La nuova stretta di Donald Trump sui dazi rischia di aprire un nuovo fronte con la Cina oltre che una vera e propria guerra commerciale con l’Est: anche per questo motivo, seguendo a ruota le ansie di Wall Street, pure le principali Borse europee hanno fatto registrare passivi pesanti, segno delle fibrillazioni che attendono nelle prossime settimane i mercati se la linea di The Donald su tema non dovesse ammorbidirsi. Intanto, se il Presidente anche oggi ha difeso la scelta di applicare dei maxi-dazi su una serie di prodotti provenienti dal Paese asiatico, il suo consigliere commerciale ha spiegato quale sarà la strategia in caso delle preventivabili ritorsioni da parte della Cina. Secondo Peter Navarro, infatti, i dazi saranno “bullish” (testuale) per le aziende americane ma che l’amministrazione a stelle e strisce sta già pensando a delle contromisure per difendere soprattutto gli agricoltori americani che potrebbero subire i medesimi dazi (si parla del 25% circa) sui prodotti che esporteranno in Cina. “Non siamo affatto impreparati” ha concluso Navarro che ha derubricato a suo dire questa apparente guerra in una sorta di “disputa commerciale, né più né meno”. (agg. di R. G. Flore)



EFFETTO WALL STREET: BORSE UE IN PERDITA

Le borse in Europa perdono terreno e seguono di fatto l’andamento di Wall Street, in calo deciso dopo l’annuncio di Trump di poter anche solo ipotizzare nuovi dazi alla Cina per 400-450 miliardi: Usa-Cina, Trump minaccia nuovi dazi per 400 miliardi/ Borse Ue in perdita ‘seguono’ ko di Wall Street. Tokyo archivia la seduta in calo dell’1,81% mentre Shanghai affonda a -3,78%: per quanto riguarda invece i listini europei, Milano è quella che si comporta meglio e limita le perdite che sono invece importanti per Londra (-1%), Parigi (-1,4). Nonostante le risposte a tono del Governo di Pechino, l’encomia globale paga “dazio” (e scusate il gioco di parole) anche sul fronte valute, seppure in forma più limitata per via dell’intervento della Bce. L’euro scende sotto quota 1,16 sul dollaro e si attesta a 1,159: dal forum Bce di Sintra. il presidente Mario Draghi ha assicurato che «la Banca centrale europea rimarrà paziente nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi, e adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria». L’avvertimento è piaciuto e ha “sedato” i mercati, agitati dai dazi della Casa Bianca; non solo, Draghi ha anche aggiunto «la Bce assicura che il necessario sostegno da parte della politica monetaria resti al suo posto». (agg. di Niccolò Magnani)



TRUMP HA IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO

Guerra commerciale aperta tra gli Usa e la Cina: Donald Trump ha infatti minacciato una nuova ondata di dazi per 400 miliardi di dollari di importazioni cinesi negli Stati Uniti. Come riportato da Il Sole 24 Ore, ieri notte il Presidente americano ha dato mandato all’Ufficio del Rappresentante Commerciale di proseguire in questa escalation senza precedenti, iniziata la scorsa settimana imponendo sanzioni del 25% su 50 miliardi di import cinese. Così Robert Lighthizer ha avuto l’incarico di individuare un nuovo elenco di merci cinesi per 200 miliardi da sanzionare al 10% e, se queste misure non serviranno a scoraggiare Pechino da una rappresaglia, nel mirino finiranno altri 200 miliardi di beni. Ma perché Trump alza il tiro senza temere apparentemente alcuna ripercussione? Il motivo è presto detto: gli Usa in questa battaglia hanno meno da perdere. L’intero import a stelle e strisce in Cina, infatti, è di 130 miliardi di dollari (a dispetto dei 505 miliardi che il Paese asiatico esporta negli Usa): ecco perché Trump ha il coltello dalla parte del manico, rispondere con misure equivalenti per il governo di Xi Jinping è praticamente impossibile. (agg. di Dario D’Angelo)



TRUMP MINACCIA NUOVI DAZI CONTRO LA CINA PER 400 MILIARDI

Prosegue la guerra commerciale del presidente degli Stati Uniti nei confronti dei prodotti importati. Come riportato dai colleghi de Il Sole 24 Ore, Trump minaccia altri 400 miliardi di dollari di prodotti provenienti dalla Cina, dopo aver approvato la scorsa settimana sanzioni del 25% su 50 miliardi di prodotti. Il tycoon ha chiesto ai propri collaboratori di individuare altri 200 miliardi di dollari di prodotti a cui applicare dei dazi del 10%, se Pechino dovesse replicare alla mossa del 25% di cui sopra. E non finisce qui, perché all’orizzonte vi è una minaccia di nuovi dazi su ulteriori 200 miliardi di prodotti cinesi, in poche parole, finirebbe sotto il regime dei dazi quasi la totalità dell’import cinese negli States, pari a 505 miliardi di euro.

“E’ UN RICATTO”

La Cina non è però intenzionata a stare a guardare, ed è pronta a replicare con delle contromisure serie, se Trump dovesse applicare nuovi dazi, parlando di “ricatto”. Attraverso un breve comunicato emesso nelle scorse ore dalla Casa Bianca, il presidente e Stelle e Strisce ha ammesso: «Ulteriori azioni devono essere prese per incoraggiare la Cina a cambiare le sue pratiche scorrette, per aprire i suoi mercati a prodotti statunitensi e perché accetti un rapporto commerciale più equilibrato». Insomma, Trump prosegue inesorabile la propria linea, applicando sanzioni a tutti quei paesi che scambiano prodotti con gli Stati Uniti, dal Canada all’Unione Europea, arrivando appunto fino alla Cina.