Con 180 voti a favore e 169 contrari, il Parlamento spagnolo ha mandato a casa il primo ministro in carica da sette anni, il Popolare Rajoy. Finisce un’era che già da tempo mostrava i segni del decadimento, dice a ilsussidiario.net il corrispondente spagnolo dall’Italia del quotidiano El Correo Dario Menor Torres. Nonostante Rajoy abbia portato in salvo l’economia spagnola tirandola fuori dal baratro in cui l’aveva fatta finire Zapatero, per la sua responsabilità e per quella dell’intero Partito Popolare nel grave caso di corruzione per cui ha avuto la sfiducia, il premier era indifendibile. Adesso, dice ancora Torres, si tratta di vedere come il nuovo capo del governo, il socialista Sanchez, gestirà il problema della Catalogna, che resta il motivo di preoccupazione e di crisi più grave del paese.



A proposito dello scandalo corruzione in cui è stato coinvolto lui e il suo partito, Rajoy ha cercato di liquidarlo come “vecchi casi isolati”. E’ così? Lui ne era al corrente o no?

Ne era assolutamente al corrente, non solo: Rajoy ha mentito esplicitamente davanti ai giudici. E’ vero che i fatti erano vecchi, ma è altrettanto vero che il responsabile dello scandalo era il tesoriere del partito, scelto da lui e che con lui collaborava. Non era insomma qualcosa di esterno al partito, altri esponenti sono stati coinvolti tanto è vero che il Partito Popolare stesso è stato condannato per corruzione, non in sede penale, ma civile.



Rajoy paga anche la sua mancanza di dialogo con la Catalogna?

Non direi, il governo non è caduto per quello, anche se è difficile immaginare Rajoy come parte della soluzione del problema della Catalogna, mentre invece è parte del problema. Non è caduto per questo, altrimenti sarebbe già caduto da tempo.

La corruzione ha choccato gli spagnoli?

Esattamente. L’anno scorso c’era già stata una mozione di sfiducia contro i popolari da parte di Podemos, ma quella volta mancò l’appoggio dei socialisti. Invece la nuova proposta di sfiducia arrivata dopo la sentenza dei giudici ha visto l’appoggio questa volta anche dei socialisti.



L’economia della Spagna va bene. Sanchez sarà in grado di continuare questa tendenza positiva?

Sanchez dal punto di vista economico riceve una buona eredità da Rajoy, non come era successo a quest’ultimo che da Zapatero aveva preso in mano una Spagna devastata dal punto di vista economico. Adesso i conti sono a posto, la legge di stabilità del prossimo anno è già stata approvata e Sanchez non la toccherà, i conti sono positivi. 

E con la Catalogna invece come si comporterà?

Cambierà certamente l’approccio di Rajoy, cercherà il dialogo dei piccoli passi, anche se come ha già detto non agirà mai contro la Costituzione e lo statuto attuale della Catalogna. Entro queste coordinate, sceglierà per la distensione e il dialogo, anche se questo non sarà né facile né immediato. Tra l’altro il caso Rajoy dimostra che la giustizia spagnola, a differenza di quanto dicevano gli indipendentisti catalani che l’accusavano di essere schierata con il Partito Popolare, è davvero sopra le parti, infatti ha condannato lo stesso Rajoy dopo aver condannato le autorità catalane. La giustizia spagnola ha dimostrato l’indipendenza totale del suo sistema, condannando sia gli uni che gli altri.

Un sondaggio di questi giorni dice che Ciudadanos, il partito conservatore di Albert Rivera, è quello che ha maggiori consensi, il 30% contro il 20% di socialisti e popolari. Cosa significa?

Non c’è solo quel sondaggio, negli ultimi mesi diversi sondaggi lo hanno indicato come primo partito. Sta mangiando lo spazio politico dei popolari delusi dallo scandalo e in modo molto abile sta seducendo anche molti socialisti. E’ senza dubbio il partito che sta sfruttando meglio il problema catalano, visto che è totalmente anti-autonomia, non solo della Catalogna. Di fatto oggi la Spagna è divisa tra l’idea pluralista delle nazioni federate propria dei socialisti, e quella centralista e anti-autonomie di Ciudadanos.

Se Sanchez però non è riuscito a governare prima, come potrà farlo adesso?

I socialisti da tempo erano spariti dai radar, la mossa di Sanchez è stata rischiosa ma molto abile. Non farà elezioni subito, in un ciclo economico espansivo terrà questa linea, ma col tempo a livello di sondaggi potrebbe avere un ritorno positivo perché potrà mostrarsi come l’uomo che ha sconfitto la corruzione. 

Che governo farà?

Un governo di minoranza del solo Partito socialista con qualche ministro indipendente rappresentante della società civile, sembra anche che si vedrà il ritorno di qualche uomo dell’era Zapatero. Non vuole l’alleanza con Podemos nonostante abbiano dato la loro disponibilità. Il problema maggiore della Spagna resta comunque la Catalogna.

(Paolo Vites)