Tre minuti al giorno “rubati” all’azienda per uscire dall’ufficio, attraversare la strada e comprarsi il pranzo. Un atto inaudito per la concezione giapponese del lavoro: l’uomo, a cui è stata tolta mezza giornata di stipendio come “punizione”, in totale ha usufruito tra il mese di settembre del 2017 a quello di marzo del 2018 ben 26 volte di questo inaudito comportamento, per un totale di 78 minuti ingiustificati di uscita dal lavoro, fino quando qualcuno se n’è accorto e ha fatto la spia. L’uomo, un 64enne di una azienda produttrice d’acqua di Kobe City, ha cercato di giustificarsi dicendo che quei tre minuti per attraversare la strada ed entrare nel negozio erano, oltre a comprare il cibo, anche un piccolo momento di pausa e di rilassamento dal clima oppressivo dell’azienda, tipico di tutte le aziende giapponesi, dove non ci si stacca mai dal lavoro per ore anche superiori alle normali otto. I dirigenti dell’azienda, contriti, sono apparsi in televisione in una conferenza stampa per chiedere scusa ai loro clienti del comportamento “indegno” del dipendente.



SERVE IL PERMESSO PER FARE PIPÌ?

Ondata di proteste invece, fortunatamente, sui social dove molte persone hanno ironizzato chiedendo se in quell’azienda è permesso andare al gabinetto. E’ la cultura del lavoro tipicamente giapponese che ancora oggi nel 2018 persiste in maniera allucinante, dove il lavoratore si deve sacrificare completamente per il bene dell’azienda, eredità della cultura antica dove i cittadini erano oggetti devoti all’uso e al consumo dell’imperatore-divinità. Una cultura che distrugge forze fisiche e mentali, tanto che i casi di suicidio nel mondo del lavoro sono tantissimi: manager sfruttati 24 ore su 24, dipendenti che si recano al lavoro anche in caso di malattia. Quasi un quarto delle aziende giapponesi hanno dipendenti che lavorano più di 80 ore al mese, spesso senza il pagamento degli straordinari e il 12% degli impiegati superano il limite di 100 ore al mese di lavoro. I dipendenti hanno diritto a 20 giorni di ferie all’anno, ma oltre il 35% di essi non ne prende neanche uno. C’è poco da ridere: è ovvio che in questo modo il Giappone nei decenni passati diventò una delle più ricche economie al mondo, ma tale stile di lavoro sta diventando d’abitudine anche nei paesi occidentali, con la scusante che ci sono molti disoccupati pronti a fare questi ritmi pur di avere un lavoro e chi chiede ancora diritti sindacali è invitato ad andarsene.

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