Raramente una vittima riesce a portare sul banco degli accusati l’autore del gesto criminale. C’è riuscita Inés Madrigal, una donna spagnola di 49 anni, una delle tante vittime del ginecologo Eduardo Vela, oggi 85 anni, che secondo l’accusa durante l’epoca della dittatura di Franco aveva messo in atto insieme a una suora un fiorente commercio di neonati. Qualcosa che si fa ancora oggi, da parte di personaggi con molti soldi che vogliono evitare le lunghezze e le difficoltà dell’adozione legale. Comprarsi cioè dei neonati, a volte con il consenso dei genitori sempre gente poverissima dei paesi cosiddetti del terzo mondo (anche Madonna era stata sospettata di aver fatto qualcosa di analogo) oppure acquistandoli da reti organizzate. Il ginecologo in questione che operava nella clinica San Ramon di Madrid mostrava, d’accordo con la monaca, foto dei bambini appena partoriti alle madri dicendo loro che purtroppo non erano sopravvissuti.



IL CASO CHOC IN SPAGNA

La foto in questione era sempre dello stesso bambino, conservato cadavere in un congelatore. Stranamente le donne non chiedevano comunque di vedere il corpicino del proprio figlio e si fidavano. I neonati invece erano vivi e vegeti e venivano venduti a coppie facoltose che in realtà, secondo quanto si sa di questo caso, erano certe si trattasse di adozione legale. Inés Madrigal è una di questi bambini dati in adozione, che ha riaperto il caso dopo che trent’anni fa una rivista spagnola ne aveva parlato senza però che le autorità facessero nulla. Adesso Vela invece è stato arrestato e rischia 11 anni di carcere, pochi, ma difficilmente vivrà per scontarli tutti vista l’età. «So che Vela non dirà chi è mia madre, ma è un momento importante, ci sono almeno duemila denunce come la mia quindi questo è il processo di tutti» ha detto la Madrigal.

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