Le polemiche hanno travolto la divisione russa di Burger King, che ha messo in palio una fornitura di panini e un premio di circa 41mila euro a tutte le donne che si fanno mettere incinte dai calciatori durante i Mondiali. Subito dopo il lancio della campagna sul social network VKontakte, equivalente russo di Facebook, è scoppiata la bufera e la campagna pubblicitaria è stata subito rimossa per le proteste. Una pubblicità a dir poco sconcertante che ha spinto la nota catena di fast food a chiedere scusa per quanto accaduto. Nell’annuncio pubblicato in un video si fa riferimento alla possibilità per le donne russe di ottenere hamburger gratis a vita se avranno rapporti sessuali con i calciatori impegnati nel Mondiale. «Come parte della sua campagna di responsabilità sociale, Burger King offre una ricompensa alle donne che riusciranno a farsi mettere incinte delle stelle del calcio», recitava il messaggio di Burger King. «Ogni donna riceverà tre milioni di rubli (circa 41mila euro, ndr) e una scorta di hamburger Whopper a vita», proseguiva la campagna. E il post si chiudeva poi con l’annuncio: «Avanti, crediamo in te!».



BURGER KING, SPOT CHOC PER I MONDIALI: I PRECEDENTI

Le polemiche sono scoppiate subito e il post è stato rimosso velocemente. Poi sono arrivate le scuse di Burger King. «”Ci scusiamo per la nostra dichiarazione, che si è rivelata troppo offensiva», si legge in una nota. I precedenti purtroppo non mancano. L’anno scorso venne utilizzata l’immagine di una donna vittima di stupro che era diventata caso nazionale. La 17enne aveva fatto un gesto con la mano durante un’intervista televisiva per spiegare che prima di subire la violenza aveva bevuto solo «un tanto così» di vodka e che quindi non si era trattato di un ripensamento. L’immagine era diventata simbolo del caso, Burger King allora decise di alludervi in uno spot. Ma la divisione russa di Burger King non è l’unica ad avere idee di cattivo gusto. Basta ricordare la campagna usata a Singapore per promuovere un panino di dimensioni ragguardevoli. Tra l’altro la foto della modella coinvolta era stata usata senza la sua autorizzazione. La campagna venne ritirata quasi subito per le proteste.

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