in Commissione Parlamentare è stata votata la modifica e sarà approvata in aula domani dalla maggioranza governativa composta dal partito conservatore di Orban.



CONSIGLIO D’EUROPA: “NO A LEGGE STOP-SOROS”

Giusto ieri il Presidente della Camera Roberto Fico aveva ricordato al presidente Orban – e agli altri Governi Ue restii all’accoglienza dei migranti – le proprie responsabilità in quanto membro dell’Europa, esprimendo perplessità su come l’Unione abbia gestito finora la vicenda e i rapporti con l’Ungheria. «Chi non rispetta le disposizioni dell’Ue deve essere multato», aveva rilanciato Fico. Oggi però la riforma costituzionale ungherese compie un ulteriore passo in più verso la piena distanza dalle regole Ue in materia di immigrazione. Nel testo ci sono anche limiti al diritto di manifestare e al divieto di dimora in luoghi pubblici per senzatetto: se l’intero pacchetto riceverà l’ok in Parlamento inoltre, saranno istituiti tribunali speciali per giudicare gli atti amministrativi dello Stato. «Non adottate la legge “Stop Soros” prima della pubblicazione di un parere della Commissione Ue», aveva fatto sapere questa mattina il Presidente della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa in una nota diretta al parlamento ungherese. Come spiega Askanews, Gianni Buquicchio (Pres. Commissione Venezia) ha incontrato ieri il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa per discutere le nuove disposizioni legislative “Stop Soros”. La legge fa parte della campagna di Orban contro le politiche migratorie finanziate, a sua detta, dall’ebreo di origini ungheresi «inviso al premier per aver finanziato cause liberali e accusato di favorire l’immigrazione islamica in Europa». La legge però sta per passare e la riforma costituzionale potrebbe a questo punto essere un vero e proprio detonatore per la fragile condizione dei rapporti in Ue proprio sul fronte migranti, dopo i recenti casi Aquarius e Trenton nel Mediterraneo.